Calore, il calore riempiva tutta la stanza, stava avvampando, tutto in lei era caldo: la vicinanza della stufa e la situazione surreale che stava vivendo, le creavano uno strano calore interno. Lui, davanti a lei, le parlava di libri, di storie, di persone, di vita. Parlarono molto di vita, di emozioni, di sensazioni, di storie di vita, le storie di lui, che di cose ne aveva da raccontare. Quel viso pacato, con un sorriso limpido e una risata leggera, nascondeva un mondo ingrovigliato di casini, di litigi, di buio e di verità da dimenticare. Eppure lei era rapita, lo guardava con il viso di traverso, a volte assottigliava lo sguardo, per cercare di vedere oltre quell’insieme di parole, per cercare di collegare quello che stava sentendo alla persona che aveva davanti. Quando le parole finirono rimasero solo le guance rosse di lei e la sensazione comune che ormai erano andati troppe oltre, non si poteva tornare indietro. In un gioco di imbarazzi e sincerità si parlarono apertamente, ammettendo con una chiarezza schiacciante quel che stava succedendo.