Non ero mai stata a Vinovo . Era immenso.
Principalmente il complesso si divideva in due parti, l'area destinata agli allenamenti; con campi da gioco, la piscina, la palestra e il centro di fisioterapia e l'area destinata ai media dove ero diretta.
Lorena mi aveva informata che l'intervista sarebbe stata esclusivamente privata e si sarebbe tenuta nella sede di JTV. Paulo mi avrebbe raggiunta lì subito dopo gli allenamenti mattutini.
In quel momento ero sola quindi approfittai della mezz'ora di anticipo per mandarle un messaggio.
-Sono arrivata tutto ok
La sua riposta non si fece attendere.
-Bravissima, mi raccomando fai un buon lavoro. A proposito non so se odiarti o ringraziarti per il fatto che stai intervistando Dybala al posto mio, poi mi racconti TUTTO stronzetta.
Chissà cosa si stava già immaginando la sua mente contorta da inguaribile romantica. Decisi di mandarle un messaggio vocale per fare più velocemente.
«Oh beh Lori che vuoi che ti dica, ora lo vedrò e ci innamoreremo subito. Probabilmente fuggiremo insieme su qualche isola tropicale e ti chiamerò ogni tanto per descriverti nei minimi dettagli come è bravo a letto Paulo Dybala, stanne certa finirà così. »Sorrisi soddisfatta della rispostaccia che le avevo rifilato, per poi infilare il cellulare nella borsa.
Di figuracce ne avevo già fatte nella mia vita, talmente tante da non ricordarle neppure tutte.
Mi ricordai di quando alle superiori, convinta che i capelli fossero orrendi per colpa della pioggia mi specchiai nei vetri oscurati di un'auto, improvvisamente il finestrino si abbassò e un signore sorridente mi chiese se avessi bisogno di qualcosa, ecco si un tombino per sprofondarci dentro.
Tuttavia in quel preciso momento, nella piccola stanzetta di JTV dove mi trovavo, un tombino non mi sarebbe bastato, mi ci sarebbe voluto proprio un cratere in cui cadere, da ricoprire possibilmente con molta terra in modo che non venissi mai più trovata.
Il mio sguardo si era appena scontrato con gli occhi verdi e limpidi di Paulo che mi squadrava con un sopracciglio sollevato, un braccio a reggere l'ingombrante sacca degli allenamenti e l'altro appoggiato allo stipite della porta.
Avevo notato subito il suo sorrisetto da ragazzino divertito, aveva sentito tutto. Merda.
Non ero tipo da rossori e imbarazzi strani, perciò provai nei pochi secondi a disposizione ad elaborare una scusa credibile, che non facesse schifo e non rovinasse la buona reputazione di una giovane giornalista. Che dovevo fare?
Fingere un attacco di panico?
Avvicinarmi sorridente e dargli una pacca amichevole sulla spalla come se niente fosse?
Darmela a gambe?
Niente di tutto questo. Sarei stata me stessa, un modo per cavarmela lo avevo sempre trovato. Mi diressi decisa verso l'argentino porgendogli la mano con un sorriso cordiale, lui forse non aveva bisogno di presentazioni ma io sì.
«Piacere Emily Rossi. Sostituisco la mia collega malata per quest'intervista, spero non le dispiaccia se le faccio qualche domanda per il quotidiano on line. » Mi limitai a dire come se niente fosse reggendo il suo sguardo con professionalità.
Mi sorrise. Beh non ero andata così male quindi.
«Il piacere è mio, anche se l'idea della fuga sull'isola tropicale non era male, mi accontento dell'intervista per ora.» Rispose con l' inconfondibile accento argentino mentre ricambiava la stretta di mano con decisione, senza staccare gli occhi dai miei.
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Come bianco e nero - Paulo Dybala
FanficEmily E Paulo. Così diversi ma così uguali, dal loro primo incontro con una serie di fortunate coincidenze il destino li farà rincontrare, fino a quando non potranno più fare a meno uno dell'altra. Non sarà facile ma nemmeno impossibile stare insiem...