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Piano
Cap.13











30 Dicembre
Ore 7:30
Casale O'Neill

Theodore si era precipitato quella mattina da Harry, sicuro di trovarlo rovinato.
Aveva detto a Enric che il ragazzo doveva curarsi o sarebbe morto e il mangiamorte aveva acconsentito alle cure, solo per tenerlo in vita e rovinarlo più di quanto già non lo fosse.

Il medimago fu portato nella stanza del corvino e quando lo vide nel letto, quasi svenne.
Harry Potter era... Rotto.
Un giocattolo rotto.

Enric lo aveva ridotto a un vero schifo, con il corpo marchiato e rovinato da tutto quello che la sera precedente gli aveva fatto.
Non si era risparmiato.

"Harry..." lo chiamò Theo, ingurgitando saliva, avvicinandosi al letto.
L'uomo col serpente si appoggiò al muro, rimanendo nella camera per visionare il tutto e tenere sotto controllo Nott.

Quando il medimago tentò di toccarlo, il corvino urlò distanziandosi.
Nott immaginò che il braccio che aveva tentato di sollevare era rotto, in quando il ragazzo non lo muoveva e lo teneva come uno straccio attaccato al corpo.

"Harry" tuonò Enric, guardandolo con cattiveria "Segui gli ordini del medimago o ti ammazzo."
Il corvino annuì senza dire nulla, mettendosi seduto con le lacrime agli occhi.

Gli faceva male tutto: il braccio, la faccia, il sedere, le gambe, la schiena...
Tutto.

Theodore allungò una mano sul viso del corvino e gli toccò il naso, le labbra, gli occhi.
Poteva benissimo vedere la rottura del setto nasale, il sangue incrostato non riusciva a nasconderla come si deve.

Per colpa della nudità del corpo, il medimago riuscì a contare tutte le costole rotte che Harry aveva e non riuscì a spiegarsi come il ragazzo continuava a stare in piedi senza urlare dal dolore.

Forse per le pasticche?
Forse per la paura?

Sapeva che il corpo umano superata una certa soglia di dolore, faceva spegnere la parte del cervello che ne risentiva, causando uno stato di trance dell'individuo.
Non era però mai stato approvato scientificamente ma Theodore immaginò che doveva per forza essere così.

"Allora..." cominciò, ancora sotto shock "Ho bisogno di lavarlo. Devo togliergli tutto questo sangue e pulirlo."
"Fallo con la magia. Lui da qui non si muove."

Il medimago sospirò e prese la bacchetta, puntandola sul viso di Harry.
Tutto il sangue asciutto cominciò a svanire dal viso, lasciando piccole macchie violacee.
Quando fece scendere la bacchette sul corpo, le macchie diventarono sempre più grandi, alcune avevano sfumature verdi e gialle, segno che il corpo aveva subìto molti colpi.

"Va bene Harry, adesso cerchiamo di sistemare il braccio, okay?"
"No."
Theodore si girò verso il mangiamorte, alzando un sopracciglio.

"Come no?"
"Il braccio rimarrà così."
"Ma gli hai spezzato tutti i legamenti, se non li unisco rischierà di perderlo."
"E' la sua punizione, per fargli ricordare cosa gli può capitare."
"Fammi riunire i legamenti, almeno, il braccio rimarrà comunque rotto e ci vorrà del tempo per tornare sano..."
"Ho detto no."

Il medimago corrugò la fronte e si girò verso il corvino, che guardava a terra con gli occhi spenti e bui.
Sospirò amaramente e gli alzò il viso, toccandogli il naso, per poi puntargli la bacchetta e sistemarlo.
Successivamente passò alle costole e, una a una, le fece tornare al loro posto.

Sospirò alla vista degli occhi del corvino e, senza far capire, diede una rapida sistemata ai legamenti del braccio, in modo tale da far partire la guarigione automatica del corpo del ragazzo.
Enric non si accorse di nulla e Theo fu grato a Merlino e Morgana per l'ignoranza del mangiamorte.

