Selezione

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La Selezione si svolgeva in un'enorme struttura adibita a teatro.
Si trovava nel centro della zona Nera, e probabilmente ne era davvero il cuore. Dopo che la città era stata conquistata dai rivoltosi, era stata completamente rasa al suolo (a seguito di questo evento si deve proprio la creazione delle caste e il ruolo dei Guardiani del confine).

Solo successivamente la città era stata ricostruita e con essa il suo maggiore centro: il teatro. Si presentava perciò imponente, dalle strutture arcuate e protese verso l'alto che esprimevano una grande eleganza e  compostezza, ma allo stesso tempo però risultavano anche estremamente resistenti.

In realtà però quello che più stupiva era il bianco splendente di questo teatro. Bianco. Nella zona Nera.
Fuori poteva anche sembrare uno stadio, se ancora si fosse giocato quel gioco dell'antichissimo calcio, ma una volta entrati si poteva respirare il profumo di un vero teatro.

L'architetto che lo aveva progettato sicuramente serbava memoria degli antichi teatri, del palco di legno, delle quinte di drappi neri, dell'oro delle rifiniture, del gesso color pastello delle decorazioni floreali.

Della poesia. Dell'arte.


Come ogni volta, Changbin era stupito dalla bellezza del teatro, dalla ricchezza della zona Nera. Si ritrovò ad accarezzare stupidamente il sedile di velluto rosso accanto a se', poi una voce negli altoparlanti: "Valutatori, prendete posto. A breve partiremo con il primo candidato."

Changbin prese posto proprio sul sedile rosso che stava accarezzando. Non c'è che dire, lusso rispetto alle sedioline bianche del centro di Addestramento.

"Il prossimo!"

Il successivo ragazzo fece il suo ingresso sul palco.

Woojin.

Era un ragazzo carino, i capelli lisci di un castano caldo, il corpo morbido da abbracciare. Era arrivato con il sorriso.

Stupido, si trovò a pensare Changbin.
Starebbe bene con un paio di orecchie da orsacchiotto, si trovò a pensare Changbin.

Sbatte' un paio di volte gli occhi, giusto per riprendersi, e le vocine nella sua testa smisero di contraddirsi.

Era rimasto un po' provato dalla febbre che aveva preso qualche mese prima, ma nulla di cui dovesse far sapere a Chan o a JYP.

Nel frattempo il ragazzo si era arrampicato alla corda che era stata srotolata dal soffitto. La prima prova era questa, per valutare la Capacità fisica.
Changbin poteva vedere come le braccia forti del ragazzo fossero in difficoltà per sostenerne il peso, infatti dopo poco mollo' la presa cadendo dolorosamente su una spalla.

Non un lamento, non un sospiro dal pubblico dei valutatori. Changbin si sentì disgustato ancora una volta nel rappresentare un mondo come quello.

Woojin si tirò su ancora sorridendo e si sedette sulla sedia che gli era stata portata nel frattempo. Ringraziò l'inserviente. La seconda prova era di Capacità intellettiva. Per valutare quanto la sua mente fosse allenata.

Gli furono dettati centinaia di numeri, e il ragazzo in un soffio di vento risolse l'equazione.
"Molto bene, la seconda prova è stata superata eccellentemente"
Si andava per la terza.

Capacità di analisi.
Era la prova più ambigua. Per valutare l'elasticità della mente a captare e rispondere agli stimoli. Così dicevano.
In realtà serviva più agli addestratori per immettere i comandi nei soldati.

"Se nella zona Rossa si imbattesse in una persona che grida cosa farebbe?"
Woojin non ci penso' neppure un attimo:"mi avvicinerei per capire cosa succede e per aiutare".

Changbin cercò lo sguardo di Chan. La risposta giusta era un'altra, una risposta fredda e distaccata di superiorità, ma lui aveva risposto questo. Come avrebbero fatto loro due e jisung. E dall'espressione di Seungmin, anche lui avrebbe risposto così.

Non può aver passato il test si disse Changbin, eppure qualcosa in lui gli diceva di credere in quell'orsetto.

Era ora che l'assemblea deliberasse.
Il primo a votare era un ragazzo della squadra di Controllo del confine attuale. Non ammesso. Se lo aspettavano. Woojin continuava a sorridere.

Fu la volta di Chan, che avrebbe guidato la successiva squadra di Controllo della JYP. Ammesso.
Woojin allargo' il suo sorriso.

JYP. Non poteva permettersi di farlo passare. Non ammesso. Woojin si spense un po', dato che il voto del capo valeva molto. Serviva che entrambi i voti rimanenti fossero positivi.

La ragazza della squadra di Addestramento votò: Ammesso.

L'ultimo voto, quello decisivo. Il ragazzo della squadra di Educazione. Ammesso.

Tutta l'assemblea applaudi', e per poco woojin non pianse. Changbin si appoggiò allo schienale. Si era appena accorto di quanto fosse stato teso.



Quella mattina si esibirono tanti altri ragazzi e ragazze. Nessun altro fu ammesso. Nessuno. Eccetto uno.
Solo un altro ragazzo fu degno di nota.

Chan si sporse sul sedile, come attirato da lui. Era giovane, non avrà avuto più di sedici anni. I capelli neri, gli occhi neri. L'apparecchio che luccicava quando sorrideva.

"Jeongin, ultimo candidato di oggi."
Lui si fermò al centro del palco e sorrise. Semplicemente sorrise. Non fece altro. Non passò la prima prova. Arrivò a metà corda e decise di scendere, le mani segnate da profondi solchi rossi. Si scuso'.

La seconda prova, variando dalla matematica alla letteratura, gli propose difficili versi da collocare nella giusta poesia. Non ne sbaglio' una. Rimasero certo stupiti.

La terza prova però li lasciò del tutto di stucco.

"Una persona non griderebbe mai in mia presenza."

Chan aggrotto' le sopracciglia. Il suo tono era strano e indecifrabile, la frase altrettanto. Voleva dire che nessuno avrebbe mai urlato, o che nessuno avrebbe urlato in sua presenza?
Il ragazzino non sembrava nemmeno essersi reso conto dell' ambiguità della sua risposta.

Passò con quattro voti favorevoli. L'unico voto sfavorevole era quello del leader dell'attuale squadra di Controllo. Aveva visto. Aveva capito. Ma non era l'unico. Anche Chan sapeva.

Jeongin era un Erede.

_Hellevator_ SKZDove le storie prendono vita. Scoprilo ora