18. L'origine

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Tornai al presente con i pensieri e passai lo sguardo da Rafael a Faith un paio di volte.

«Perché poi sei svanita per sessant'anni, e solo qualche settimana fa sei tornata?» le domandai curioso spalancando le braccia.

«Avevi bisogno di qualcuno che ti sostenesse in questa lunga battaglia che dovrai combattere. Il tuo amico Rob era ed è il candidato migliore dopo tutto quello che avete passato. Così abbiamo fatto in modo che vi ritrovaste e che tu avessi qualcuno di cui ti fidavi a guardarti le spalle, senza dover coinvolgerci direttamente. Non eri pronto per la verità», spiegò il Master prendendo la parola e rispondendo per lei con tono calmo e pacato.

«E anche per questo motivo sono sparita per tanto tempo, nonostante il rancore che provavo verso di te per essere scomparso nel nulla. Non avrei potuto proteggerti e odiarti».

«A cosa dovrei prepararmi esattamente? Chi vuole fare questa specie di rituale? Non sapere nulla come mi avrebbe aiutato secondo voi?» chiesi fissando i miei occhi scuri sulla figura di Rafael.

«Non sapere nulla ti avrebbe evitato di dare nell'occhio, di non vivere sempre col fiato sul collo e, conoscendoti, ti avrebbe impedito di affrontare il nemico senza esser pronto», rispose l'uomo alzandosi dalla sua sedia regale.

«Impulsivo, arrogante e sfrontato come sei ti saresti fatto ammazzare o sacrificare appena saputo che qualcuno ti dava la caccia», mi ammonì Faith con un pizzico di ironia e forzando appena un sorriso.

In effetti non avevano tutti i torti, volevo conoscere questo nemico e farlo fuori, così non sarei stato il vitello sacrificale di nessuno psicotico deviato con l'hobby per la magia oscura.

«In conclusione, tu hai manipolato gli eventi di Firenze, hai trasformato lei che aveva dentro di sé mio figlio. Di conseguenza, io mi sarei fidato e lei avrebbe potuto facilmente rendermi un vampiro. I geni dentro di lei avrebbero fatto in modo che io mantenessi la mia eredità anche dopo la morte. Poi tua sorella ha trasformato Rob, in maniera tale da darmi un fedele alleato sempre al mio fianco che, seppur ignaro della mia "maledizione", mi avrebbe guardato le spalle», riassunsi con enfasi e quasi ammirazione il perfetto piano di Rafael.

«Se non avessi ucciso la mia futura moglie, il mio possibile figlio e fatto ammazzare me e il mio migliore amico, ti avrei battuto le mani e mi sarei congratulato con te per il tuo fantastico piano. E Lauren? Non vorrai dirmi che...» dissi iniziando il discorso con ilarità, ma finendolo sorpreso e spiazzato.

Per la prima volta da quando lo avevo incontrato, sul viso di Rafael comparve un ghigno compiaciuto, fece un'espressione come per ribadire che era scontato che anche Lauren facesse parte del suo "progetto".

«Lauren aveva deciso di aiutarmi, vedeva del potenziale in te e Rob, anche per fatti che non ti riguardano. Inoltre, le varie prove che hai affrontato da quando sei qui a Miami, il dopoguerra, tutti i tuoi "contratti" non hanno fatto che rafforzarti e prepararti a tutto. Se non avessi superato tutto questo e fossi morto, beh, ci sarebbe stata Faith al tuo posto. Certo, in casi estremi come il fatto di Wesshner, siamo dovuti intervenire, ma quasi sempre ce l'hai fatta da solo», mi rivelò Rafael.

«Non dirmi... tu ti sbattevi Lauren! Complimenti!» esclamai divertito battendo le mani, ignorando tutto il solenne discorso che Rafael aveva fatto.

Faith spalancò la bocca e sgranò gli occhi per poi guardare in alto e sospirare, non doveva aver gradito che consideravo la sua acerrima nemica "scopabile".

Il master, invece, sembrava imbarazzato, ma la sua tipica espressione da "vampiro potente e incorruttibile" nascondeva il disagio che si era creato.

Dovevo metabolizzare tutte quelle informazioni e ciò era davvero difficile, tuttavia non capivo ancora chi o cosa diavolo potesse contrastare l'autorità di un Master potente come lo era Rafael.

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