Capitolo 7

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Buonsalve fanciulle e impavidi ragazzuoli, a mia discolpa dico che sono stanca hahahahahahahahahahahaha Bene dopo aver fatto la figura di merda del giorno volevo scusarmi per essermi assentata in questi giorni, ma sono in vacanza e mi sono successi vari eventi sia belli che terribili, ma non fa niente non rattristiamoci! Ora tolgo il disturbo e vi auguro una buona lettura!

Volto pagina e mi sistemo più comodamente sulla dura e fredda panchina.

《Tu sei quella che voglio che tu sia.》 Oddio! Amo Christian Gray. È un uomo semplicemente perfetto in ogni singolo difetto e non vedo l'ora di vedere il film che uscirà a San Valentino. Odio ad esempio le ragazze che si scandalizzano leggendo la trilogia di 'Cinquanta Sfumature' e poi sono le prime troie! È solo un libro è narra di una magnifica storia d'amore. Ok, ammetto che ci sono scene un pò forti, ma non possiamo vivere in una campana di vetro non conoscendo il mondo. È un libro che racchiude anche la verità, non possiamo scandalizzarci delle piccole cose che il mondo nasconde. Ammetto anche che non è una cosa sana quel tipo di relazione, ma non bisogna descriminare le persone che leggono questi libri. Solo perchè, ad esempio io, trovo questo libro affascinante, non vuol dire che io pratichi lo stesso passatempo del protagonista, sono per di più vergine cazzo! Alzo un secondo lo sguardo dal mio romanzo e vedo una chioma riccia, ma castana. Penso immediatamente a Stwuart. Chissà cosa voleva dirmi con quel 'questa me la paghi', oggi. Faccio spallucce e cerco di cancellare le sue immagini dalla mia testa, ma mi risulta impossibile. Quel ragazzo è perfetto. I suoi ricci rossi, sono folti ed emanano un buon profumo, i suoi occhi, hanno una forma perfetta e hanno il colore per il quale ho un debole, il naso è perfetto, nè troppo grande, nè troppo piccolo, perfetto e le sue labbra, oh le sue labbra! Sono di una profonda tonalità ciliegia e sono carnose e a forma di cuore. Sembrano così gustose, perfette per un bacio perfetto. Cosa? Oddio mio! Non posso davvero pensarlo. Daniele! Daniele è meraviglioso! Daniele ha le labbra più belle del pianeta. È simpatico, dolce, adorabile, è semplicemente Daniele! Continuo a leggere finchè non sento la presenza di qualcuno sulla mia panchina. Giro la testa e sbando.

"Dimmi che sei uno stalker, è l'unica giustificazione plausibile!" Dico fissandolo. Ridacchia e alza il mio libro leggendone il titolo.

"Non pensavo che una santerellina, perfettina come te leggesse certe cose!" Dice leggermente sorpreso, ma noto dell'ironia nella sua voce.

"Per tua informazione, non sono nè una santarellina, nè una perfettina!"

"In pratica sei una troia?" Chiede divertito. Devvero non dovevo rispondere così. Devo pensare ad una risposta adatta.

"No, sennò sarei già ad infilarti la lingua in gola!" Questa mi sembra adeguata.

"No, ma so che muori dalla voglia di farlo." Sussurra ad un centimetro da me. Io cosa? Non esiste. Mi fa schifo solo toccarlo, figuriamoci baciarlo.

"Mi fai ribrezzo." Dico autoconvincendomi e fissandolo negli occhi. Cavolo! Nessuno dei due parla perchè troppo intento a navigare negli occhi altrui. Sembra di navigare nella fabbrica di cioccolato, così dolce ... e buona ... e amata da tutti.

"Tu a me no." Rimango shockata dalla sua affermazione poco gradita. Spalanco gli occhi e mi alzo.

"Peccato che non sia reciproca la cosa!" Non mi scompongo più di tanto. Prendo il mio libro e mi giro camminando velocemente verso l'uscita del grande parco. Come gli salta in mente? Non può pensare che ogni singola ragazza muoia per lui! Lui mi fa schifo, non sono una delle sue troiette! È così bastardo! Come può essere così lussurioso e egoista da poter dire una cosa del genere? Ho sempre amato avere complimenti, ma non da lui! Uffa! Ho detto ai miei di venirmi aprendere alle 7:45, ma sono solo le 6:00 e farmela a piedi non esiste! Abito sui monti di Heidi e quella salita è troppo ripida. Non ho neanche un centesimo per il pullman, gli unici soldi che avevo li ho consumati comprando un Estathè. Mi siedo sul muretto e apro il bibro sperando che, leggendo, magari il tempo passerà più velocemente. Leggo per la decima volta la stessa pagina, non riesco a concentrarmi! L'unica cosa che occupa la mia mente è una figura dai capelli ricci. Eravamo così vicini che neanche un foglio di carta ci sarebbe passato fra le nostre bocche. Potevo sentire il suo profumo, un profumo idecifrabile, ma squisito.

