La prima giornata di lavoro era trascorsa e si era rivelata un successo.
Sveglia anticipata per avere giustamente il tempo non tanto di prepararmi, quanto di stare seduta mezz'ora sul letto ad alimentare tutte le mie ansie e i miei dubbi esistenziali, la corsa per riuscire a prendere l'autobus, l'auto convincimento psicologico per non entrare nella pasticceria davanti casa e svuotarla di qualsiasi contenuto mandando all'aria mesi di dieta e allenamenti in palestra.Solita routine insomma.
Fortunatamente in ufficio mi ero trovata subito benissimo. L'atmosfera che si respirava era famigliare e conoscevo già alcuni colleghi grazie all'amicizia con Lorena. Lei prima lavorava lì, ora aveva fatto il salto di qualità da sempre sognato diventando inviata sportiva per la redazione tutta juventina dello JTV.
Ripensai a lei con il sorriso sulle labbra mentre osservavo la città scorrere velocemente attraverso il vetro del tram , di ritorno finalmente verso casa.
Era stato per merito suo, se ero venuta a conoscenza del fatto che "La Stampa" di Torino cercasse un redattore che avrebbe seguito la sezione "Cultura e Spettacolo", così mi ero fatta avanti ed ero stata premiata con un gigantesco colpo di fortuna, avevo ottenuto il posto.
«Non disturbarti a dirmi com'è andata, so già che hai fatto colpo su chiunque con quel tuo viso da angioletto.» La mia amica mi squadrava dal divano del salotto immersa nel suo orrendo maglione XXL di lana viola, che indossava in caso di malanni improvvisi o quando la lasciava il fidanzato di turno, studiandomi col suo solito sorriso furbetto.
«E' andata bene, ho preso circa trecento caffè nel tentativo di socializzare con tutti, ho capito che mi aspetta un' intera scrivania piena di articoli da scrivere e di bozze da correggere e ora mi sento la faccia di un pesce palla con gli occhi fuori dalle orbite e la testa pronta ad esplodere.» Risposi buttandomi accanto a lei stanca ma soddisfatta, sapevo che avrei fatto il lavoro che amavo.
«Benvenuta nel mio mondo Emily Rossi! La tua unica gioia d'ora in avanti sarà la super tisana alle erbe che avrai l'onore di berti insieme a me la sera prima di crollare addormentata sul divano.»
Le sorrisi, decisa a scoprire il motivo di quella depressione momentanea.
«Avanti Lori, racconta, che succede?»
«Cosa ti fa pensare che succeda qualcosa di brutto?»
«Ti conosco da quando abbiamo 5 anni, so che sei una persona intelligente e carina e so che non indosseresti mai un maglione del genere, non berresti mai tisane alle erbe e mi avresti già abbracciata se fossi felice, ti basta?»
«E va bene, sai che amo il mio lavoro e finalmente domani avrò l'occasione di dimostrare quanto valgo. Sono riuscita ad ottenere un'intervista con Dybala a Vinovo dopo gli allenamenti, intervista che verrà pubblicata sul nostro quotidiano on line ti rendi conto?»
Riuscivo a capire dalle sue parole quanto fosse elettrizzata perché adorava quel calciatore , secondo lei il migliore. Io al contrario non mi intendevo affatto di calcio, ma da quello che avevo sentito dire in giro le sue prestazioni erano discontinue e lasciavano dubbi sul fatto che potesse essere l'erede di Del Piero.
Ma allora che motivo aveva per essere tanto triste?
«Beh non sei felice? Mi aspettavo che mi accogliessi lanciando petardi dal terrazzo dopo una notizia del genere!» Sentenziai con il sorriso sulle labbra, nel tentativo di rallegrarla.
«Lo avrei fatto! Se non fossi la solita sfigata che si becca la febbre a 39 la sera prima.»
«Non ci credo lori!»
«E invece credici, soltanto che avevo già preso accordi con la redazione e non posso saltare un'intervista simile, già annunciata e attesa da tutti.» La vidi scervellarsi per trovare una soluzione fino a quando non mi rivolse un'occhiata complice. «Penso di aver trovato una soluzione però.»
La guardai non riuscendo a capire dove volesse arrivare, non poteva certo andare a Vinovo l'indomani in quelle condizioni, quando i nostri sguardi si incrociarono, capii che aveva appena avuto una delle sue solite, pessime, illuminazioni.
«Scordatelo, non posso farlo, non ne sarei capace perché non è il mio ambito.» Mi limitai a dire lanciandole un'occhiataccia.
«Ti ho vista fare qualsiasi cosa Emily, non mi fido di nessun'altro più che di te, ti prego.»
Ripensai a tutte le volte in cui ci eravamo aiutate e nonostante provassi una strana agitazione all'idea di fare una cosa simile, per lei lo avrei fatto.
«Mannaggia a te e alle cose che mi fai fare!» Le dissi già in preda all'ansia.
«Ti adoro! Ti lascerò la scaletta di tutte le domande che ho pronte, dovrai limitarti a seguirla stando tranquilla, andrai alla grande!» Mi rivolse finalmente un enorme sorriso dei suoi lasciandomi un rapido bacio sulla guancia.
Provai a fulminarla con lo sguardo ma ero comunque fregata, il giorno dopo avrei intervistato Paulo Dybala.
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Come bianco e nero - Paulo Dybala
FanfictionEmily E Paulo. Così diversi ma così uguali, dal loro primo incontro con una serie di fortunate coincidenze il destino li farà rincontrare, fino a quando non potranno più fare a meno uno dell'altra. Non sarà facile ma nemmeno impossibile stare insiem...