"Hai fatto?" gli domandò l'uomo, spazientito.
"Sì, quasi... Dovrai evitare di colpirlo ancora, però, o lo ucciderai."
"Questi non sono fatti tuoi. Decido io cosa farne di lui."
"Se lo vuoi morto, perché non gli lanci una maledizione senza perdono?"

Enric sorrise e si distaccò dal muro, avvicinandosi ad Harry per tirargli il viso verso di lui.
"Secondo te cos'è peggio... morire o essere torturati fino a dimenticare sé stessi?"

Theodore lo guardò e ne rimase spiazzato.
Dovevano salvare Harry.

§§

30 Dicembre
Ore 10:00
Malfoy manor

Come Draco rientrò al manor, tutti gli elfi gli saltarono addosso, soprattutto Priscilla e Crunchy.
Lo abbracciarono forte e piansero, piansero così tanto che Draco smise di dimenarsi e si lasciò coccolare fino a quando i piccoli esserini non si ripresero.

"Signore, abbiamo avuto così tanta paura!" cominciò Priscilla, in preda a un pianto isterico "Credevo che non ce l'avrebbe fatta!"
"Eravamo così preoccupati, ma la signora Malfoy ci ha impedito di vederla!" continuò Crunchy, asciugandosi gli occhi.
"Volevamo tanto venire a trovarla!" mormorarono insieme i due elfi.

Il biondo sorrise e accarezzò la testa ai suoi due più fedeli elfi domestici.
"Vi ringrazio... Sapere queste cose mi rincuora."
I due elfi sorrisero e poi fecero finalmente entrare il padrone nel salottino.

"Abbiamo tenuto il manor pulito!" sorrise Crunchy, porgendo al padrone un po' di whisky incendiario.
"E poi abbiamo fatto delle ricerche!" sorrise Priscilla.
"Ricerche?" domandò Draco, sedendosi sulla poltroncina.

"Sì, su Harry!" sorrisero gli elfi.
Il biondo né rimase colpito e poggiò il bicchiere sul tavolinetto.
"Parlate" commentò duro.

Priscilla prese un plico di fogli sul tavolinetto e lo porse al padrone, muovendo le orecchie.
"Nessuno sapeva che lei era in coma e abbiamo sfruttato la cosa per mandare le sue conoscenze in cerca del signorino Harry!" lo informò Crunchy.
"Sapevamo che il signorino Nott era stato costretto a diventare un mangiamorte e quindi i suoi uomini lo hanno seguito e hanno studiato l'intero edificio in cui il signorino Harry è stato rinchiuso!" saltellò di gioia Priscilla.

"E' tutto scritto qui?" domandò Draco, sempre più sbalordito.
"Sì!" sorrisero entrambi gli elfi.

Il biondo non sapeva cosa dire.
Priscilla e Crunchy avevano fatto un ottimo lavoro e tutto senza che lui facesse nulla.
Senza chiedere niente in cambio.

"Non so come... ringraziarvi" mormorò Draco "Davvero, io..."
"Non si preoccupi signore" mosse le orecchie Crunchy.
"Poi noi ci eravamo affezionati molto al signorino Harry" sorrise Priscilla.

I giochi erano fatti.
Draco doveva parlarne con la coppia di sposini e il gioco era fatto.
Non era sicuro, però, di dover interpellare anche gli auror.
Probabilmente Shacklebolt gli avrebbe chiesto dove aveva preso tutte quelle informazioni.

"Mandate una lettera ai coniugi Weasley-Granger.
Dite loro di venire per le 13:30, l'ora del pranzo.
Salveremo Harry prima della fine dell'anno."

Gli elfi annuirono e corsero a prendere fogli e penne, per poi andare diretti alla guferia.
La salvezza di Harry era vicina.

