Capitolo VI - l'inizio

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Salve a tutti!

Lungi da me l'idea di spoilerare, ma questo capitolo è molto importante per lo sviluppo della storia... vi lascio alla lettura sperando che possa essere di vostro gradimento!

Muito obrigada!

Cat

Capitolo VI

Squillò il cellulare. Mi svegliai e feci salti mortali veri e propri per afferrarlo, e una volta che lo ebbi nella mano destra, feci scivolare il pollice lungo il bottone verde “rispondi” del telefono e lo portai all'orecchio.

“Pronto?” chiesi, mentre mi avvicinavo allo specchio per aggiustarmi i capelli.

“Ciao Jo!” rispose Neymar “Come va? Ieri sera non ci siamo sentiti.”

Avrei voluto dirgli che andava meglio, perché avevo avuto un mal di testa atroce, avrei voluto dirgli che mentre cercavo di dormire lui aveva acceso la musica da discoteca, e che avevo sentito la sua presunta ragazza, che in verità non ci eravamo sentiti perché lui non mi aveva cercata; ma non accennai a niente di tutto ciò.

“Bene, meglio. Io, voglio dire, ieri sera non mi sentivo tanto bene, quindi meglio così.”

“Spero che adesso sia tutto passato.”

“Già”. Non sapevo cosa dire.

Ci fu un silenzio di qualche secondo prima che lui parlasse ancora.

“Okay.” disse “Quindi...”

“Sì?”

“Stasera ci sei?”

“Um. Sì.”

“Okay. Ti va di venire con me?”

“Certo. Dove?”

“E', diciamo, una specie di discoteca. Cioè, non proprio, però è un club.”

“Non di quelli di strip tease, spero!” dissi ridendo.

“Non di quelli di strip tease, no. Ti va di passare da me?”

“No, affatto. Arrivo tra qualche minuto.”

Lo dissi con tale disinvoltura che dimenticai totalmente che ero ancora in pigiama, ed improponibile. Adoperai una velocità suprema e dopo cinque minuti (cinque e quaranta secondi circa – sì, uso il timer) davo le ultime ritoccate alla maglietta. Fissai la me riflessa allo specchio, poi uscii e percorsi il metro (e mezzo) che mi separava dal mio vicino.

Bussai tre volte sulla porta nera, prima di sentire dei passi e il rumore di una mano sulla maniglia.

Neymar sorrise come solo lui sapeva fare, poi si fece da parte per farmi entrare. Lo salutai mentre guardavo assorta l'appartamento che mi circondava.

Giovanile, generalmente sui toni del bianco e del nero. Guardai il soffitto: non era color polvere come quello della mia stanza a New York, il che mi aveva sempre fatto sentire un po' a disagio, perché quel cobalto molto sbiadito era familiare ai miei occhi.

Neymar mi porse un controller.

“Sai giocare a FIFA?” mi chiese.

“Un po'. Mio fratello Steven ci ha sempre giocato, ma quando è andato a vivere a Perth con sua moglie Candice ha portato la PlayStation e... okay, non importa.” feci, rendendomi conto che effettivamente non importava “Sì, so giocarci.”

Mi condusse su un divano di fronte alla tv, e cominciammo a giocare. Brasile – Argentina: io ero Messi, e lui Neymar. Messi era sempre stato il mio mito, ma evitai di dirlo.

Brasileiros (Neymar Jr Fanfiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora