Capitolo 8

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"È ok, grazie." Risponde poco convinto dopo averci pensato un pò. Scendo dal motorino e apro il portone mentre Stwuart parcheggia. Quando apro la porta di casa, sfilo le scarpe colme d'acqua e le poggio davanti la porta e lo stesso fa Stwuart. Faccio un salto sul tappeto seguita dal ragazzo silenzioso dai capelli attaccati alla fronte e la maglia incollata al petto scolpito. Diamine! Sfilo il casco e lo lascio cadere a terra. Distolgo lo sguardo quando atterra accanto a me, sul morbido tappeto.

"Aspettami, ti porto un asciugamano!" Gesticolo sfilandomi i calzini e strofinando i piedi sul tappeto per poi correre nel bagno e prenderne un telo. Quando tono da lui, noto che è molto preso dalle foto che raffigurano me e la mia famiglia in anni diversi.

"Questa sei tu?" Domanda indicando una foto di Bianca.

"Oh, no! Lei è mia sorella." Spiego ridacchiando. Tutti scambiano Bianca, per me. Siamo uguali tranne per i capelli, lei li ha castani e lunghi, io biondi e corti. Però in questa foto non si notano le differenze perchè è in bianco e nero.

"Wow! Siete uguali!" Dice ad occhi spalancati fissando la foto. Rido leggermente e gli passo l'asciugamano.

"Grazie." Mormora guardando le altre foto.

"Prego. Mhhh tu puoi usare il bagno per asciugarti e se vuoi puoi anche farti una doccia..." Propongo leggermente a disagio. Cosa penserebbe Daniele?

"Mhh no, grazie. Posso usare solo il phon?" Domanda guardandomi, finalmente.

"Certo, vieni!" Gli sorrido avviandomi verso il bagno e fermandomi davanti la porta.

"Il phon è dentro il cassettone, fai con calma e asciugati, se ti serve aiuto, chiamami." Sorrido per poi chiudere la porta. Corro in camera mia e prendo dell'intimo pulito, una maglietta, un pantalone della tuta e il telo per poi dirigermi nell'altro bagno. Chiudo la porta a chiave e mi spoglio velocemente buttando i vestiti nella cesta dei panni sporchi. Mi faccio una doccia veloce e mi vesto lasciando i capelli bagnati. Apro la porta e vedo che la porta dell'altro bagno è spalancata.

"Stwuart!" Richiamo.

"Sono in salone!" Urla in risposta. Mi dirigo in salone e lo trovo seduto sul divano ad accarezzare Margot. Sorrido un pò sorpresa, non pensavo fosse il tipo da coccole.

"Che razza è?" Domanda grattando dietro le orecchie del dolce cane.

"È un Bavaro Bernese."

"È bellissima, come si chiama?" Domanda sorridendo e accaarezzando il mio grande cane.

"Margot." Dico facendolo ridere. Aggrotto le sopracciglia

"Cosa?"

"Margot. È un nome orrendo!" Ride.

"Ah perdonami, Stwuart!" Dico ironicamente accentuando il suo nome orrendo.

"Cosa c'è che non va nel mio nome?" Alza lo sguardo su di me con un'aria infastidita.

"Tutto! Mi ricorda il vomito." Dico piegando la testa di lato.

"Il tuo mi fa pensare ad un asino con il raffreddore!" Dice serio imitandomi nei movimenti della testa.

"Il mio nome non è brutto!" Ribatto con voce piccola e offesa. Lui alza gli occhi al cielo

"Certo, cara, l'importante nella vita è crederci!" Mi sorride annuendo e facendomi setire presa ingiro. Faccio un sospiro profondo e chiudo gli occhi.

"Ti dispiace..." Lascio la frase in sospeso e apro gli occhi più rilassata.

"Ti dispiace se andassi ad asciugarmi i capelli?" Formulo la domanda con estrema calma.

"Vai, credo che fra poco smetta di piovere ed io posso andare." Dice guardando verso la finestra. Sposto lo sguardo da lui al balcone e noto che ora la pioggia è meno fitta.

"Perfetto, io vado!" Mi asciugo i capelli con anomala velocità e torno in salone, ma di Stwuart neanche l'ombra. Di certo non è andato via, ci sono i caschi ancora sul tappeto. Vado in camera mia e lo trovo intento a guardare il disegno che ho fatto.

