Capitolo 9

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"Ora posso farti un gioco?" Domando con un sorriso divertito.

"Spara!" Sorride portandosi uno gnocco alla bocca. A dire la verità gli gnocchi alla sorrentina nel tegamino, che ho preparato, sono davvero buoni. Ora incrocio le dita sulle cotolette e le patatine. Bhe, le cotolette erano surgelate e non penso facciano schifo, le ho solo fritte, quindi dovrebbero essere buone. Mentre le patatine... spero siano buone perchè mi stavo tagliando un dito mentre le affettavo.

"Allora .... dobbiamo partire per un viaggio!" Dico e lui annuisce fissando le mie labbra. Ho qualcosa fra i denti? Oddio perchè sono così paranoica?

"E possiamo portarci un ogetto, io porto un materasso." Dico sorridendo. Lui aggrotta la fronte facendomi ridere.

"Io un ... libro?"

"Non puoi portarlo!" Ridacchio.

"Cosa? Perchè?" Scatta fingendosi offeso.

"Faccio preferenze!" Dico ridendo.

"Io porto un motoscafo."

"E puoi portarlo?"

"Sì." Sorrido con furbizia. Lui assottiglia gli occhi e mi guarda male facendo solo aumentare la mia risata.

"Io porto un minimeo!" Dice per poi ridere. Un minimeo?

"Non puoi portarlo! Io posso portare un minimeo!" Dico ridendo per poi fargli la linguaccia.

"Ma allora sei sessista!" Dice ridendo.

"Probabile!" Rido.

"Dai, cosa porti?" Aggiungo cercando di trattenere un sorriso divertito.

"Un satellite!" Mi sorprende.

"Sì, lo so, non posso portarlo!" Sbuffa.

"No! Lo puoi portare..." Dico scioccata.

"Non ci credo!" Urla alzandosi in piedi. Inizio a ridere tanto da arrivare a tossire.

"Perché?" Domanda dopo aver smesso di saltare.

"Sta a te capirlo!" Gli rivolgo un ghigno malefico per poi cercare di non ridere.

"Allora..." Dice pensieroso risiedendosi accanto a me.

"Mhhh, Micole, puoi portare un materasso, un motoscafo e un minimeo...." Mi brillano gli occhi quando pronuncia il mio nome è proprio lì che voglio arrivi!

"E tu puoi portare un satellite!" Cerco di aiutarlo.

"Sì, perchè...." Guarda un punto indefinito davanti a sè e posso immaginare la scintilla nella sua mente quando i suoi occhi s'illuminano e mi gaurda con un grande sorriso.

"Il tuo nome è Micole e inizia con la M e il mio con la S e di conseguenza, le cose che possimo portare, hanno le iniziali del nostro nome!" La speranza di avere ragione è evidente nei suoi occhi. Salta di gioia e mi allibisce quando mi abbraccia preso dalla gioia subito dopo la mia conferma. Dopo essersi reso conto di quello che ha fatto, si stacca e si gratta il petto, intuisco, per il disagio.

"Emhh io vado a prendere le cotolette." Dico imbarazzata alzandomi e andando verso la cucina. Aprendo il forno, noto di sfuggita il mio riflesso nel mircoonde e mi fermo. Si possono ben notare due chiazze scure sulle mie guancie, marchio del mio imbarazzo e noto qualcosa nella mia espressione, qualcosa di piacevolmente diverso. Sorrido spontaneamente e prendo la teglia con la carne impanata e la poggio sul banco da lavoro. Prendo due piatti e ve li riempio del secondo da me preparato, diciamo così. Prendo ketchup e maionaise e, cercando di non fare qualche caduta esilarante, arrivo in salone dove poggio i piatti intatti sul tavolino, davanti Stwuart.

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