Lo porterò in camera mia con una scusa banale, entrerà nel mio mondo. Una parte di me si agiterà, la mia stanza sono io appesa alle pareti. Con foto, biglietti, frasi, libri.
Ci siederemo alla mia scrivania, gli mostrerò qualcosa di assolutamente inutile, inizierò a parlare a vanvera non sapendo bene che dire, sorriderò, mi incespicherò, poi stanca di fingere, gli poggerò la testa sulla spalla. Potrò sfiorare con le labbra il suo collo, sarò investita dal suo profumo, che ormai riconosco, sentirò il cuore battergli a mille, ciò mi renderà pazzamente felice. Lottando contro se stesso, mi prenderà il viso fra le mani e mi bacerà. Da subito, intensificherò le nostre emozioni mettendomi a cavalcioni su di lui, gli accarezzerò il collo, i capelli, come tante volte ho fatto con uno sguardo. Se sarà abbastanza reattivo mi poggerà la mani suoi fianchi, sulle cosce, se succederà il piacere interiore esploderà in me.Ma non ci metto una mano sul fuoco, potrebbe essere troppo impegnato a capire come baciarmi. Quando mi staccherò da lui, per qualche attimo si sentirà solo il nostro respiro affannoso. Sarà un bacio appassionante, potente, voglio lasciarglielo impresso nella memoria. Voglio che quando ci ripenserà gli vengano i brividi, voglio sentirlo fremere di piacere sotto di me.
Alla fine farò sprofondare il viso nell’incavo del suo collo, come da romanzo, e gli dirò “mi piaci”, se sarò abbastanza coraggiosa potrò aggiungere un “da sempre”.
La favola nella mia fantasia mi dice che lui ricambierà, con un semplice “anch’io” o prendendomi delicatamente il viso e alzandolo, senza parole, in un puro gesto d’affetto . In questo caso, avremmo l’uno la fronte sull’altro, sarei obbligata a scontrarmi con quei due occhi neri. Gli sorriderò e lo bacerò di nuovo, ma abbandonerò dopo poco la sua bocca, per dedicarmi alla pelle infuocata che regala strepitosi brividi. Gli bacerei il collo, l’incavo della maglia e risalirei dall’altra parte, per finire nuovamente su due labbra rosee. Lui potrebbe avvinghiarsi a me, ai miei capelli, potrebbe accarezzarli, sussurrare il mio nome magari. Potrei alzare lo sguardo e incrociare due guance rosse, un viso stupito, sorpreso, che guardandomi si curverebbe in un sorriso. Quel sorriso, una delle cose che mi fa impazzire di lui. Adoro come sorride e odio quando lo rivolge ad altri. Gli chiederei da quanto tempo gli piaccio, lui allargherebbe il sorriso, per poi volgere lo sguardo altrove, “troppo”, potrò sentire, se avrò l’udito abbastanza fine.
Ma per ora mi accontento a guardarlo, chissà cosa pensa di me.
Tutto questo è la favola della mia fantasia, un insieme irrealizzabile di eventi che si sono annidate in me. Un po’ per lui, un po’ per la mia sfrenata immaginazione e un po’ per il mio desiderio di amore. Se questa situazione divenisse reale non saprei analizzarla con tanta precisione, come dice la mia autrice preferita “la magia del mio mestiere mi permette di vivere le vite dei protagonisti e il piacere di scrivere lentamente e nel dettaglio un incontro erotico supera abbondantemente il piacere di viverlo” – Isabel Allende.