Capitolo 1

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Buonsalve! Sono Nicole, questa è la prima storia che pubblico, nonchè fanfiction, e spero vivamente che piaccia! Volevo solo precisare che "Stwuart", il personaggio che conoscerete leggendo, è Harry Styles solo descritto diversamente, ma riavrà le sue sembianze più in là e scoprirete come solo, appunto, leggendo. Ma non vi annoio e anticipo niente, buona lettura e perdonate gli eventuali errori!

Un bacione.

Primo giorno di scuola. Sono molto spaventata perchè oggi inizierà una nuova vita con altri nuovi amici. Ormai sono davanti al portone dell'istituto gremito di ragazzi con grandi sorrisi per aver rivisto i loro amici dopo una lunga e rilassante estate. A dire la verità, sono entusiasta perchè finalmente andrò in un liceo la cui materia principale, mi emoziona e la cosa più bella è che nella mia classe ci sarà anche la mia migliore amica. Non potevo chiedere di meglio e sono sicura che farmi nuovi amici non mi risulterà tanto difficile, l'unica cosa che mi attribuisce più ansia è il cambio di professori. Carlotta, la mia migliore amica, mi ha detto che i professori sono molto severi, ma non mancano di buon senso, spero vivamente di ottenere la loro simpatia. Mi guardo attorno nel tentativo di riconoscere la mia amica, ma non la trovo, strano! Io e lei durante gli anni in cui andavamo a scuola insieme, facevamo sempre ritardo, ma il primo giorno di ogni anno siamo sempre arrivate coordinatamente in anticipo. Non vedo l'ora di poter stare nuovamente in classe con lei, nei tre anni in cui non sono stata a Salerno, la sua mancanza in classe si è fatta sentire, ero abituata a vederla ogni giorno dalle elementari, ma, ironia della sorte, non ci hanno mai fatto mettere nel banco insieme. Che sfiga! Spero che al meno quest'anno possiamo condividere il banco. Mi guardo ancora attorno e finalmente la vedo, mi sta correndo in contro sbracciandosi. Rido colma di gioia e corro da lei. Ci abbracciamo come se non ci vedessino da anni, sono tonata a il primo settembre e dal due in poi, l'ho vista quasi tutti i giorni e cavolo quanto mi era mancato questo ritmo abituale.

"Bigol! Emozionata?" Mi domanda con un grande sorriso.

"Sì, tantissimo e mi sto cagando sotto per i professori!" Ridacchio per abbattere l'ansia.

"Oh fai bene, sono dei veri figli di puttana!" Dice seria, ma la conosco abbastanza da essere certa che lo fa solo per spaventarmi.

"Vaffanculo, stronza!" Rido dandole una spallata. Lei ride e subito dopo la campanella suona.

"Oddio no!" La mia voce esce fuori più stridula del dovuto mentre mi aggrappo al suo braccio.

"Sei sempre stata la preferita di tutti i fottuti professori e con questi non verrai meno, sicuro come la morte!" Cerca di rassicurarmi, come sempre. Bhe, sul fatto di essere sempre stata la cocca dei prof e dei maestri, ha un pò ragione, ma non sono d'accordo sull'ultima affermazione. Anche lei è stata spesso prediletta da molti insegnati e con molti insegnanti, intendo tutti gli insegnanti.

"Ora muoviti che così forse potremmo condividere lo stesso banco per la prima volta in undici anni!" Anche lei è stizzita sul fatto dei posti, ma subito ride seguita da me. Mi tira per l'avambraccio e fa una corsa al terzo piano.

"Per piacere, ora fermati!" Dico mentre metto una mano sul cuore cercando di riprendere aria. Non sono mai stata una ragazza atletica, ho sempre odiato l'aerobica, la corsa o tutti gli altri sport esistenti, fatta eccezione per il nuoto e il calcio.

"Entriamo!" Ridacchia e mi prende la mano. Rimaniamo entrambe delusissime quando vediamo che non ci sono banchi liberi, ma solo posti vuoti da condividere con ragazzi dai volti a me sconosciuti. E mi sento ancora più stupida quando mi rendo conto che l'ultimo banco rimasto completamente vuoto è stato occupato dal ragazzo entrato un secondo prima di noi. Divise per l'undicesimo anno! Pazienza! Ci scambiamo sguardi tristi e facciamo spallucce rassegnate. Carlotta si siede accanto ad una ragzza dai capelli corvini al penultimo banco della fila accanto alla finestra. Ed io, per averla il più vicino possibile, mi siedo dietro di lei, accanto allo stronzo che ci ha rubato il banco. La mia amica si gira verso di me e ridiamo contemporaneamente. Di certo avrà pensato anche lei che il destino non ci vuole come compagne di banco.

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