Segreto

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Hyunjin cominciò a camminare verso quel luogo. Si teneva rasente i muri e cercava di non dare nell'occhio.

Se lo avevano nascosto loro fino a quel punto ci doveva essere un motivo.

Aveva fatto la strada centinaia di volte, la conosceva perfettamente.

Si fermò davanti ad una porta, mettendo la mano pronta sulla maniglia, quando sentì una mano sulla propria spalla. Gli aveva dato una scossa.

Sicuro, non poteva essere la mano di Changbin, lui rilasciava vibrazioni differenti. Si voltò e trovò di fronte a sé una di quelle del gruppo di Addestramento.

"Cosa ci fate qui?"
Hyunjin senti' di dover improvvisare, sfoggiando la sua faccia più dolce e convincente: "Oh scusi, ci siamo persi un attimo. Sa, questo posto è così grande... Cercavamo il bagno, quale sarebbe la giusta direzione?"
La donna gli indicò la strada giusta. Il ragazzo si inchino' più volte e poi si diresse verso la direzione indicata dalla donna.

Menomale, un uomo non lo avrebbe fatto andare così facilmente. E aveva dovuto usare la propria bellezza più che il cervello ancora una volta. Proprio vero che l'abito lo fa il monaco. Sospirò.

Hyunjin voltò l'angolo e si mise ad osservare la porta. "Ehi, mi dai una spiegazione?" Cercava di protestare inutilmente l'altro.

Hyunjin mise una mano sulla bocca di Changbin e un dito sulle proprie labbra, facendo segno di stare in silenzio.
D'un tratto riprese a camminare verso la porta, e sentì Changbin sbuffare dietro si sè. Poco male.

Diede un'ultima occhiata e poi aprì d'un colpo la porta e tirò dentro la stanza buia l'altro.

Changbin avrebbe potuto pensare qualsiasi cosa- Hyunjin che lo tirava dalla maglietta con una certa aria misteriosa fino ad arrivare in una stanza oscura...- ma a Hyunjin non interessava.

Che il suo amico pensasse ciò che voleva.

Inoltre, di lì a poco, avrebbe scoperto che nella stanza avevano compagnia.

Hyunjin si adrentrò nel buio e poco dopo si sentì il rumore di un pulsante.

Una miriade di luci si accesero davanti a loro. Lucine lampeggianti, schermi con immagini in tre dimensioni, e video, scene di battaglia.

Seungmin seduto su una sedia di fronte ad un monitor.

Changbin guardò Hyunjin e il ragazzo gli sorrise. "Stupito eh? L'abbiamo scoperto prima di partire per la missione, ma tra le varie preparazioni volevamo aspettare."
"E come l'avete scoperta?"
Seungmin sbianco', anche in mancanza di luce.

E allora Hyunjin dovette risolvere la questione: "Ehm stavamo passeggiando e cercavamo un posto..."
"Okayokayokay risparmiami"

Changbin non volle andare oltre con le domande. E Hyunjin gliene fu grato.


"Ora, guarda bene" gli consigliò il ragazzo più alto. Changbin si avvicinò alla parete digitale e si soffermò su una rappresentazione tridimensionale del viso di un ragazzo. Changbin perse un battito.

Era il suo viso.

E ruotava in lucine neon digitali azzurre disegnando una figura che scannerizzavano ripetutamente.

Spostò lo sguardo su un altro schermo sulla destra, quello che raffigurava le scene di guerra, e riconobbe le statue abbattute e i gradini spezzati. Era un incubo. Ed era lui nel suo stesso incubo. Era tornato sul campo di battaglia.

"Sono state aggiunte poco dopo che siamo tornati, ma ce ne sono a centinaia. Sin da quando siamo piccoli." E Hyunjin gli indicò un altro schermo, sulla parete sinistra. Era la scheda clinica di un piccolo bambino e accanto a questa l'analisi di una ferita sulla pancia. Esattamente dove era ferito Lee Know.

E poi altri video. E foto. E profili in tre dimensioni. E cartelle. Tutto su di loro. Scene che ricordava e non.

Scene di guerra che li coinvolgevano tutti, ma di missione ne avevano vissuta solo una. Non era possibile che fossero loro. Erano scene che non avevano mai vissuto.

Quando Seungmin ruppe il silenzio, ci mancava poco che Changbin morisse di colpo al cuore: "Questa non è ancora la parte più inquietante." E premette un pulsante.

Subito si aprì la parete di destra, l'unica priva di schermi elettronici. Si aprì un lunghissimo corridoio su cui centinaia di teche cilindriche enormi si trovavano stipate lungo le pareti e rilucevano di una luce propria arrurro- verdognola.

Seungmin si alzò dalla sua sedia facendola rotare su se stessa e si diresse lungo il corridoio. Hyunjin lo seguì a ruota. I tre si fermarono davanti alle prime teche. Changbin vi si avvicinò superando Seungmin e Hyunjin e si diresse alla prima teca.

Nel fumo verde che c'era dentro cominciò ad individuare una figura umanoide; mano a mano che ne scopriva i contorni era sempre più atterrito, fino a che non comprese.

La figura era Felix, il suo Felix. Era lui, con i capelli morbidi e lunghi, il viso magro e scavato.

Solo, era più pallido, come fosse morto. Era nudo, se non fosse per il fumo.

Ma ciò che lo rendeva veramente orribile, erano i centinaia di cavi che gli entravano ovunque, nelle orecchie nelle braccia, nella pancia.

E soprattutto negli occhi, aperti e vitrei.

"F-felix..." Changbin si allontanò di scatto cadendo all'indietro, Seungmin gli arrivò alle spalle e lo sostenne prima di toccare terra. Changbin lo respinse con una bracciata e si alzò tremolante, allontanandosi dalla stanzetta nascosta e dando un'ultima occhiata alle teche.

Gli parve di scorgere il suo stesso corpo.

C'era spazio a sufficienza per tutti i suoi amici.

Si lasciò cadere su una sedia e vi si abbandonò. Hyunjin gli si sedette accanto e gli accarezzo' una guancia, e lui chiuse gli occhi.

Non voleva crederci. Felix conciato così... non avrebbe potuto sopportarlo. Si stava unendo troppo a quei ragazzi e soprattutto a lui. Sentì la porta nascosta chiudersi e solo allora poté parlare: "Chan... g-gli altri lo sanno?"

"Hyunjin voleva che tu fossi il primo a saperlo" Changbin guardò Hyunjin che aveva una faccia indecifrabile.
"Credo... credo di dover uscire da qui".
Hyunjin lo prese per un braccio e lo aiutò ad alzarsi.

Se queste erano le premesse, Chanbin non avrebbe potuto sottostare alle regole un minuto di più. Ci era stato per anni, sin da quando era piccolo, ma quando è troppo è troppo.

JYP. Lo sapeva. Chi era JYP, quali erano i suoi piani, ma soprattutto, da che parte stava?

Aveva permesso a Chan di creare la sua squadra riunendo la vecchia favola dei pianeti carini, aveva allenato questi pianeti a ruotare per conto loro, però aveva impartito ordini a non finire e li studiava.

Non è un atteggiamento comune. Ognuno ha una fazione. Tutti. E ognuno agisce per un tornaconto personale. JYP era la grande incognita in tutto questo.

E accanto a lui, l'altra grande incognita era Changbin stesso. Non si conosceva più. Gli era sembrato di avere un proprio posto, un proprio equilibrio, ma ora arrivavano dei semplici ragazzini e lo scombussolavano.

Di sicuro per gran parte era colpa di Minho, se non fosse stato per lui non avrebbero avuto molti dati, qui al Centro. Poteva rispettare quello che aveva detto Chan, ma lui no, doveva fare di testa sua.

Ma Changbin non riusciva a pensare ad altro se non ai suoi amici catalogati come merci in un magazzino. Doveva dirlo al più presto. Si, ma come?

"Ehi ragazzi, vi studiano da quando siete nati per creare dei nostri cloni, zombie  e Frankestein tutto insieme; ah e già che ci siamo li hanno già creati" beh non poteva funzionare.

Il momento giusto sarebbe arrivato, ma intanto poteva godersi la sua casa, e la sua famiglia.

Duruuuuuuuu.

E il pranzo, siccome era proprio ora.

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