Capitolo 18

57 7 0
                                    

La prima mezzora passa, così come la seconda e Stwuart non è ancora arrivato. Continuo a pensare che anche oggi non venga a scuola, ma non posso ignorare il senso di delusione che provo. Guardo impaziene la porta sperando che da un momento all'altro lui entri attirando l'attenzione di tutti, con la sua estrema bellezza, poi si siede accanto a me e faccia una delle sue solite battutine sarcastiche su come io abbia tutti i quaderni ordinati o su come io sia troppo attenta alla lezione. Sorrido al pensiero, ma mi costringo a guardare il professore di arte che spiega come è stata costruita una statua o cose del genere. Con Stwuart le lezioni sono molto più divertenti, tra qualche battibecco, le risate trattenute durante le spiegazioni e qualche botta qui e lì, le sei-sette ore volano troppo velocemente. Quando la prima campanella suona quasi festeggio, ma la parte più bella è quando la porta si apre e una testa selvaggia e di colore rosso scuro ne sbuca fuori. Il respiro mi manca e istintivamente aggiusto i miei capelli. 

"Uhm buongiorno, scusate professore, la sveglia non è suonata." Il suo accento marcato e la voce roca accarezzano le parole educate. Mi sento così stupida! Cerco di far scollare i miei occhi sulla bellissima figura difronte a me per non farmi notare, ma gli occhi di Stwuart cadono immediatamente su di me. Abbasso lo sguardo e il cuore inizia a battere ad una velocità paranormale. 

"Prego." Risponde il professore dopo quasi un minuto passato a fare qualcosa sul computer. 

"Grazie." Risponde lui. Sento il suo sguardo bruciarmi la pelle, ma non alzo gli occhi, bensì guardo Nicolai alla fila opposta alla mia.

"Hey!" Dice lui come se ieri non mi avesse dato materiale su cui piangere. Ok, non ha detto niente di peggio a quello che ci siamo detti le volte precedenti, solo che questa volta è diverso... Cosa diamine faccio? Non mi sembra normale come atteggiamento. La mia coscienza ora mi sta raccomandando di non parlargli, ma il mio cuore mi sta mostrando pietose immagini di quando, su quell'albero, ci siamo baciati. Ma che cazzo! 

"Pinzillacchera..." Mi chiama esitante spingendomi leggermente il polso. Non posso dargli la soddisfazione di risultare offesa, cosa assolutamente vera. 

"Si?" Mi fingo interessata quando giro la testa nella sua direzione per poterlo ammirare. 

"Hai visto? Anche io so inventarmi belle scuse!" Mi rivolge un sorrido dolce, le fossette, i denti perfetti... Cerco di assimilare le sue parole.

"Uhm qual è la verità?" Fingo ancora una volta di essere interessata e divertita. 

"Una del quinto." Fa un ghigno e posso giurare di aver sentito il mio cuore spaccarsi nella sommità delle sue semplicissime parole. Mio Dio. 

"Cosa?" Chiede divertito con un ghigno ironico.

"Di prima mattina? Wow, Stwuart! Prestazioni estreme!" Dico ironicamente cercando di non pensare che i miei occhi stanno bruciando. Guardo Carlotta in cerca di aiuto, ma lei è girata di spalle del tutto ignara della tempesta che c'è in me. 

"Non solo io, ma anche lei! La giornata è iniziata stupendamente, credo che da ora in poi starò unicamente con ragazze più grandi, c'è molta più esperienza. Non che non ne avessi già provate di più grandi, ma questa era... wow!" Ti prego, smettila. Strizzo gli occhi, i brividi mi percorrono la schiena e una voglia incredibile di piangere di travolge. 

"Che bello! Non voglio immaginare i problemi della ragazza, deve assumere ottime sostanze allucinogene per stare con te..." Scherzo ancora.

"Non credo, sai, gemeva il mio nome e i suoi ansimi che mi ricordavano quanto io fossi bello, dicevano il contrario!" Ghigna malvagiamente. Non posso sentirlo, mi sto sentendo male. Oltretutto una piccola idea mi passa per la mente: crede io sia gelosa? 

"Risparmiami i dettagli, caro!" Questa volta non lo guardo, si accorgerebbe che sto per piangere, sospetto già che senta la mia voce pesante. Penso ad un piano geniale e mi piego la schiena in modo da arrivare con la faccia al banco ed emetto un gemito di dolore.

"Ahia!" Dico non guardandolo. 

"Cos'hai? Micole, cos'hai?" Chiede lreoccupato e tanti brividi mi percorrono le braccia quando le sue grandi mani mi toccano la schiena ricurva. Mi porto le mani alla pancia per sembrare più credibile e strizzo gli occhi verso di lui.

"Micole!" Mi scuote freneticamente sin troppo spaventato. 

"Un dolore lancinante alla pancia." Fingo una voce affannata e apro gli occhi. Carlotta si gira e scatta.

"Cos'hai?" Chiede subito proccupata buttandosi all'indietro con la sedia per avvicinarsi.

"Mal di pancia." Spiego debolmente. Magari fosse mal di pancia, soffro di mal di pancia, ma il dolore al cuore che sto provando ora non è per niente paragonabile al dolore fisico che mi procuro quando mangio qualche alimento a cui sono intollerante.

"All'improvviso?" Domanda e Stwuart annuisce. Si  gira anche Lodovica e miguarda con gli occhi spalancati.

"Cos'hai?" Domanda anche lei e per un secondo dimentico le parole Stwuart e devo trattenermi uan risatina, devo davvero sembrare credibile. 

"Vuoi che chiamo la professoressa? Questa stronza non si decide ad arrivare!" Dice impanicato.

"No, non c'è bisogno, aspetto." Rispondo. 

"Micole..." Dice dolcemente accarezzandomi la mano.

"Tranquilla." Le sorrido. La Monelli entra in classe e tutti si zittiscono e si girano avanti. Senza farsi vedere, Stwuart, mi accarezza la pancia, in un gesto capace di farmi emozionare. Ma poi ricordo il peechè di questa sceneggiata e gli occhi iniziano ad essere pungenti e decido di alzare la mano, voglio tornare a casa. 

"Si, Roghelli?" 

"Professoressa mi è venuto un attacco di mal di pancia, potrei andare a chiamare? Sto devvero male..." Uso le mie doti migliori di attrice fingendomi distrutta. Lei subito si preoccupa e acconsente. 

Sono sul mio letto, più fedele compagno di sventure, a mangiare biscotti e a deprimermi ripensando a quello che Stwuart mi ha detto, mi sento male solo a pensarci. Sono ormai le quattro del pomeriggio, quando il telefono vibra per la millesima volta. Sto ricevendo messaggi da tutta la classe per sapere come sto ed io rispondo meccanicamente:' bene, grazie mille, probabilmente domani tornerò a scuola', senza che loro sappiano il vero motivo. Stwuart mi avrà chimato una decina di volte le quali non ho mai risposto e, quando Carlotta ha saputo la verità sul perchè me ne sono andata via prima, mi è sembrata davvero furiosa, solitamente questa reazione mi avrebbe fatto ridere, ma oggi no. I miei genitori sono usciti da un'oretta ed io mi ritrovo stesa sul letto, a guardare la parete di fronte a me. Sorrido ricordando che Stwuart toccava il mio armadio meravigliato da tutti i decori da me fatti. Ci sono etichette con canzoni della Coca-Cola, citazioni, foto, adesivi, stemmi, disegni, oggetti incollati e ghirigori. Lui guardava con molta ttenzione il disegno che feci molto tempo fa, questo raffigura una mano verde che tiene in pugno un cuore con molte crepe e sullo sfondo ci degli occhi malvagi. Credo rappresenti il male che tiene in pugno il cuore delle persone buone e le lacera con una lentezza agonizzante. Questo disegno lo feci un mese prima di scoprire.... che dovevo trasferirmi a Milano. Sospiro. Quel disegno è stato quasi un avviso e Stwuart era ammaliato proprio da esso. Mi sto solo fissando. Mi tiro su facendo pressione sui gomiti e guardo i miei piedi coperti dalle ciabatte a forma di fette di pizza giganti. Sono così comode e calde! Faccio salire Margot sul letto e l'abbraccio. Gli animali sono così fedeli! Sono animalista e ambientalista da sempre, sono anche vegetariana ma questa è un'altra storia. 

"Margot!" Esclamo scuotendole la testa. Rido da sola per il mio comportamento al quanto pazzo e mi butto sul cuscino sospirando. Sbando quando il campanello inizia a suonare ripetutamente. Mi alzo e, senza neanche curarmi di chi possa essere, apro di scatto la porta con in nervi a fior di pelle. 

Scusate tantissimo se il capitolo è più corto del solito, ma sto imparando storia ed è il massimo che ho potuti scrivere! ♡ 

SecretDove le storie prendono vita. Scoprilo ora