§§

30 Dicembre
Ore 12:00
Appartamento Weasley-Granger

Hermione era stesa sul letto con la lettera mandatagli da Draco fra le dita.
Non sapeva se aspettare Ron, chiamarlo o andare lì e attendere il suo arrivo.
Qualsiasi cosa avrebbe fatto, probabilmente, era sbagliata.

E se all'incontro c'era anche Theodore?
Cosa si sarebbero detti?
Ron l'avrebbe picchiato?

Tasta calda com'era, il rosso avrebbe potuto fare di tutto ma Hermione sapeva che la colpa non era di Theo.
Era sua.

Lei si era fatta abbindolare, lei aveva deciso di stare a quel gioco, lei aveva creduto a una vita migliore.
Tutto questo, prima che Ron si svegliasse dal suo letargo e le illustrasse un futuro degno di lei.

Ma davvero la cosa importante era avere un futuro degno?
Oppure era più importante il suo matrimonio con Ron?

Il ragazzo le aveva rivelato i suoi interrogativi, le sue paure, i suoi pensieri eppure, a differenza sua, non si era lasciato trasportare.
Possibile che fosse più forte di lei?

Hermione Granger battuta da Ronald Weasley.
Sì che era divertente.

Sospirò e si alzò dal letto, guardando la lettera ancora una volta per poi rileggerla.
Non poteva ancora crederci.

Granger,
ti invito al Malfoy manor.
Ho notizie su Harry Potter e su come salvarlo ma, prima di muovermi, voglio un tuo parere.
Ho invitato anche tuo marito, con molta amarezza, per avere consigli anche da lui.
Ti aspetto alle 13:30, così avremo tempo di parlarne pranzando.
Malfoy.


Col tutto che era stato in coma, col tutto che aveva rischiato di morie, quel ragazzo era riuscito in poche ore ad avere tutto quello che gli serviva per trovare Harry e salvarlo.
Era davvero un Malfoy.

§§

30 Dicembre
Ore 13:00
Casale O'Neill

Theodore aveva messo Harry a letto, voleva farlo dormire ma il ragazzo si rifiutava di chiudere gli occhi.
Probabilmente era la paura a farlo rimanere sveglio e questo di certo non giovava alla sua salute fisica e mentale.

Enric lo aveva fatto uscire e poi portato nell'ampio salone del casale.
L'interno era molto vecchio: c'era un grande caminetto, tavoli e sedie di legno, muri fatti di mattoni e un grande candelabro di ottone giallo.

"Parliamo delle pillole che gli somministro" cominciò l'uomo, sedendosi su una delle sedie "Ne ho bisogno di più forti."
"Più forti?" domandò il medimago, alzando un sopracciglio "Impossibile, lo ucciderai in quel modo."
"Non voglio che si ribelli ai miei ordini, queste hanno un dosaggio troppo basso."
"Le ho controllate e questo è il massimo che possiamo dargli. Se te ne do di più forti, rischio di mandarlo in coma o ucciderlo e non credo che tu voglia una di queste due cose."

Enric si morse il labbro e incrociò le braccia.
"Quante gliene posso dare al giorno?"
"Una."
"Non funziona una sola pillola!"

Theodore abbassò il viso sentendo il tono di voce dell'altro aumentare.
Lo stava facendo infuriare.

"Signore, mi ascolti... Dargliene più di una lo porterebbe al collasso fisico, le pillole gli mangerebbero gli organi e di conseguenza lo porterebbero alla morte."
"Mi sta dicendo che le tre consecutive che gli ho dato ieri, potrebbero ucciderlo?"
"Esatto. Fortunatamente il corpo è riuscito a smaltirle in quanto non ne aveva prese molte i giorni indietro ma una seconda volta lo porterebbe alla morte."

Enric buttò a terra le pillole e sospirò.
Non gli piaceva che le cose non andassero come voleva.
Soprattutto se si trattava di Harry Potter.