"L'hai fatto tu?" Domanda indicando il disegno sull'armadio.

"Sì, è l'unico disegno decente che io abbia mai fatto in vita mia!" Ridacchio dicendo la verità, sono sempre stato una pittrice terribile.

"È molto bello." Un attimo! Mi ha fatto un complimento? Ora viene il terremoto.

"Grazie." Dico con gli occhi spalancati. Prima che possa rispondere, sento la suoneria del mio cellulare provenire dal comodino. È mia madre.

"Mamma!" Rispondo con allegria.

"Kikka, vedi che dobbiamo rimanere a  canare con questo amico di papà, perdonaci, non pensavamo c'invitasse a cena." Spiega malinconicamente.

"No, figurati, non ci sono problemi, a dopo!" Sorrido e le mando un bacio.

"A dopo, stai attenta!" Alzo gli occhi al cielo e attacco.

"Cosa?" Chiede il riccio.

"Non tonano per cena!" Sbuffo.

"E tu sei sola?" Domanda titubante.

"Sì, le mie sorelle uscivano stasera." Sbuffo.

"Se vuoi ti faccio compagnia io..." Non solo sta balbettando, ma ha anche fatto una proposta gentile! Oddio!

"Non devi."

"Ma voglio!" Wow!

"Ok, grazie, allora." Sorrido.

"Vogliamo ordinare una pizza?" Propongo, ma poi penso....

"È ok." Fa spallucce.

"No, non esiste! Con questa pioggia il fattorino potrebbe fare un'incidente! Non sia mai!" Dico freneticamente mettendo le mani fra i capelli. Il ragazzo davanti ai miei occhi, inizia a ridere e si butta sul mio letto contorcendosi dalle risate, la sua risata è così contagiosa!

"Perchè ridi?" Chiedo dopo aver smesso di ridere.

"Perchè sei così.... non so come definirti!" Ride ancora di più. Non nego di esserci rimasta leggermente male, cioè, non proprio male, non so spiegarlo. Mi prende in giro perchè ho avuto un pensiero buono?

"Vedi che ho un cuore e non voglio che per colpa mia un ragazzo possa ferirsi!" Dico leggermente risentita facendolo diventare repentinamente serio. 

"Non volevo intendere quello! Volevo solo dire che ... uhm nessuno avrebbe a cuore il dolce pensiero di non ipoteticamente ferire un ragazzo." Balbetta a disagio. Mi si allarga il cuore a vederlo così ... sincero e .... anche dolce! Sorrido e scuoto la testa.

"Allora, americano, ti farò assaggiare una vera cucina, non quello schifo che si mangia in America!" Scherzo facendogli alzare un sopracciglio.

"Cos'è meglio della cucina americana?" Chiede con il suo adorabile accento marcato.

"Quella italiana!"

"E tu sapresti cucinare senza avvelenarmi?" Chiede alzando un sopracciglio.

"Sì, me la cavo abbastanza bene!" Rido appena.

"Stupiscimi!" Annuisco convinta e vado in cucina. Ora è una questione di principio. Sì, ma .... cosa cucino?

"Master Chef, dove mi siedo?" Alzo gli occhi al cielo per lo stupido nomignolo e indico la sedia. Lui si siede ed io vado ad aprire il frigorifero. È abbastanza pieno, ma non c'è quasi niente che attira la mia attenzione, finchè non noto una busta di gnocchi freschi. Non sono come gli gnocchi fatti in casa, ma non fa niente, armiamoci di pazienza! La prendo e la poggio sul piano di lavoro per poi prendere anche una pentola e riempirla d'acqua.

"Se vuoi vai a vedere un pò di TV in camera mia o in salone!" Faccio spallucce mettendo la pentola sul fuoco.

"No, preferisco quello che sto vedendo." Non so perchè, ma la sua risposta mi ha fatto arrossire. 

Heyyyy! Scusatemi per il ritardo e per gli eventuali errori! Comunque sono davvero entusiasta perchè la storia sta per raggiungere le 200 visializzazioni, so che non è molto, ma sono ancora all'inizio e vi ringrazio lettori silenziosi! <3

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