7 ELE

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Non riesco a studiare.

È tutta mattina che ci provo, ma continuo a pensare a cosa voleva dirmi Mat ieri. Penso a come eravamo vicini, penso al suo profilo nella penombra del locale ormai vuoto. Penso a come il mio cuore battesse forte in quel momento.

Lancio la penna sulla scrivania e mi alzo in piedi. Comincio ad andare avanti e indietro per la camera. Sei fidanzata, cavolo, ricomponiti! Mi urlo in silenzio guardando il mio riflesso nello specchio dell'armadio. Sì, vabbè, non esageriamo. Ieri sera, mentre eravamo in macchina, Robbi mi ha chiesto chi fosse quel ragazzo e io sono stata onesta. O forse dovrei dire impulsiva.

«È un nuovo cliente. È molto carino». Lui mi ha guardata per un secondo serio, poi è scoppiato a ridere.

«Devo essere geloso?», mi ha chiesto.

«Perché?»

«Beh, non lo so, di solito se la tua ragazza fa apprezzamenti su un altro bisogna essere gelosi. Tipo, devo andare da lui e tirargli un cazzotto sul naso? Devo dirgli di lasciarti stare perché sei proprietà privata?», di nuovo ha riso. Lo trovava divertente. Io mi sono sentita come sottovuoto. Una parte di me voleva scoppiare a piangere. Un'altra si è intenerita davanti a tanta ingenuità. Non sono niente per lui. O meglio, niente di quello che può rientrare nella parola amore. Non è neanche geloso.

Mi abbandono sul letto. Una ciocca di capelli mi finisce dritta in bocca e cerco di togliermela sputacchiando.

«Ehi sister!», urla Nicole entrando nella mia stanza senza bussare.

«Ciao», rispondo atona, dedicando la mia attenzione alle crepe del soffitto.

«Che succede?», chiede buttandosi sul letto accanto a me.

«Niente»

«Hai litigato con Robbi?»

«Magari». Mi guarda. «Come si fa a capire quando il tuo ragazzo è ancora il tuo ragazzo o è semplicemente il tuo migliore amico?», chiedo.

«Beh se fai questo genere di domande sei già sulla buona strada per risponderti da sola». Si mette su un fianco. Non la guardo.

«Ci starà molto male, ma gli passerà», continua lei.

«Dici?»

«Certo. Siete giovani e tutti sopravvivono al primo amore. Lui è un bravo ragazzo e continuerà a volerti bene»

«Mi dispiacerebbe se tutto si rompesse tra noi»

«Non può rompersi qualcosa che non c'è». Ha ragione. Guardo Nicole, sempre bella e impeccabile con i suoi capelli biondi.

«Avevi bisogno di qualcosa?», chiedo, cambiando discorso.

«Sì», risponde mettendosi seduta. «Sono passata a chiederti cosa vuoi per Natale». Ci penso un attimo su, ma non mi viene in mente nulla.

«Vorrei il coraggio», dico poi.

«Per fare cosa?»

«Rivoluzionare la mia vita». Sorrido e lei ricambia.

«Questo mi piace», mi abbraccia.

Quando è quasi alla porta mi viene in mente una cosa importante e la fermo.

«Se ti faccio una domanda mi prometti di rispondere senza chiedere più del necessario?». Alza un sopracciglio e annuisce, incrociando le braccia al petto e appoggiandosi al muro.

«Conosci Mat Piras?», chiedo arrossendo. Lei rimane un attimo a fissarmi, un attimo di troppo.

«Matthew? Sì. È amico di Gabriele». Allora avevo visto giusto. La guardo sperando che continui. «È un ragazzo sicuramente molto affascinante. Ci sa fare», dice, «ma è un gran pallone gonfiato». Questo non mi piace molto.

«In che senso?»

«È uno sbruffone. Di quelli che devono sempre mettersi in mostra e che non hanno intenzione di mettere la testa a posto. Non lo conosco molto, lo vedo ogni tanto». Capisco. «Un ragazzo simpatico, ci si passa volentieri del tempo insieme. Ma fossi in te non mi prenderei una cotta per lui, rischi di farti del male». Detto ciò esce e mi lascia più confusa di prima.

IL CONFINE DI UN ATTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora