24 ELE

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«Licenziata?», quasi urlo, «ma lei sta scherzando?».

Guardo il mio capo dritto negli occhi. Il suo sguardo è serio e deciso, senza un cenno di cedimento o di esitazione. Mi ha fatta correre qui con urgenza e solo per dirmi che sono licenziata?

«Ma perché?», chiedo. Davvero non capisco. Che cos'ho fatto di male?

«Perché non abbiamo abbastanza introiti per mantenere due bariste. Ridurremo l'orario e ridurremo il personale»

«E preferite tenere lei?»

«Le mancano un paio d'anni alla pensione»

«Licenziatela e fatele prendere la disoccupazione!», urlo scattando in piedi. «Mi sono sempre comportata bene, nessuno si è mai lamentato, non ho mai dato problemi. Mi ci pago la scuola con questo lavoro, lo sa vero?»

«Mi hanno detto che ad aprile ti laurei»

«E con questo? Da qui ad aprile ci sono ancora quattro mesi!», cioè è assurdo.

«Senti Eleonora, mi dispiace che la stai prendendo così anche perché sappiamo benissimo tutti e due che questo non è il lavoro della tua vita e che ci avresti piantato in asso non appena la laurea ti avrebbe portato un posto migliore»

«Ma volevo decidere io»

«E invece così non è. Rimaniamo in rapporti civili, per favore. Non ho nessun motivo di litigare con te»

Ho una disperata voglia di mandarlo dove dico io. Tanto mi hai licenziato, no? Quindi posso dirti liberamente quello che penso. Ma mi trattengo. Sono troppo sorpresa, troppo sconvolta.

«Il licenziamento ha effetto immediato?»

«Sì»

«Quindi domani non devo venire?»

«No». Non posso salutare nessuno. Non posso neanche preparare i miei clienti all'addio. Ma che giustizia è? Saluto il mio ormai ex capo con un'occhiata gelida e non una parola di più e mi incammino verso casa. Come farò adesso senza il lavoro al bar? Dovrò trovarmi qualcos'altro. Questa proprio non me l'aspettavo.

Quando arrivo a casa non mi va di dare subito la notizia, per cui mi nascondo in camera mia. Dopo pochissimo, entra Nicole.

«Ti aspettavo», dice.

«Dimmi tutto»

«Vuoi farmi da testimone?». Beh almeno una buona notizia c'è oggi. La abbraccio senza bisogno di darle conferme. Certo mi sarei aspettata una richiesta fatta in maniera più romantica. Così sembra più un "ehi se passi dalla posta mi paghi questa bolletta?"

«Per il regalo parliamone con calma, però», dico, «Mi hanno appena licenziato dal bar e non credo che avrò molta disponibilità. Lo so che di solito i testimoni fanno i regali più importanti. Farò del mio meglio»

«E secondo te io penso al regalo? Io voglio solo che mia sorella sia vicino a me nel giorno più bello della mia vita», sorride. «Per il lavoro non ti preoccupare. Vedrai che qualcosa troverai e poi così avrai più tempo per la tesi, guarda il lato positivo», sì, wow, bello. Aha.

IL CONFINE DI UN ATTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora