25. Amici

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Erano passate due settimane dal caos successo a casa mia. Il passato, il presente e il possibile futuro si erano mischiati lasciandomi in totale confusione.

Indossavo una canottiera nera e un paio di boxer dello stesso colore, mentre sorseggiavo una lattina di birra steso sul divano e guardavo un film d'azione discretamente interessante.

Un po' di relax ci voleva, avevo solo due vampiri millenari che mi davano la caccia e il mio team di salvataggio era un gruppo di persone che volevano saltarsi alla gola l'uno con l'altro.

Per questa ragione mi trovavo in un motel ai margini della città in modo che nessuno potesse rintracciarmi, se non chi volevo io.

Avevamo bisogno di escogitare qualcosa e per ora dovevo rimanere nascosto. Già una volta gli scagnozzi di Markoos o di Nathan, o di entrambi, mi avevano trovato.

Bussarono alla porta e subito recuperai la mia Desert Eagle caricata con le munizioni speciali di Alex.

Licantropi o vampiri sarebbero stati spacciati se avessi sparato loro addosso. Non sapevo di quali forze Markoos disponesse, perciò ero preparato ad affrontare qualsiasi cosa. Neanche Nik aveva appreso molto sull'Antico e nessuno lo aveva mai menzionato, neppure Lauren era riuscita a ottenere informazioni, e lei aveva più di cinquecento anni.

Alcuni credevano fosse una leggenda e altri lo temevano e non parlavano di lui per paura. Era come l'uomo nero degli  esseri sovrannaturali, uno spauracchio che metteva timore reverenziale.

Guardai dallo spioncino senza fare rumore e riconobbi Simon e Rob, un'accoppiata geniale.

«Ehilà, 007! Come stai?» esordì Simon entrando e dandomi una pacca sulle spalle.

«Credevo che James Bond usasse lo smoking, non boxer e canottiera come un buzzurro qualunque», incalzò Rob squadrandomi dalla testa ai piedi.

Il vampiro indossava una camicia porpora e dei pantaloni di tessuto neri, completando l'abbigliamento con scarpe eleganti. Simon era vestito uguale, ma la sua blusa era bianca. Era strano vederli così, perciò li osservai torvo.

«Dove cazzo siete stati vestiti così?» chiesi a entrambi alzando un sopracciglio.

I due si guardarono e poi scoppiarono in una risata indicandosi a vicenda.

«Beh, visto che tu non sei rimasto l'altra volta con quelle due ragazze, ho chiamato Simon. Lui mi ha raggiunto e abbiamo approfondito la loro conoscenza», iniziò a raccontare Rob mentre li scrutavo accigliato.

«Sono una lupa mannara e una strega. Sono un paio settimane che ci usciamo insieme. Poi sai se ci stessero pedinando al massimo vedrebbero due tizi con due donne e basta, non si prenderebbero la briga di seguirci fino qui», aggiunse Simon andandosi a prendere una lattina di birra e lanciandone una al suo "nuovo compare".

Sembrava bizzarro ma quella situazione mi irritava. Era il genere di cose che io e Rob facevamo assieme: casinò, stare insieme, andare a donne, in generale quello che si fa "tra amici".

«E tu con il tuo ritorno al passato? Non mi è mai piaciuta Faith, lo sai. Personalmente mi sarei tenuto Sharon, o non avrei ucciso Cassidy, magari ci avrei provato con Lauren, quella è sempre in gran forma!» rimbeccò fulmineo il vampiro, lanciandomi una frecciatina con quel messaggio.

«Permettimi di dire che Faith è un gran pezzo di figa. Se non fosse stata la tua ex o attuale pseudo-fidanzata ci avrei fatto un pensierino», mi stuzzicò con un sorriso smagliante Simon.

«Non stiamo insieme. Non c'è nessun noi!» mi limitai a rispondere burbero, per evitare discussioni. Continuarono a parlarmi delle loro donne e li seguii con scarso interesse, fin quando cercai di cambiare argomento.

«Avete qualche informazione importante per un piano contro Markoos?» chiesi curioso quando finirono di chiacchierare.

«Ci stavamo arrivando, Kassandra, la ragazza che frequento, ha deciso di aiutarci. Cercavamo una strega e lei potrebbe fare al caso nostro. Inoltre, Alex ha detto di passare da lui in mattinata perché aveva "una sorpresa"», affermò Rob replicando alla mia domanda e alzandosi dalla poltrona.

«Sarà di nuovo "l'arma definitiva del super cacciatore". Ti ricordi che stronzata aveva partorito?» affermai ridendo interrompendo Simon che stava per parlare.

Commentammo a botta e risposta quell'evento iniziando a ridacchiare come due deficienti.

«Quando voi due nonnetti avete finito di raccontarvi aneddoti della prima guerra mondiale, posso parlare?» chiese il ragazzo prendendoci palesemente in giro.

«Disgraziato! Maleducato! Quando avevo la tua età non c'erano i giovani di adesso!» gli rispose Rob puntandogli il dito e facendo la voce da vecchio signore indispettito.

Ridemmo tutti e tre insieme, e poi Simon riprese a parlare.

«Paul ha detto che dovrebbe avere anche lui qualcosa per domani. Inoltre, Doyle è riuscito a trovare informazioni importanti e vi aspetta al suo locale. Io non posso muovermi. Il sergente Lewis mi sta attaccato al culo da quando tu sei in fuga», affermò serio Simon, e lui era decisamente poco serio.

«Nessuno ha sentito Raf, Lauren, Sharon o Luke?» domandai alzando le spalle e poi alzandomi, dato che anche Simon era in piedi pronto a uscire.

«Rafael e Lauren... beh, lo sai... sono loro che si fanno sentire, e credo che ora si stiano raccontando tante belle storie sugli anni passati, se capisci cosa intendo! So che stanno tenendo al sicuro la tua piccola Sharon, poverina, dovrà sentire rumori di sesso violento tutta la notte!» sghignazzò Rob dandomi la mano, pronto ad andarsene.

«Sicuramente io non mi metterei a contattare Luke. Sai, piuttosto che chiamare lui chiamerei il sergente Lewis e mi farei arrestare anche per i crimini commessi da voi due», affermò Simon buttando lo sguardo al soffitto.

«Credo non ti basterebbero un paio di ergastoli allora», intervenne ironico Rob.

Ridacchiai e gli raccomandai di fare attenzione. Salutai pure Simon e rimasi d'accordo con Rob che l'indomani saremmo tornati in azione insieme, come non succedeva da un po' di tempo ormai.

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