49 ELE

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Per un secondo mi sento come quando Raffaella Carrà conduceva "Carramba che sorpresa". Ricordo che lo guardavo sempre con mia madre e ci mettevamo a piangere a ogni puntata. Se avessi avuto in mano una fotografia avrei immortalato l'espressione di Mat. Un misto tra sorpresa allo stato puro, un velo di panico, e un'enorme e incontenibile gioia.

Grace gli corre incontro e si stringono in un abbraccio che, davvero, sembra quello di un film. Lei piange e riempie di baci suo figlio. Stiamo dando spettacolo in ospedale. La gente passa e ci guarda. Alcuni si fermano pure.

«Signori non si vedono da otto anni, possono festeggiare o vi disturba?», grido acida guardandomi intorno. Alcuni proseguono la loro strada. Che cavolo, sempre tutti a farsi i fatti degli altri. Se avessi assistito a una scena simile da estranea, come minimo avrei applaudito. Invece mi limito a singhiozzare.

Ethan mi passa un fazzoletto.

«Thanks», dico tirando su col naso. Aspetta che veda anche te, penso.

Per fortuna che Erre ha dei parenti all'estero e quindi è pratico di queste cose. Ho chiesto aiuto a lui per rintracciarli. Il mio inglese è buono, non ho avuto difficoltà di conversazione, ma ero un po' impacciata con le chiamate internazionali. Sul foglietto trovato nella scrivania della camera dei ricordi c'erano tutti i recapiti, avevo solo paura che non fossero più validi.

Sono stata molto, molto, molto e ancora molto fortunata, lo ammetto. Una vera botta di culo, e che cavolo! Mi sono presentata alla bell'è meglio, e Grace mi ha fatto un sacco di domande su suo figlio. Poi le ho spiegato la situazione del signor Piras e ho chiesto se erano disposti a prendere il primo aereo e partire subito per l'Italia. Mi sono offerta anche di ripagare il viaggio, non avevo idea della loro condizione economica.

Sono stata ricontattata in brevissimo tempo. Mi hanno informata di tutti i dettagli della loro partenza e così a me non restava altro che tenere la bocca chiusa con Mat e andare, con Erre, in aeroporto. Ne è proprio valsa la pena.

Mat si stacca da Grace e stringe suo fratello. Vedendoli insieme mi rendo conto di quanto siano simili, benché i padri non siano gli stessi. Alti tutti e due, sportivi, occhi azzurrissimi e meravigliosi. Ethan è un po' più robusto, nonostante sia cinque anni più giovane. Ma per quello che ho potuto comprendere, dal viaggio di ritorno insieme verso l'ospedale, sia lui che sua madre sono persone squisite. Grace ha una profonda umanità, velata da uno strato di amarezza per le difficoltà e i dolori che la vita gli ha messo davanti.

Mat mi prende tra le braccia e mi fa volare.

«Fermati, fermati!», urlo ridendo. Mi mette giù e mi dà il bacio più carico d'amore della mia vita. Sono quasi senza fiato.

«Non so come hai fatto», dice guardandomi negli occhi, «Ma non finirò mai di ringraziarti»

«L'ho fatto per te, perché mi sembrava la cosa giusta», rispondo semplicemente.

«Ti amo, lo sai?». Se potessi sciogliermi sul pavimento lo farei. Oddio! Ha detto che mi ama, lo ha detto veramente? Questo è il giorno più bello della mia vita. Vorrei correre e dirlo a tutti.

«Ti amo anch'io» e non c'è bisogno d'altro.

IL CONFINE DI UN ATTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora