Buchi

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Due giorni dopo era toccato a Chan. Lui e Minho. I tipi capirono subito però che Chan forse sarebbe stato più produttivo con altri. Il giorno successivo fu preso insieme a Jisung, quello dopo ancora con Hyunjin.
Cercavano di cambiare, perchè per quanto avesse potuto capire Chan, la sostanza prodotta variava in base a quanto si soffriva, e nulla fa più soffrire, neppure una scossa, del vedere il dolore delle persone amate.

Probabilmente lui era abbastanza forte per loro e poteva condurli ad una risposta effettiva piuttosto velocemente, così in quel momento si accanirono su di lui.
Chan produceva infatti sostanza blu in grande quantità, ma non riuscivano mai a staccarla da lui.

Poi, un giorno non lo chiamarono più.
Chan per un po' non fu più chiamato per gli esperimenti. Ebbe così modo di riprendersi e prepararsi all'orrore quando questo fosse ripreso. Perché sarebbe ripreso, lui lo sapeva.

Così, per giorni rimase in cella con Woojin che sembrava essere stato graziato allo stesso modo.

Se però non compivano gli esperimenti su di loro, su chi lo stavano facendo? Non riusciva a pensare ad altro se non a loro, ai suoi amici.

Si metteva le mani sul volto e piangeva quella poca acqua che ancora aveva in corpo. I suoi amici, i suoi ninja. Li stavano torturando, quegli scarafaggi. Anzi no, definirli scarafaggi sarebbe un'offesa per i veri scarafaggi.

Tic tac. Il tempo scorreva.

Tic tac tic. Non c'era tempo, doleva fare qualcosa.

Tic toc toc. Ormai era diventata un'ossessione, aveva bisogno di una risposta.

Toc toc toc. Cavolo, una soluzione non può scendere dal cielo!?

STACK.

Chan saltò sulla brandina e si rivolse verso la fonte del suono.
Delle pietre si trovavano a terra, pietre che componevano il muro. Si era formato un buco.

Chan saltò in piedi e notò Woojin che aveva fatto lo stesso, e cautamente si diresse verso il buchino. Mise l'occhio sull'apertura. Per un attimo non vide nulla, solo una scrivania di legno uguale in tutto e per tutto alla loro, poi notò una brandina. Era una cella uguale alla loro.

Chan sentì uno spostamento d'aria e poi qualcosa si frappose fra lui e la scrivania. Un occhio.

Chan cadde all'indietro, ma Woojin fu pronto di riflessi e lo prese sostenendolo dalle ascelle.

Chan guardò ancora nel buco, e il buco parlò: "Chan! Woojin! Da quanto tempo! Mi siete mancati ragazzi, come ve la passate?"

E solo una persona parla così: il loro scoiattolino. Jisung.
A Chan si scaldò un poco il cuore, gli era mancato questo ragazzino allegro.

Poi il ragazzino fu tirato via dal buco e si introdusse Minho, coinciso come sempre. "Ciao, come va? Abbiamo trovato questa soluzione. Chan, perché sei a terra?"

E solo allora il riccio si accorse di essere ancora appoggiato a Woojin. Così, si alzò ringraziandolo.

Woojin si avvicinò a Minho: "Beh, piccol... ma quelli sono Seungmin e Hyunjin?" Chan lo scansò.
In effetti c'era un altro buco sulla parete opposta dell'altra stanza, quella della Minsung, e al buchino erano affacciati sia Seungmin che Hyunjin. Si salutarono. Come gli erano mancati i suoi amici.

"Ah Chan, ecco perché sentivamo così tanto rumore, tipo gemiti, colpi, "Minho più forte"..." e Chan si concesse un sorriso quando sia Minho che Jisung divennero rossi come peperoni e anche l'altra coppietta rise ad una cella di distanza.

Minho prese a parlare schiarendosi la voce: "Ragazzi, la Seungjin non ha trovato nessuno dall'altro lato, e come ben vedete manca qualcuno. Speravamo che voi poteste controllare dal vostro lato."

Chan si alzò subito: finalmente poteva rompere qualcosa, gli veniva chiesto di farlo apposta. Prese la prima cosa che gli capitò sottomano - il cucchiaio della cena - e cominciò a battere sul muro opposto alla Minsung. Sapeva che tutti guardavano lui.
La pietra finalmente cedette e cadde dall'altra parte.

Chan aspettò che la polvere si placasse, poi guardò bene nella stanzetta. La disposizione forse era leggermente diversa, perché il letto era parallelo alla scrivania, ma era una cella anche quella.

Vuota. Non era possibile. Chan sentiva chiaramente delle voci. Osservò bene. La scrivania. Niente. Di lato. Niente. Il letto.

Ehm ecco era pieno, ma così sottile che quasi non si vedevano i due corpi sotto le lenzuola. Se non si fossero mossi come degli impossessati, non li avrebbe mai visti, tuttavia, dato che effettivamente si muovevano come degli impossessati, Chan seppe di per certo che quei due erano Felix e Changbin.

Si coccolavano. Ridevano e si facevano il sollettico. Erano così carini, così felici.

Per un attimo Chan si sentì profondamente invidioso. Loro erano felici nonostante tutto, non solo per il semplice essere insieme, ma per il semplice amare la vita.

Si, ma potevano amarla in un altro momento, ora Chan aveva bisogno di risposte. "Ehm ehm" si schiarì la voce.

Una testolina lentiginosa si sollevò da sotto le coperte. Gli ci volle un po', ma appena Felix mise a fuoco Chan, sgranò gli occhi e scostò le coperte di colpo, saltando giù dal letto.
Un Changbin koala gemette in disapprovazione.

Felix in un istante raggiunse il buco: "Chan! O mio dio, Chan!" E poi apparve Changbin: "Chan, ragazzi! Ci siete tutti, che bello!"

Ma Chan, atono, fece notare: "Non siamo tutti. Ne manca ancora uno." E tutti lo capirono dalla semplice voce atona di Chan.
Felix e Changbin controllarono anche dall'altro lato, ma in efetti la loro cella era l'ultima da quel lato come quella della seungjin chiudeva il gruppo dall'altro lato. Non c'era altro. Nessun Jeongin.

Eppure non gli importava per ora: erano di nuovo insieme. Erano insieme, di nuovo senza Jeongin, ma potevano fare qualcosa, escogitare un piano, trovare una soluzione. In fondo, almeno erano tutti nella stessa struttura. Forse non era esattamente negativa come cosa l'essere tutti finiti lì.

Chan sentì un calore nascere nel petto, un calore profondo. Lo invase tutto e gli fece sollevare gli angoli della bocca. Stava sorridendo. Stava sorridendo davvero. Era la speranza.

"Sentite, ma non è che gli stronzi poi si accorgono dei buchi?" fece notare Changbin. Il sorriso di Chan gli morì sul viso. Sarebbe bastato poco a farli spostare tutti in luoghi diversi l'uno dall'altro, e allora sarebbero stati punto e a capo, tuttavia Minho rispose alle preoccupazioni di tutti: "È da un po' che avevamo il buco con i Seungjin e loro non se ne sono mai accorti. Diciamo che l'abbiamo fatto come tentativo e ha funzionato. Sembrano non notarlo."

"Bene ragazzi, dobbiamo escogitare qualcosa" si sentì parlare Chan con un briciolo di eccitazione nella voce. Era davvero la sua voce? E non stava tremando? Forse stava veramente cominciando ad assumere il ruolo di leader che avrebbe dovuto avere. "Cosa sappiamo della struttura, Seungmin?"

E quello scattò in piedi cominciando a muoversi per la stanza e si mise all'opera: "Come credo abbiate notato, la parete con la porta è legermente convessa, mentre l'altra risulta appena concava - silenzio nelle stanze: chi mai noterebbe ciò? - questo vuol dire che probabilmente la struttura è circolare. Così molto probabilmente ci troviamo all'ultimo piano di questa struttura."

"Sistemi di sicurezza?" Valutò ancora Chan.

"Elettronici. Il blocco alle porte può essere disattivato solo da schede specifiche in mano alle guardie, e neanche a tutte. Il sistema è centralizzato."

"Possibilità?"

"Disattivare il sistema"

"Lo puoi fare?"

"Si"

"Ho un piano."

E quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. E Chan era il più duro di tutti.

Avrebbero avuto ancora bisogno di un po' di tempo per organizzare il tutto, nella speranza che il tempo si dicesse loro amico e che i loro aguzzini li lasciassero in pace ancora un po'.

Sarebbe servito poco in effetti, ma quel poco davvero serviva.

E non arrivò.

_Hellevator_ SKZDove le storie prendono vita. Scoprilo ora