Ciaoooooooooo
Ecco il nuovo capitolo...è più lungo del precedente e finalmente si capisce perchè Elettra ce l'ha tanto con Sev!
Fatemi sapere che ne pensate :)
Buona lettura!
Baci❤️
S. E.Piton purtroppo aveva visto giusto.
Era sera ed Hermione parlava con Minerva e Remus; la ragazza era molto preoccupata perché, anche se Severus non diceva niente, lei vedeva chiaramente che la maledizione procedeva velocemente e lo stava debilitando più del previsto.
“Io non so cosa fare, lo vedo soffrire e vorrei eseguire subito il rituale ma appena lo accenno salta su come una molla che non è il caso ancora, che è pericoloso, ecc…io ho paura di arrivare oltre il suo punto di non ritorno…”
“No Herm, stai tranquilla, Severus è un testone, ma tiene molto a te e adesso anche a sé stesso…vedrai che non arriverà oltre il limite…” disse Remus convinto.
Minerva invece non si pronunciò, Piton era cambiato negli ultimi anni, ma lei sapeva quanto avesse la tendenza a darsi poca importanza…sperava solo fosse cambiato anche in quello.
“Oggi non l’ho visto, come sta?” chiese per deviare il discorso
“All’apparenza bene, ma non l’ho più visto senza trasfigurazione quindi non so con certezza…”
Hermione fu interrotta da uno scoppio esterno alla scuola
“Cos’è stato?” chiese Remus
Un altro scoppio rimbombò nella notte così i 3 si diressero verso le vetrate che davano sul parco e, in lontananza, nel buio, videro Elettra.
Sembrava una scena già vissuta, Elettra come Voldemort prima di lei, stava in cima alla collina al limitare dei confini di Hogwarts, l’unica differenza era che lei sembrava sola.
La sua voce risuonò chiara e sicura nell’aria…altro deja-vu.
“Buonasera a tutti. Mettiamo in chiaro una cosa, io voglio Piton ma non mi farò scrupoli ad uccidere chiunque si pari sul mio cammino; non combattete, non avete possibilità contro di me.
Piton hai capito? Se hai il coraggio incontriamoci tra 10 minuti al limitare della Foresta Proibita, altrimenti guarda i tuoi amici morire uno dopo l’altro finchè non arriverò a te..!”
Il panico si diffuse in fretta tra gli studenti, i prefetti facevano il possibile per mantenere la calma ma a loro volta erano impauriti; tutti speravano in un’unica persona: Severus Piton.
Il Preside aveva ascoltato il discorso a sua volta, si aspettava l’attacco di notte ma non quella notte…non era ancora pronto del tutto…ma ormai non c’era più tempo.
Doveva combattere, ma non era sicuro di farcela..cosa certa era che avrebbe dato tutto sé stesso.
Con uno sforzo titanico uscì dall’ufficio e incontrò Hermione e Remus.
“Severus, non devi andare! Combatteremo! Abbiamo sconfitto Voldemort, sconfiggeremo anche lei!” disse Remus che voleva sembrare sicuro, ma in realtà non lo era molto.
“Non è la stessa cosa, tu non capsici Remus..” rispose Severus notevolmente stanco e provato
“Sev, ascoltalo, non puoi andare all’incontro..non puoi…”continuò Hermione.
Piton scrollava la testa
“Cosa non capisco Severus? Cosa sai che noi non sappiamo?” chiese Lupin preoccupato
Piton lo guardò dritto negli occhi, doveva dire loro la verità, dovevano sapere a cosa andavano incontro.
“In realtà ho solo dei sospetti. Nel testo che Elettra cercava ci sono molti modi per evocare e comandare demoni malvagi, temo lei abbia risvegliato uno di quelli; se così fosse dovete scappare al più presto. Io andrò da lei, magari se mi consegno subito risparmierà voi altri…”
“Andiamo Severus! Non ci credi nemmeno te!” disse Remus parandosi davanti al mago bruno. Piton fece per allontanarlo ma appena lo toccò perse l’equilibrio; non aveva assolutamente forza.
Hermione lo prese prima che cadesse e si rese così conto con orrore che era più leggero di prima…troppo leggero.
“Severus, dobbiamo combattere; tutti insieme, uniti. Minerva si sta occupando di mettere gli alunni al sicuro e di chiamare gli ex membri dell’Ordine, io e te nel frattempo dobbiamo fare il rituale. Non c’è più tempo!”
Hermione aveva un tono che non ammetteva repliche, ma a Piton non importava.
“Fino a prova contraria sono io il Preside qui, quando lo sarai te, deciderai. Adesso non faremo niente, te servi in forze, non moribonda. Aiutate Minerva a coordinare la ritirata degli alunni, ci vediamo in Sala Grande tra poco”
Non replicarono oltre e fecero come aveva detto il Preside.
In Sala Grande poco dopo erano riuniti molti membri dell’ex Ordine della Fenice, gli Auror del Ministero e i Professori, per fortuna non si era deciso di chiudere il passaggio verso la Testa di Porco così gli alunni erano evacuati.
Piton prese la parola.
“Grazie a tutti di essere qui ancora una volta per proteggere la scuola. Elettra sembra sola ma non sottovalutatela, credo abbia più frecce al suo arco.
Io adesso andrò al limitare della Foresta Proibita..da solo…” concluse guardando Hermione
“No, Sev, non se ne parla, io verrò con te..”
“No! Preparatevi a contrattaccare se fosse il caso..”
“No, zuccone che non sei altro! Ridotto come sei non arriveresti neanche all’inizio del parco! Io vengo con te…quando saremo da Elettra mi nasconderò nei paraggi in caso di bisogno..questo è il piano!”
Piton valutò l’atteggiamento di Hermione e capì che non l’avrebbe avuta vinta neanche se fosse stato al pieno delle forze quindi si arrese.
“E sia, ma starai in disparte senza fare insulsi gesti da Grifondoro, intesi??”
A quel punto prese la parola Harry.
“Scusate, Hermione, hai detto…’ridotto come sei’…che vuol dire?”
Ci fu un attimo di silenzio, poi Piton pronunciò l’incantesimo rivelatore.
Tutti i presenti rimasero a bocca aperta, anche coloro che sapevano della maledizione non si aspettavano una tale vista.
Piton aveva le sembianze di un pluricentenario: magrissimo e curvo, le esili spalle sembravano non poter reggere il peso della testa sulla quale pochi sparuti e patiti capelli bianchi mal celavano macchie scure e bitorzoli, gli occhi infossati quasi spariti nel cranio, la bocca pressoché priva di denti, le guance esangui, le mani, talmente nodose e artritiche da essere quasi inutilizzabili.
Quella non era neanche l’ombra dell’uomo che conoscevano.
“Cos’è successo???” chiese Ron con voce quasi isterica.
“Maledizione Invecchiante, vi spiegherò meglio dopo..adesso devo raggiungere il luogo dell’incontro, il tempo stringe.”
Così dicendo si voltò e con passo lento ed incerto si avviò verso il parco con Hermione al suo fianco.
Trovò Elettra dove aveva detto, apparentemente sola.
Hermione si nascose in un anfratto dal quale poteva vedere bene la scena senza essere vista, anche dalla sua postazione la strega sembrava sola.
Mandò il suo Patronus per indicare la sua posizione in modo che potessero raggiungerla Remus e Minerva, come erano già segretamente d’accordo, si erano ben guardati dal dirlo a Severus consapevoli che non avrebbe accettato.
La raggiunsero quasi subito e si misero in ascolto della conversazione che avveniva a pochi metri da loro.
Piton cercava di mostrarsi più fiero ed in forze possibile ma il suo aspetto lo tradiva sensibilmente, Elettra appariva tranquilla e rilassata, era chiaro che sentiva d’avere la situazione in pugno.
“Elettra, finalmente faccia a faccia, oppure anche in questo caso si tratta di un ologramma?”
“No, questa volta direi che non è necessario..sono io in carne ed ossa! Tu piuttosto, ti ricordavo diverso….”
“Oh, tranquilla, solo un piccolo incidente di percorso…niente di irrisolvibile” Elettra fu presa un po’ in contropiede ma cercò di non darlo a vedere “forza, spiegami adesso quali sono le tue motivazioni! Non sai quant’è che ci penso…!”
Lo sguardo di Elettra cambiò in un attimo e diventò omicida, illuminato da una scintilla di follia, mentre una rabbia feroce mal controllata vibrava nella voce quando rispose
“Non ci arrivi??? Ti dico solo una cosa…il mio cognome è Gasparov!”
Gli ingranaggi mentali di Piton si misero subito in funzione, quel nome non gli era nuovo per niente, riguardava qualcosa di molto tempo addietro, ma cosa?!?
E poi, come un fulmine a ciel sereno, ricordò.
I Gasparov, una famiglia influente di maghi Purosangue dell’est, oppositori di Voldemort.
Il Signore Oscuro aveva cercato dapprima di convincerli poi aveva deciso di annientarli, che fossero d’esempio per gli altri; per quello gli commissionò una pozione che li torturasse e solo in un secondo momento uccidesse.
Lui era all’inizio della sua “carriera” da Mangiamorte quindi nell’ansia di compiacerlo aveva fatto del suo meglio..anzi del suo peggio.
La pozione che produsse era micidiale, se somministrata in piccole dosi provocava una tortura simile alla Cruciatus ma più duratura, mentre per uccidere serviva una dose maggiore; se invece non si decideva di uccidere il prigioniero lo si avrebbe comunque lasciato con atroci dolori per il resto della vita.
Il Signore Oscuro fu entusiasta della pozione e la somministrò ai Gasparov: padre, madre e figlio.
Il bambino era giovane e morì quasi subito seguito dalla madre, al padre invece toccò la sorte peggiore: rimanere in vita con la consapevolezza di non averli salvati.
Piton capì perché Elettra ce l’aveva tanto con lui, non poteva darle torto; ricordò che quell’evento l’aveva talmente segnato che da quella volta le sue convinzioni da Mangiamorte iniziarono a vacillare e decise che non avrebbe mai più prodotto una tale pozione…ma per i Gasparov ormai era tardi.
“Vedo che ti sei ricordato…!” disse Elettra.
“Si, e comprendo il tuo odio per me…”
“Io quel giorno ero da mia nonna, quello fu l’unico motivo per cui non fui catturata. Dopo che lo rilasciaste mi presi cura di mio padre, o almeno di quello che rimaneva…era un uomo distrutto, in preda a sofferenza fisica e mentale; io feci del mio meglio con lui ma non servì… un giorno tornai a casa e lo trovai in giardino, si era buttato dal tetto della nostra abitazione. Quel momento giurai che avrei scoperto chi era l’artefice di quella pozione e mi sarei vendicata!”
Piton era sconvolto, la storia dei Gasparov l’aveva già colpito allora, ma nessuno sapeva che avevano una figlia..
“Immagino che dire che mi dispiace non serva a niente, però sappi che non passa giorno in cui non chieda perdono alle mie vittime, dirette ed indirette, come i tuoi famigliari…avessi potuto avrei dato la mia vita per avere le loro indietro, ma non era possibile, quindi l’unica cosa che mi restava da fare, e che ho fatto, era combattere quello stesso Padrone che prima servivo. Però se tu adesso ucciderai degli innocenti per vendicarti di me non sarai diversa da Voldemort! Sarai esattamente come lui!”
“Credi davvero che mi interessino le tue patetiche scuse??? Non hai scuse né modi per rimediare!! Io non sarà mai come Voldemort! Sappi che la mia vendetta sarà compiuta solo quando tu avrai visto tutti i tuoi amici morire senza poterlo evitare!”
“Ma non capisci? Per vendicarti di una sola persona ne ucciderai molte di più! Cadrai esattamente al suo stesso livello!”
Ma ormai Elettra non ragionava più, aveva cominciato a pronunciare delle strane frasi in una lingua sconosciuta dell’est europeo e stava apparendo qualcosa in lontananza.
Si delinearono delle sagome, alcune basse, una alta e grossa che sembrava un gigante.
Piton era molto preoccupato, il piano di Elettra adesso era fin troppo chiaro e nelle condizioni in cui era non avrebbe potuto contrastarla, senza contare che non sapeva precisamente cosa avrebbe dovuto combattere.
Solo una cosa era certa: si stava mettendo male.
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Una nuova vita per Severus Piton - SNAMIONE
FanfictionPiton non è morto dopo l'attacco di Nagini e quando si sveglia si ritrova con la vita un pò stravolta: nuovi amici, un nuovo amore e persino una nuova nemica da sconfiggere! ~SNAMIONE~ Vorrei precisare che questa storia NON è mia, ma di Aloysia Pito...