9- Felicity Piers

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Pov's Felicity

Ritornare a casa dopo così tanto tempo è tutta un'altra cosa.

La mia mente è pervasa dai ricordi dell'infanzia che ho vissuto, sia quelli belli e che quelli brutti.

Li ricordo perfettamente, come fosse ieri...

Ricordo mamma che mi vestiva tutta abbinata con la speranza di farmi intraprendere la strada da lei pensata per me.

Trucchi su trucchi, piastre, lacche per i capelli, profumi, creme, tacchi e vestitini.

Tutte cose che mi facevano venire il volta stomaco.

"Mamma non mi piace molto conciarmi così"dissi guardando un riflesso allo specchio che non mi rappresentava.

"Cosa c'è che non ti piace? Sei bellissima tesoro"mi accarezzó la guancia.

Per lei essere belli significava vincere le gare di moda e di bellezza del paese.

Io cercai più volte di parlarle, di farle capire che ciò che per lei era importante e bello... per me era solo noioso.

Ma nulla da fare, il suo unico desiderio era quello di potermi esporre alle sue amiche e vantarsi di me.

Mi guardo attorno nella mia cameretta alla ricerca del trofeo che avevo vinto da piccola.
Eccolo lì, ancora appeso nello stesso punto di sempre.

Lo osservo attentamente. È stato l'ultimo di una lunga serie.

Per quante volte io l'abbia guardato quel giorno, ancora oggi non mi suscita niente se non brutti ricordi.

"Stupido premio"mormoro stringendolo come a voler farlo scoppiare.

I miei pensieri vengono interrotti dal rumore di qualcuno che bussa alla porta.

"Mi scusi il disturbo signorina Felicity, le ho portato la sua valigia"

Dimenticavo che mamma e papà assumono a modo loro le cameriere di casa Piers.

Questa cosa non mi è mai andata giù.

La ragazza davanti a me sembra avere la mia stessa età. Vederla parlarmi con così tanto rispetto e essere pronta a soddisfare i miei ordini mi dà un senso di disagio indescrivibile.

"Ti ringrazio cara"rispondo sorridendole.

Ora che la guardo meglio, mi rendo conto che l'ho già vista: è la ragazza che mi ha aperto la porta prima!

Certo che ha una bellezza unica, di sicuro a mamma una figlia come lei non dispiacerebbe affatto.

Mentre mi sistema la valigia dentro all'armadio noto i suoi lunghi capelli rossi intrecciati tra loro. Mi guarda poche volte negli occhi, tende a tenere uno sguardo basso perciò non ho visto bene il viso.

"Sistemo io la mia valigia, non ti preoccupare"le dico vedendola indaffarata.

Annuisce mentre fa per andarsene velocemente.

"Aspetta, vieni qua. Sono appena tornata, ho bisogno di conversare con qualcuno.. ti vanno due chiacchiere?"le chiedo.

Finalmente alza lo sguardo verso di me e riesco a vederla sorridere per la prima volta.

Ha delle lentiggini che le ricoprono le guance, degli occhi piccoli e verdi come due perle e delle labbra sottili e delicate.

Le faccio spazio accanto a me.

"Come ti chiami? Ah e non darmi del lei, dammi pure del tu"

"Mi chiamo Jennifer"risponde timidamente.

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