11~Solo un mito

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Eccolo. Come sempre in volo. Quando attera sul balcone è incerto e dubbioso. Sta ancora fluttuando nell'aria e con la punta dei piedi sfiora la neve che poche ore prima aveva imbiancato Arendelle. «Posso?» in attesa della risposta si è fatto piccolo piccolo. Con un cenno della testa acconsento.

Questa storia va chiarita subito!

«Allora...quando pensavi di dirmi che sei un mito?» stavo

cercando di apparire piú disinvolta possibile...senza risultati...come sempre. Ma la mia domanda sembró spiazzarlo «uuhm» seriamente?!

solo uuhm tutto qui? «allora? ti decidi a parlare Frost?» okay forse devo abbassare la voce di qualche tono per non attirare troppo l'attenzione. «cosa sai?»

Uh? ora sono io ad essere confusa...mi aspettavo delle scuse prima.

«Non sei reale, sei solo un mito, una storiella per bambini» solo allora mi accorsi di aver trattenuto il fiato. «tutto qui?» come annoiato si appoggio al balcone mentre la mia rabbia avrebbe fatto tremare le montagne. Alzai gli occhi al cielo innervositá e con una smorfia «no ovvio, mi sembra solo inutile elencarti i tuoi poteri visto che li sappiamo bene entrambi»

«okay ma sai come sono nato?»

questo non stava scritto sul libro...okay potrei anche ascoltarlo.

«No, racconta»

«Bene allora mi chiamo Jackson Overland, Jack per gli amici. Vengo da un posto lontano non ancora scoperto. Sono nato in una piccola cittadina di poche persone, avevo delle sorelle e una madre quando ero ancora normale»

Ancora normale?

a quel punto parló, evidentemente la mia espressione aveva parlato al posto mio.

«Si Elsa, ancora normale...io...n-non sono nato cosí» sospirando riprese il racconto «Quando ero ancora una persona normale avevo gli occhi e i capelli marroni, non volavo e non ero immortale e non avevo i miei poteri. É successo tutto una mattina invernale, avevo portato mia sorella al lago ghiacciato per pattinare.»

la sua espressione si fece corrucciata e gli occhi rimbalzavano da destra a sinistra come impazziti. «Il ghiaccio pensavo fosse abbastanza solido era freddo la temperatura giusta e...il ghiaccio non ha retto, si è incrinato sotto i nostri pesi»

É morta?! ancora una volta la mia espressivitá parló per me

«No, lei è viva, con un bastone che avevo accanto sono riuscito a salvarla spostandola, io peró sono caduto, sprofondato nell'acqua gelata del lago...morto. Era buio, avevo freddo e avevo paura. Guardavo la luna e un attimo dopo ero vivo con questi poteri» con la mano creo una serie di fiocchi di neve come per sottolineare quello che aveva detto. «É stata la luna a dirmi chi sono». Quella sera la luna splendeva limpida nel cielo terso.

«Quanto tempo è passato?» sospiró

«Non sono sicuro...forse cent'anni...cent'anni di solitudine»

«Ci sono io ora...siamo simili no?!»

Accennó ad un sorriso agli angoli della bocca. «Giá...quindi sei ancora arrabbiata con me perchè ti ho mentito?» disse calciando il mucchietto di neve sul balcone.

«Avevi le tue ragioni...no...sei perdonato». All improvviso si gettó su di me cogliendomi alla sprovvista, quasi inciampai e per poco non caddi per terra, mi stava abbracciano. Solo allora notai che era poco più alto di me. Staccandosi leggermente tenendomi per i gomiti mi guardó negli occhi «Grazie Elsa...questo è importante per me».

La neve aveva preso a cadere. Jack alzó la testa e aprí la bocca per ingoiare qualche fiocco di neve, io lo imitai tirando fuori la lingua. «Dovresti andare...si è fatto tardi»

«Giá...buonanotte Elsa» con un balzo voló via.

Ice & Snow (Jelsa fanfiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora