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Se glielo avessero detto qualche tempo prima, non ci avrebbe mai creduto.

Non era possibile che uno come lui avrebbe potuto mai fare da scorta ad un gruppo di controllo famoso come quello.

Le sette stelle del momento.

Governavano il distretto cinque, uno dei più ricchi, un distretto migliorato solo grazie al lavoro duro di quei ragazzi. Anni prima avevano rischiato che la loro squadra fosse sciolta per mancanza di fondi e di risultati, tuttavia era diventata forte, e Minho poteva vantarsi di essere nel backup di quel gruppo.

I BTS, boyscout a prova di proiettile.

Minho sapeva che non sarebbe mai diventato un membro ufficiale di quel gruppo, così sperava in qualcosa di simile, tipo i famosi NCT o ancora i Seventeen, gli IKON.

Quando il signor JYP lo fece chiamare, era la persona più felice sulla faccia della terra. L'uomo era probabilmente il più rinomato degli organizzatori dei gruppi di controllo, e Minho non aspettava altro.
Era così che sarebbe stato ripagato del suo duro lavoro: un posto in una delle squadre più prestigiose.

Questi ed altri erano i suoi pensieri mentre percorreva i corridoi bianchi immacolati del centro di Addestramento JYP. La sua guida non aveva spiccicato una parola per tutto il tragitto.

Era un ragazzo alto, dai capelli ricci e grigi, il sorriso cordiale ma distaccato e una vaga aria di chi ne ha passate tante.
Chan, questo recitava il tatuaggio sul suo polso.

Minho non sapeva che pensare di lui. Era stato gentile quando si era offerto di accompagnarlo, freddo tutto il tragitto e poi ogni tanto lo sorprendeva a studiarlo di nascosto.

Ogni volta che il suo sguardo incrociava quello del suo accompagnatore, Chan gli sorrideva e poi spostava la sua attenzione altrove. Senza nemmeno essersene reso conto, Minho si era ritrovato davanti ad una porta uguale alle altre e poi dentro di fronte al signor JYP.

"Accomodati, Minho" gli fece un gesto.
"Ti ho fatto chiamare per proporti un posto in una nuova squadra in formazione. Continuerai l'allenamento con i nuovi arrivati ripartendo dal livello tre. Domani sarai trasferito nel nuovo dormitorio con la squadra. Puoi andare."

Minho lasciò lo studio un tantino scettico e di lì a un po' di tempo non riusciva nemmeno a ricordare se si fosse inchinato o no andando via. Era stato rapido.
Dunque, mai e poi mai avrebbe pensato che sarebbe arrivato così in alto con in bts, vero, ma soprattutto non avrebbe mai pensato di fare una caduta del genere. Al livello tre, ma stiamo scherzando?

Si ritrovò di nuovo in corridoio con Chan  il quale probabilmente si era accorto che qualcosa non andava.
Ad un certo punto, inaspettatamente, parlò: "Minho smettila di torturarti le mani, ti servono ancora"
Minho lo guardò senza capire, poi spostò lo sguardo sulle sue nocche che stavano diventando bianche. Rilascio' la presa sentendo le mani indolenzite.

Chan gli parlò di nuovo: "Ho sentito che farai parte della mia squadra, sono convinto che saremo ottimi compagni."
E concluse il tutto con un bel sorrisone dei suoi. Minho non capiva. La mia squadra? Non solo non sarebbe stato inserito in una grande squadra, ma non ne sarebbe stato neppure il leader.

In effetti, pensandoci meglio, era più logico così, anche se si era sempre immaginato lui, folgorante in solio.
Sorrise freddamente al suo leader e poi usci' fuori sotto la neve in direzione della sua abitazione che sarebbe durata una sola sera ancora.

Non lo sapeva ancora, ma nulla sarebbe stato più come prima.


Il dormitorio si era riempito.

Jisung sapeva che non sarebbero stati mai solo lui, Chan e Changbin, ma oltre loro si erano aggiunti anche Woojinorsetto, Seungminuffalavipera, Jeonginpiccolocuore, e sapeva che quella mattina sarebbero arrivati altri due ragazzi.

Durante una pausa in una sala di allenamento, mentre tutti erano stesi sul pavimento sudati cercando di riprendere fiato, Chan aveva detto di aver avuto modo di conoscere già uno degli altri membri, Minho.
Aveva detto fosse un bel ragazzo, forte e allenato, ma sicuramente non ancora conscio del suo ruolo di Erede.

Quello che Jisung non si aspettava era quanto in realtà fosse bello quel ragazzo.

"Buongiorno a tutti" si era presentato Minho con un inchino, sollevando leggermente gli angoli della bocca in quello che doveva essere un piccolo sorriso.

Minho era arrivato proprio come una fresca brezza e jisung si sentiva rinato. Quando gli occhi di lui incrociarono i suoi, Jisung senti' un fremito dal fondo dello stomaco, qualcosa che voleva scappare. Arrossi'.

E scappò via.

O almeno ci provo'.

Changbin lo prese per il colletto come fosse un gattino e lo riportò al suo posto.
Cominciarono le presentazioni e Jisung si sorprese a fissare minho con la bocca aperta almeno un paio di volte.

Aveva i capelli perfettamente in ordine, la pelle lattea e un viso da bambino, tuttavia la sua aurea era tutto fuorché quella di un bambino. Era sicuro di sé, pronto a ricevere attenzioni e dare comandi. Era il tipo di ragazzo che a scuola darebbe filo da torcere agli insegnanti.

"Jisung, ehi Jisung ci sei, mi vuoi dare una risposta?" Lo chiamò con voce severa Chan. Jisung sapeva quanto Chan odiasse non essere ascoltato.
Chissà qual era la domanda. Il ragazzo cominciò a sudare freddo e a temere un bella strigliata quando, grazia divina, la porta si aprì e ne entrò un angelo.

Cioè, era un ragazzo, ma sembrava un angelo. Altissimo, dai capelli castani lunghi che gli ricadevano sugli occhi e la pelle lattea. Pero era bello. Davvero bello.

Comparandolo con Minho, quel ragazzo era su un altro pianeta; tuttavia, si disse jisung, minho aveva un non so che di particolare e unico che lo rendeva preferibile al ragazzo angelo.

E questo ragazzo aveva anche una voce da angelo: "Buonasera, sono Hyunjin" e sorrise dolcemente.

Seungmin non gli toglieva gli occhi di dosso, mentre Woojin gli diede un' amichevole pacca sulla spalla di benvenuto.

Jisung riportò gli occhi su Minho e studio' la sua posa rilassata, il suo collo magro, le labbra sottili morbide piegate in un angolo duro, la pelle liscia e luminosa e poi gli occhi. Fissi su di lui. Cosa?

Solo quando Jisung incrocio' il suo sguardo, capi' che Minho lo stava  fissato a sua volta. Da un bel po'.

Inaspettatamente, le labbra di minho si mossero in un sorriso, poi entrambi rivolsero altrove lo sguardo.

Seungmin stava blaterando qualcosa, quando tirò in mezzo Jisung. "Sapete, è così stupido che mi ha chiesto a cosa servano le squadre di controllo. Ma dico io: cosa ci fai ancora qui?"

Chan lo guardò con uno sguardo misto di rimprovero e disperazione, capendo il momento a cui seungmin si riferiva. Jisung si era di nuovo comportato da stupido.

Jisung si sentì andare a fuoco: saebbe stata una convivenza davvero difficile...

_Hellevator_ SKZDove le storie prendono vita. Scoprilo ora