"Vedi che le dita ti servono!" Una voce mi fa sbandare e riprendere dai miei pensieri anomali. Mi giro di scatto e alzo gli occhi al cielo quando vedo Stwuart con un sorriso sin troppo grande. Ma di cosa sta parlando? Guardo la mia mano destra e mi accorgo che le dita sono tutte mordicchiate e le unghia hanno una forma astratta. Cavolo! Strofino la mano umidiccia sul jeans e cerco di concentrarmi sul libro. Tentativo invano. Si siede accanto a me e sospiro frustrata. "Cosa vuoi?" Domando esasperata.

"Vederti nervosa! È divertente vedere la tua espressione esasperata!" Ridacchia. Se non fosse così bastardo direi che la sua risata è adorabilmente magnifica.

"Perchè sei qui?" Domanda dopo aver riso di me.

"Perchè non ti fai i dannati affari tuoi?" Ribatto con acidità.

"Vedi! Sei prevenuta! Cercavo solo di parlare normalmente e tu mi hai aggredito!" Dice calmo. Oh. Forse è un pò vero, ma ho le mie ragioni.

"Forse perchè con te c'è sempre un secondo fine, avremmo incominciato a litigare ugualmente!" Spiego pensandolo davvero. Lui alza gli occhi al cielo e sorride. Cala il silenzio più totale.

"I miei genitori non posso venirmi a prendere prima delle 7:45 e non ho soldi per un pullman." Spiego sbuffando. Gli ho concesso questa vittoria, non deve prenderci l'abitudine.

"Il tuo ragazzo castoro? Lui non è disponibile per te?" Domanda infastidito. Come osa parlare male di Daniele?

"Se avessi anche solo un capello di Daniele, saresti una persona migliore!" Dico acidamente spingendo il mio indice contro il suo petto. Lui ridacchia appena, facendo aumentare la mia rabbia.

"Ho il motorino, vieni!" Dice scocciato alzandosi, ma noto l'ombra di un sorriso. Se pensa che dopo quello che ha detto, io possa andare su un motorino con lui, si sbaglia di grosso!

"Non esiste!" Dico guardando difronte a me e incrociando le braccia al petto.

"Andiamo, Micole! Non farti pregare!" Sbuffa tornando da me.

"Sei proprio una bambina!" Scuote la testa prendendomi l'avambraccio. Strattono il braccio su cui c'è la sua mano e lui mi lascia sorpreso.

"Dai, tra pochissimo inizierà a piovere, fatti riaccompagnare!" Isiste, ma non lo guardo minimamente. Nessuno può offendere il mio ragazzo, tranne Clarotta. Lei è un caso a parte, lei lo insulta più a scopo di vedermi infastidita, ma non lo pensa davvero. Ok, lo pensa davvero, ma non so spiegarlo, non m'infastidisce se ne parla male lei.

"È l'ultima occasione, poi vado via!" Dice girandosi appena. Non lo guardo neanche. Ok, devo valutare le mie ozioni. Torno a casa mia o rimango qui sotto la pioggia? Sbuffo e mi alzo sentendomi molto lunatica. Sul suo viso perfetto compare un sorriso schifosamente compiciuto.

Dopo pochi passi, arriviamo davanti ad una bellissima Vespa blu.

"Bellissima." Commento sottovoce.

"Grazie!" Sorride e mi porge un casco nero. È stranissimo vederlo sorridere così spontaneamente, è sempre accigliato. Prendo il casco e lo infilo per poi chiudere il cinturino. Lui, dopo aver indossato il suo casco, sale sul motorino lasciando lo spazio per me. Salgo anche io e, non sapendo che fare, poggio le mie mani in grembo. Lui accende il mezzo e mi prende le mani portandole a circondare la sua vita. Sento un improvviso calore sul mio viso quando abbasso la testa.

"Tieniti, non voglio che tu cada!" Mi sgrida facendomi rabbrividire. È così strano questo ragazzo!

"Dove abiti?" Domanda addolcendo il tono precedentemente severo.

"In fondo alla salita." Dico indicando la ripidissima salita davanti a noi. Lui annuisce e parte. Dopo neanche tre metri, una piggerella inizia a scendere calma. Quando c'imbattiamo nella salita, il piovigginare si trasforma in una tempesta rendendoci fradici. Sto morendo di freddo con questo vesto sulla mianpelle bagnata.

"Hai freddo?"

"Abbastanza." Ridacchio.

"Dai, un minuto e arriviamo!" Non c'è neanche l'ombra di un sorriso sul suo viso, ma sono sicura che il suo era un supporto sincero. Mi sta rassicurando? Lo sta facendo davvero? Dopo un minuto, prendo le chiavi dalla mia tasca e premo sul telecomando per far aprire il cancello automatico. Stwuart scende e s'addentra nel parco in cui abito arrivando davanti al mio portone. Ed ora? Devo farlo entrare? In fondo è fradicio e mi ha riaccompagnato! Dibatto mentalmente se farlo entrare e, alla fine, la parte altruista ha la meglio sul mio potere decisionale.

"Vuoi entrare? Semmai vai via quando smette di piovere?" Propongo sperando di non ricevere una risposta sgorbutica.

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