capitolo 1

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La prima volta che lo vidi sapevo chi fosse. Anzi, conoscevo tutto di lui, e proprio per questo sapevo anche che avrei dovuto avere paura, che mi avrebbe uccisa.

Restai ferma ad osservarlo, mentre continuava ad accoltellare il corpo già esanime di una donna.

Ad un certo punto si alzò e, osservando con un non so che di soddisfatto la sua opera, scoppiò in una fragorosa risata.

Nessuno può immaginare quanto fosse inquietante e disumana, perché nessuno che l'abbia sentita è ancora vivo.
Quella risata... ti entra nella testa, la senti scendere come un brivido freddo lungo tutta la schiena, ti manca il respiro, e all'improvviso un orrore cieco ti attanaglia le viscere.

Mi avrebbe uccisa, sarei stata ritrovata al sorgere del sole, e la mia foto sarebbe finita su tutti i giornali sotto la scritta: "Il killer colpisce ancora".
Non aveva senso scappare, con lui non avrei avuto nessuna possibilità di riuscita.

Rimuginando su questo non mi accorsi subito del silenzio.
Tutto era immobile, neanche un filo di vento, e la luce pallida della luna rendeva la scena ancora più spettrale.

Notai che ora sembrava quasi triste, ma non era possibile, era un criminale senza nessuno scrupolo!

Jeff.

Mi era sempre piaciuto quel nome.
Si mormoravano tante cose su "Jeff the killer", ma nessuno sapeva per certo quale fosse la verità dietro la leggenda. Di certo non c'era nessun sopravvissuto a raccontare di averlo incontrato davvero.
Ed ora io, una banale ragazzina, avevo appena assistito ad uno dei suoi omicidi. Questo era già di per sé una condanna a morte certa.

L'eco della sua risata risuonava ancora nella mia testa. Sentivo il senso del pericolo, ma non riuscivo a muovere neanche un muscolo. Stavo lì in piedi con gli occhi sbarrati e le mani premute contro il petto, quasi a voler impedire al mio cuore di fare troppo rumore.

Ora potevo vederla meglio.
Della ragazza rimaneva solo una folta chioma bionda, e un sorriso insanguinato... avrebbe sorriso per sempre.

Lui si portò il coltello alla bocca e leccò lentamente la lama intrisa del sangue ancora fresco.

Sentivo il mio cuore battere forte nel petto, faceva quasi male. Respiravo piano, quasi servisse a non farmi scoprire mentre rubavo uno sguardo a quell'assurdo quadro di lugubre bellezza.

Lui si girò all'improvviso, e l'ultima cosa che vidi furono i suoi occhi azzurri spalancati che mi fissavano.
Poi, buio.

JeffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora