PIANETI

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Il cuore non è davvero come lo immaginiamo, chissà ogni persona quanti tagli ci avrà sopra. Ci sono tagli che si possono rimarginare altri che rimangono ferite completamente aperte e che forse sono anche i nostri punti deboli. La maggior parte sono ferite causate da persone andate via e io questo lo so bene, ho perso così tante persone che per un momento ho pensato che le stelle avessero deciso per me: dovevo perdere una persona almeno ogni mese. Chissà ora in quale parte del mondo sono e se stanno bene perché io di certo non sto bene e forse neanche Giusy. Il mare riordina le idee ma altre volte non è così, da solo può sembrare tutt'altro che tranquillo, può sembrare un mare in piena nei nostri pensieri e far accrescere in noi altri dubbi. Il mare era il posto più frequentato da Giusy e sua nonna è un tempo era anche il posto dove poteva trovare risposte e dove era davvero felice ora, è tutto il contrario. Ogni giorno ripassa dal vecchio bar della nonna chiuso da un pezzo, ci entra e si siede fissando la porta e forse aspettando che lei ritorni, ma inutile dire che lei non è mai ritornata. Nei suoi occhi lo leggo che avrebbe voluto dirle tante cose, tutte quelle bugie tenute dentro e anche chiederle scusa per tutte quelle bestemmie dette in faccia, senza una faccia, di cui si è pentita troppo tardi. Ma lei voleva solo essere capita e forse anche essere ascoltata. La nonna le prometteva un posto dove le paure erano messe da parte e per un momento lei si sentiva libera, libera di camminare anche vicino ai sassi che sua nonna chiamava pianeti, bastava solo un salto per andare da un'altra parte ma lei non ci ha mai provato, si sarebbe sentita troppo stupida a farlo. I giorni passavano e forse sotto gli occhi di Giusy no che continuava ad aspettare sua nonna, il tempo sarebbe ripartito solo se lei fosse ritornata. Nei vecchi cassetti del bar c'erano fogli, a volte ne prendeva qualcuno e sopra ci scriveva qualcosa era un modo per sentirsi meno sola e più vicina alla nonna, e poi li riponeva nello stesso cassetto. Prima di lasciare il bar si guardava intorno aspettando un saluto della nonna ma ogni volta era lei a salutarla "tu aspettami lì in alto sulla grande ruota dove il mondo è solo un punto da lasciarsi dietro". Era stata l'unica parte vera nella sua vita come la luce del mattino e forse non l'aveva vissuta a pieno ma comunque l'aspettava in una stanza che è sospesa in alto tra le luci delle stelle e sto dannato inferno avrebbe voluto farle vivere tutta la sua vita, quella che lei ora rifiuta.

...io che non ho avuto mai niente di vero a parte te.

IO SONO LA SUA OMBRADove le storie prendono vita. Scoprilo ora