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Suona la sveglia, e già ho l'ansia. Penso subito all'idea di Lara, e al fatto che le ho promesso di seguire il suo consiglio. Adesso mi chiedo se forse mi sono sopravvalutato. Poco convinto mi alzo e inizio a prepararmi, stressandomi tutto il tempo per ciò che mi tocca fare. Ho paura di fare una figura di merda. Già a scuola mi ignorano tutti tranne Lara, e chi non mi ignora mi tratta come un cane. Ci manca solo che mi faccia prendere per cerebroleso da Ash e si sparga la voce in tutta la scuola. Sarebbe proprio la ciliegina sulla torta. Ma probabilmente mi sto facendo paranoie inutili, al solito mio. Mentre vado alla fermata però, e mi guardo attorno, i miei pensieri si dirigono altrove. Come possono non farlo, mentre cammino per le strade di questo paese monotono? Mi sembra tutto grigio qui. Di tutti i comuni che c'erano, per forza qua dovevo nascere io? Quarantamila abitanti circa, e non ne ho mai conosciuto uno con il quale valesse la pena parlare. É un paese pieno di persone vuote. O forse dovrei dire cittá. Ci é stato dato questo titolo solo perché abbiamo uno stupido castello, anche se in realtà non ci sono abbastanza abitanti per costituire una città. Quando finalmente salgo sull'autobus é quasi un sollievo, ma appena partiamo ricomincio a pensare a ciò che dovrò fare a breve, e mi viene dinuovo l'ansia. Inizio a fare il conto alla rovescia delle fermate che facciamo. Quando arriviamo a Tiana ho giá il cuore in gola. Non riesco neanche a concentrarmi sulla canzone che sto ascoltando. Mancano tre fermate prima di raggiungere la sua. Il cuore mi batte fortissimo. Due fermate. Non oso immaginare in che condizioni sarei se dovessi sorridere a Vic invece di Ash. Probabilmente in quel caso non mi sarei nemmeno alzato dal letto stamattina, mi sarei finto malato. Una fermata, e poi la prossima é quella di Vic e Ash. Ho paura di non riuscirci, ma so che se non lo faccio poi me ne pentirò perché mi rimarrà il dubbio. Un modo o l'altro potrei andarci fottuto. L'autobus accosta e si aprono le porte. Tra le persone che salgono noto un ammasso di capelli ricci: Vic. Appena lo vedo il mio cuore salta un battito, sento le mie guance riscaldarsi. É stupendo, come sempre. E come sempre, non mi nota. Dietro di lui vedo una chioma bionda, mossa ma non riccia. Ash. Faccio un respiro profondo e cerco di calmarmi. Guardo fuori dal finestrino e mi sforzo di pensare ad altro. Se deve beccarmi a fissarlo almeno non deve capire che sono in ansia. Dopo qualche minuto, quando il mio battito cardiaco si é stabilizzato, decido di procedere con il piano. Mi giro verso Ash; é seduto in fondo oggi, ma riesco comunque a vederlo. É seduto accanto a suo fratello, come sempre d'altronde. Lo osservo attentamente, cercando di attirare la sua attenzione con il mio sguardo. Analizzo con cura il suo aspetto. I suoi occhi azzurri, l'abbondanza di lentiggini sparse sul suo naso e sulle guance. Sono molto di piú rispetto a quelle di suo fratello. Indossa una felpa nera di Harry Potter, e dopo qualche secondo realizzo che é uguale a quello che ho io, anche se io la metto soltanto per stare a casa. Quando alzo di nuovo lo sguardo verso il suo viso vedo che mi sta fissando, e vengo attraversato dall'ansia. Rimaniamo li a fissarci a vicenda per qualche istante, e poi lui mi sorride. É un sorriso sincero e amichevole. Lo ricambio subito, e rimaniamo li a sorriderci per qualche secondo. Poi alla fine sono io a girarmi per primo, per paura di arrossire davanti a lui. Quando finalmente arriviamo a scuola scendiamo tutti quanti, lui prima di me, ma prima di scendere si gira verso di me e mi sorride dinuovo. Imbambolato, scioccato e felice mi vado a mettere vicino alla porta per aspettare che suoni la campana che indica l'inizio delle lezioni. Ho fretta di togliere la giornata scolastica dal mezzo. Ho bisogno di raccontare tutto a Lara. E invece le ore passano con una lentezza incommensurabile. Io rimango felice però, e nulla riesce a rovinare il mio buonumore. Neanche i miei compagni che si comportano di merda nei miei confronti. I loro insulti mi scivolano addosso. Quando finalmente suona l'ultima campana del giorno mi sento come se stessi per scoppiare. Corro alla fermata. Ash e Vic non ci sono; saranno usciti con i loro amici invece di tornare a casa. Meglio cosí, significa che posso telefonare subito a Lara. Appena salgo sull'autobus non ci perdo tempo infatti. Lei risponde al secondo squillo. "Come é andata?!" Urla lei, entusiasta. Le racconto tutto, dalla A alla Z. Parlo per almeno un quarto d'ora, e lei ascolta senza interrompermi. Quando finisco la prima cosa che dice é "Hai visto che avevo ragione?!" "Si dai, é vero," le concedo io, con un sorriso stampato in faccia. "Comunque potresti continuare su questa strada. Chi sa, magari diventate amici," suggerisce Lara. "Già, può essere," dico io. Poi ci salutiamo e riattacco. Mi appoggio alla sedia e sospiro contento; era tanto tempo che non mi sentivo cosí bene.

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