29 MAT

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La aspetto ogni mattina.

Dopo aver fatto colazione, mi metto dietro la finestra della cucina e aspetto che passi. È puntuale come un orologio. Di solito si sofferma un paio di minuti, guardando casa mia. Mi chiedo sempre se avrà il coraggio di suonare, di bussare, di fare qualunque cosa. Ma non accade. Semplicemente se ne va, continuando la sua corsa. Solo allora esco di casa e raggiungo il capannone per iniziare la giornata di lavoro.

Ho quasi smesso di uscire in questo periodo. I ragazzi è dalla vacanza per l'ultimo dell'anno che non li sento. Non mi è proprio andato giù il loro comportamento e loro non sembrano essersene fatti un problema.

L'unico a essere un po' preoccupato per me è Elias. Ci sentiamo abbastanza spesso e un paio di volte è passato a trovarmi. Non è che parliamo molto. Io non sono tipo da sfogarmi raccontando i fatti miei, ma con lui basta poco. Ha già capito.

Sto male. Mi sembra tutto vuoto. Tutto grigio. Tutto triste. Mi sono sentito una stupito al pensiero di averla aggredita in quel modo, ma davvero vado in bestia quando qualcuno mi ricorda il passato. Insomma, perché sarei qui altrimenti? E poi se sapesse davvero tutta la situazione mi guarderebbe con occhi diversi. Gli farei paura. E non voglio. Anche se adesso, probabilmente, mi odia.

Mio padre è tornato silenzioso. Sono giorni che non dice una parola. Forse ha capito che c'è qualcosa che non va. Le poche volte che gli parlo, non mi ascolta, non risponde. Passa la maggior parte del tempo libero nella serra e tutta la giornata in officina a lavorare incessantemente. Anche io lavoro un sacco. Mi aiuta a rimanere concentrato e a non pensare.

La parte più dura della giornata è la notte. Quando mi metto a letto e sono al buio, da solo con me stesso, mi viene in mente tutto. Vengo colpito in pieno da un'ondata di sensazioni che mi schiacciano fino a farmi mancare il fiato. Dormo con la palla di natale stretta nel pugno. Non riesco ad andare a letto se non ce l'ho vicino a me. Sono patetico, a volte me lo dico da solo. Lo so. Ma è l'unica cosa che mi rimane di lei. L'unica cosa che mi fa capire che, anche solo per un secondo, siamo stati vicini.

IL CONFINE DI UN ATTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora