Torniamo in albergo in tardo pomeriggio. Sono veramente esausta, e ho davvero troppo bisogno di gettarmi a peso morto sul letto e farmi una di quelle dormite lunghe fino a mezzogiorno di domani.
Tengo lo sguardo basso, e trascino il corpo verso l'hotel cercando di restare al passo con il gruppo, ma non mi riesce bene.
Ho a malapena gli occhi aperti, la visita di oggi al museo mi ha sfinita, sia fisicamente che mentalmente.
Ormai quando mi guardo intorno finisco per confondere realtà con fantasia, come cavalieri che attraversano la strada, o rocce ed erba al posto del cemento sotto ai piedi. E non sto scherzando.
Li vedo davvero.
Provo a strizzare le palpebre per mandarli via, ma non serve a niente. È come se fossi bloccata in mezzo a due realtà parallele e non sapessi come uscirne.
Le porte scorrevoli della nostra "casa momentanea" si aprono come per darci il "bentornati" e tutti mezzi elettrizzati e meravigliati di ciò che abbiamo appena visto al museo, ci fermiamo sotto comando della Poli nell'androne della struttura.
Osservo le due rampe di scale che portano al piano superiore, mentre l'ascensore, che sbuca nel mezzo di entrambe, si apre liberando due turisti francesi, un ragazzo e una ragazza, che conversano fra loro.
《Va bene, per oggi abbiamo finito ragazzi...fortunatamente》commenta, con un sorriso nervoso sul viso.
Nonostante parli forte e chiaro, odo le sue parole come se fossero lontane...sfocate, più che altro, così come la mia vista in questo momento. Percepisco di avere le orecchie mezze attappate.
Mi sento svenire, e non so perché, ma qualcosa mi fa pensare che accadrà presto.
《Vi aspettiamo alle 20.30 al ristorante qui a destra per la cena. E chi non si presenta rimarrà a digiuno》commenta, sempre con quel suo solito modo di ironizzare, ma intentendo realmente ciò che le esce dalla bocca《Ora potete ritirarvi nelle vostre camere, e mi raccomando non fate tardi》conclude, tirando poi fuori il telefono e mettendosi a trafficare con la Bianchi, che si avvicina con l'appello della classe in mano.
Sembrano due segretarie. Le lasciamo lavorare all'ingresso, e tutti insieme raggiungiamo ognuno le nostre stanze, avvolti in un brusio leggero che può essere definito addirittura sopportabile.
Chiara e Ilaria non hanno smesso neanche un secondo di conversare sul museo, su Londra e sui luoghi che più amano e che vorrebbero visitare, e mentre Marta rincasa nel suo dormitorio seguita da Corinna e Ashmeet, noi riconquistiamo il nostro (io rischiando anche di finire incoscientemente addosso alla porta), iniziando a prepararci per la cena.
O meglio, loro due si preparano, facendo a gara per il bagno. Io invece avanzo lentamente fino ai piedi del letto e lo guardo, con un'espressione che farebbe pensare che sia sotto incantesimo.
So già che le gambe mi cederanno da un momento all'altro, le sento tremare come non avevano mai fatto prima. Ilaria si siede ridendo sul suo (il letto) e fa per sfilarsi una delle due converse nere che indossa, seguendo con lo sguardo Chiara, la quale, divertita anche lei, si chiude in bagno con una pila di indumenti puliti e un telo da bagno capace di avvolgere l'intero corpo.
Intenta nel disfarsi delle calzature, Ila si volta verso di me e mi posa gli occhi addosso, accorgendosi del mio stato d'animo:
《Fede!》prova a richiamarmi con entusiasmo《Allora? Tu che racconti? Non hai detto una parola per tutto il tragitto!》esclama, con una nota felice nella sua voce.
Non le rispondo. In realtà, a malapena ho capito che cosa mi ha appena chiesto.
Continuo a fissare il letto senza guardarla minimamente, stuzzicando così l'ansia che le incomincia a salire in corpo.
STAI LEGGENDO
King Arthur - La Reincarnazione (IN REVISIONE)
FantasyIl XII Secolo è sempre stato un periodo della storia avvolto nel mistero, ingarbugliato tra cavalieri, dame, servitori e sanguinose battaglie, ma in particolare, ciò che ancora al giorno d'oggi avrebbe bisogno di una spiegazione è la profezia del ri...