"Posso dargli altro, oltre queste pillole?"
"Vuoi proprio imbottirlo di droghe?"
"Sì. Fino a che non si metterà in ginocchio a chiedermene delle altre, come qualche tempo fa. E' chiaro, Nott?"

Il moretto mandò giù saliva e annuì.
Non poteva dirgli di no, né ostacolarlo.

"Farò delle ricerche, così su due piedi non posso saperlo."
"Entro domani.
Vedi di fare un ottimo lavoro o dovrò sostituirti."

A Theo non piacque come l'uomo sottolineò la parola sostituirti e annuì, salutandolo e uscendo il più in fretta possibile dal casale.
Doveva parlare con Draco.

§§

30 Dicembre
Ore 13:30
Malfoy manor

Hermione era arrivata in orario e di Ron non vi era ancora traccia.
Draco le aprì le porte del manor, facendola accomodare in sala.

Il tavolo era già apparecchiato, mancavano solo le pietanze.
Due posti da un lato e uno solo dall'altro.

La riccia si morse le labbra quando Priscilla la fece sedere e si immaginò accanto al marito dopo quello che era successo, dopo quello che le aveva detto.
Si sarebbe seduto accanto a lei?

"Weasley dov'è?" domandò Draco, alzando un sopracciglio.
"Ecco... Non lo so. Starà arrivando."
"Non mi piacciono i ritardi."
"Lui lavora."

Il biondo sbuffò e si sedette a tavola, davanti a lei.
L'antipasto venne immediatamente portato dagli elfi e Draco cominciò a mangiare senza aspettare il rosso.
Hermione lo guardò un po' stralunata ma poi seguì l'esempio.

"So dov'è Harry.
Dove viene tenuto.
Quante sono e dove sono collocate le guardie.
Tutto."

Hermione si sentì felice e lo incoraggiò a continuare.
Erano vicini alla salvezza dell'amico.

"Il problema, però, è che ora avete immischiato anche gli auror.
Se diciamo loro tutto, potrebbero farmi domande e poi farebbero di testa loro.
Contro Enirc O'Neill ci vuole furbizia, non forza."

Hermione annuì, immaginando che Shacklebolt non sarebbe stato calmo e non avrebbe ascoltato Draco per salvare Harry.
Chissà se Ron era d'accordo.

"Ho molti uomini bravi alle mie dipendenze, loro saranno più che sufficienti."
"Il potere di Enric però è... Come dire, non è normale."
"Lo so... Ma non potrà batterci tutti assieme.
Con Crunchy e Priscilla abbiamo pensato a un piano d'azione per mettere fuori gioco le sue guardie."
"Avete pensato a qualche trappola magica?"
"A quello penserà Theo domani quando tornerà al casale.
Controllerà il perimetro e l'area, così da darci un vantaggio."

Hermione annuì, mentre l'antipasto veniva portato via.
Ron non si era ancora presentato e lei aveva paura che non sarebbe venuto.

"Beh, hai già pensato a tutto. A cosa ti serviamo io e Ron?"
"In questa storia siete immischiati anche voi. Non credevo fosse così grande quel che c'era dietro al rapimento di Harry e ho bisogno del vostro aiuto."

La riccia sorrise al biondo e assaggiò i tagliolini ai frutti di mare.
Niente male, doveva ammettere.
Gli elfi erano davvero bravi.

"Avvertirai tu Weasley?"
"Sì... Sì, ci parlerò io..."
"Va... tutto bene con lui?" domandò Draco, posando la forchetta.

Hermione non fece in tempo a rispondere che Theodore entrò nella sala tutto trafelato.
Il biondo si alzò dalla sedia ed Hermione perse un battito.
Cosa ci faceva lì?

"Nott?" lo chiamò Draco "Che succede?"
"Se dovete salvare Harry, fatelo subito" borbottò il moretto, tentando di riprendere fiato "Perché se aspettate ancora, di lui non ce ne sarà più traccia."

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Note: Sì, la tragicità è il mio Dio XD

Slave: The Final ChapterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora