I Love you

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I love you
Ti amo
Cap.22






La mattinata era iniziata lenta e i due erano ancora sdraiati sul letto, abbracciati l'uno all'altro sotto le lenzuola, come se fosse la cosa più normale del mondo.

Harry era infilato fra le braccia di Draco che, con un sorriso a centoventicinque denti, lo stringeva forte a sé, accarezzandogli il corpo e respirando nei suoi capelli arruffati ma dannatamente sexy.

Era passato tutto, finalmente.
Harry era salvo.
Lui non sarebbe più tornato.

"Draco?"
Il biondo si mosse, segno che aveva sentito.
"Volevo chiederti una cosa... Questa notte hai parlato nel sonno."
"Sì?" rispose lui.
"Hai detto una frase, l'hai ripetuta come un'ossessione."
"Quale?"
"Lui torna sempre"

Draco ingurgitò saliva e si sedette, lasciando quell'abbraccio caldo, dolce, sentimentale, loro.
Lasciò il pertugio che si era costruito, impaurito.

"Harry..."
"Sono stanco di bugie. Voglio sapere quello che è successo."

Draco ricordò il modo in cui lo aveva trovato.
Ricordò come Harry Potter era diventato una bambola rotta.

"Non posso. Lo facciamo per te, Harry."
"No, non è vero."
"Sì che è vero!" si infuriò Draco, alzandosi dal letto "Lo facciamo tutti per te! Pensi che una volta venuto a sapere quello che ti è accaduto, continuerai la tua vita come niente fosse?
Non è così!
Vuoi sapere perché ripetevo Lui torna sempre?
Perché tu, durante la notte, ogni santa notte, piangevi, tremavi, avevi paura a causa di quest'uomo.
Non facevi altro che ripeterlo, ripetevi che lui sarebbe tornato, che lui mi avrebbe ucciso perché ti avevo salvato!
Vuoi tornare ad aver paura della tua stessa ombra, Harry?
Vuoi tornare a piangere e a nasconderti fra le lenzuola?
Bene, ma non sarò io a rovinarti la vita dopo aver rischiato di morire per te!"

Superata la sfuriata, Draco uscì dalla stanza, sbattendosi la porta dietro le spalle, lasciando Harry da solo in quella stanza.
Il salvatore del mondo magico abbassò il viso, sospirando e chiudendo gli occhi.

Draco si era arrabbiato ma non come un altezzoso viziato.
Si era arrabbiato come si arrabbiava sempre Hermione.
Si era arrabbiato per il suo bene.

"Buongiorno signorino Harry" lo salutò Priscilla, materializzandosi nella sua stanza.
"Buongiorno Priscilla..." biascicò Harry.
"Ha litigato di nuovo con il signorino Draco?"
"Sì..." sospirò il corvino "Penso di averlo fatto arrabbiare seriamente questa volta."

Priscilla si sedette sul pavimento e Harry come guidato, si allungò per accarezzarle le orecchie.
Non parlarono per un po', entrambi sovrappensiero.

"Quando viveva qui, era sempre lei quello arrabbiato.
Il signorino la faceva arrabbiare di continuo."
"Sì?" sorrise Harry.
"Sì... Non era capace a farle capire quello che provava e sbagliava continuamente."

Harry sospirò, pensando a quanto aveva fatto soffrire Draco in quei tre mesi e di come stava continuando a farlo.
Possibile che era ancora così infantile?

"Signorino... Non faccia arrabbiare il signorino Draco...
Lui ha rischiato la morte più di una volta solo per lei.
Lui non ha fatto altro che proteggerla.
Non dico che lei gli deve la vita, ma almeno... non lo faccia arrabbiare."

Harry sospirò e annuì.
Doveva far pace con quel ragazzo.

§§

Hermione, quella mattina, ricevette una lettera da Theodore.
Un gufo ormai comune le recapitò l'invito di una cena posticipata per tanti giorni.

Buongiorno Hermione.
Volevo invitarti a quella famosa cena che tanto tempo fa hai posticipato in vista della salvezza del cercaguai del mondo magico.
Sei libera per questa sera?
Vorrei prenotare in un posticino perfetto per te.
Attendo risposta.
Theo.


Hermione sorrise, ripiegando la lettera per rispondere subito a quell'altezzoso Theodore Nott.
Anche se era completamente differente da Draco Malfoy, in certi versi era uguale.

Buongiorno a te, Theodore,
accetto volentieri il tuo invito a uscire.
Va bene per questa sera.


Diede la busta al gufo e poi lo lasciò volare via.
Sorrise e si appoggiò al lavabo, prendendo la sua tazzona di caffè, soffiandoci sopra.
La sua vita non sapeva più di monotonia.

§§

Una volta vestito e ripulito, Harry decise di scendere per andare a far pace con Draco, per chiedergli scusa per tutto quello che aveva fatto, compresi i tre mesi.

Era strano.
Stranissimo.

La sera precedente aveva capito cos'è che gli era mancato per tutto quel tempo, quella cosa che il suo corpo e la sua mente voleva a tutti i costi ricordare ma c'era qualcosa, ancora.

Quel legame di cui tutti parlavano, lui lo sentiva, lo sentiva molto ma non tantissimo.
Non riusciva a spiegarlo e non riusciva, quindi, a comprenderlo.
Poteva parlarne con Draco?
Lo avrebbe aiutato?

Scese le scale, un po' su di giri e si bloccò poco prima di arrivare alla porta.
Draco era fermo sull'uscio e parlava con un uomo con un cappuccio.
Quello sembrò accorgersi del nuovo arrivato e quando alzò il viso, Harry lo vide.
Vide uno dei suoi rapitori.

"Draco..." mugolò, sentendo le gambe molli.
Il biondo si girò al richiamo e quando lo vide, sgranò gli occhi.

Harry si girò e corse via, su per le scale, mentre Draco aizzava gli elfi contro l'uomo che urlava qualcosa di incomprensibile per le orecchie del corvino che, nell'imminente, sentiva qualcosa salire sulla sua schiena: paura.

°°

Quando Draco entrò nella stanza, Harry abbassò il viso, rimanendo seduto sul letto.
Non capiva perché quel ragazzo stava parlando con quell'uomo, aveva solo paura, paura di qualcosa che non conosceva.

"Harry..." mormorò il biondo "Harry ascolta."
"No... Non ti ascolto!
Io ero venuto a scusarmi con te, perché ho sbagliato ma tu...
Chi era quell'uomo? Io lo conosco ma non lo ricordo, ho... ecco..."

Draco salì sul letto e lo abbracciò forte.
Immaginò che Harry stesse provando paura senza sapere perché.

"Harry mi dispiace..."
"N-no, non capisco, non capisco"

Il corvino stava tremando e Draco immaginò di averlo segnato.
Aveva segnato, ancora, il salvatore del mondo magico.

°°

"Stupido, stupido, stupido Malfoy!" urlò Hermione, salendo le scale del Malfoy manor seguita da Theodore.
"Ti avevo detto di stare attento!" continuò il medimago "Quante volte ti ho ripetuto che la sua mente è fragile?"
"Veramente troppe volte!" riprese Hermione.
"Non è la prima volta!"
"Non ascolti!"

Draco continuava a guardare i due urlargli contro come se fossero sua madre e suo padre, poco fuori dalla stanza del corvino.
Lo aveva lasciato nella camera per andare a chiamare quei due in modo da aiutarlo ma non aveva pensato alle conseguenze.

"Ora mi toccherà aggiustare Potter!"
"Ricominciare tutto da capo!"
"Hey!" urlò allora Draco, quasi rosso come un peperone "Voi state parlando di Harry, un ragazzo, una persona! Non è una macchina, non è un gioco che si rompe e poi si ripara, non è un oggetto che si sballottola qua e là!
Ha dei sentimenti, ha paura, ha coraggio, ha curiosità e sicuramente non ha smesso di soffrire solo perché quel maniaco è stato arrestato e buttato nel buco più oscuro del mondo!"

Hermione e Theodore lo guardarono sbalorditi e poi la riccia sorrise, annuendo.
"Va bene Malfoy, hai ragione."
"Ma resta comunque il fatto che hai esagerato."

Draco sospirò.
"Era un ex seguace di Enric... Era venuto per chiedere di mio padre, Harry ci ha visto poco prima che lo spedissi a calci in culo ad Azkaban.
Se ne stanno occupando gli elfi."

Theodore annuì ed entrò nella stanza, seguito da Hermione.
Draco preferì rimanere sull'uscio, guardandoli da lontano.

Harry abbracciò Hermione, sorridendo debolmente e poi lo guardò con un'espressione triste.
Theodore cominciò a fargli alcune domande e Draco vide il corvino stranirsi e quasi estraniarsi.
Aveva recuperato la memoria ma sembrava esser tornato quando aveva paura.

Hermione si girò verso di lui, facendogli segno di avvicinarsi e Draco cominciò a farlo, impaurito da Theodore e da Harry.
Entrambi era meglio non farli arrabbiare.

"Harry, vorrei sapere cosa senti, come ti senti, cosa ricordi."
"Non lo so, non lo capisco" mormorò il corvino "Io non capisco, quell'uomo... Io l'ho visto, lui mi ha fatto qualcosa... Non è così?"
Theodore guardò Hermione ed Hermione guardò Harry che stava guardando Draco.

"Harry, quell'uomo era uno dei tuoi rapitori."
"E' tornato per me?" domandò Harry.
"No, no... certo che no.
Era qui per Lucius ma Draco lo ha spedito ad Azkaban."
"Loro..." cominciò, per poi guardare Draco "Lui... Tornerà?"

I due piccioncini si guardarono e Draco si fece avanti, accucciandosi davanti ad Harry per poi prendergli le mani fra le sue.

"Harry, adesso voglio che tu memorizzi quello che sto per dirti.
Io e te non siamo fatti per essere una coppia dolce.
Io e te litigheremo, ci urleremo contro, probabilmente cercheremo anche di ucciderci ma non per questo io smetterò mai di proteggerti come ho fatto lo scorso anno.
Non permetterò mai a nessuno di farti del male.
Non smetterò mai di tornare da te.
Sai perché?
Perché ho fatto la lista di tutte le cose che odio e tu eri lì."

Harry arricciò le sopracciglia, quasi scusso da quella rivelazione.
Hermione quasi voleva cruciarlo.

"Ma Harry...
Ho fatto anche la lista di tutte le cose che amo di più al mondo...
E tu sei anche lì.
Al primo posto."

Harry lo guardò negli occhi e gli strinse le mani, annuendo, quasi in imbarazzo davanti a Theodore ed Hermione.
Sentiva quel senso di paura svanire, come se, per la prima volta dopo tanto tempo, qualcuno avrebbe dato davvero la vita per lui.

Hermione e Ron erano stati sempre presenti e non si erano mai tirati indietro durante le battaglie ma loro erano sempre stati una coppia.
Loro, durante la guerra, vivevano l'uno per l'altro e per quanto Ginny fosse stata un'ottima fidanzata, non gli aveva mai dato tutta quella sicurezza.

"Draco..."
"Ti ho appena detto una cosa veramente troppo dolce per i miei gusti davanti a loro due" mormorò il biondo, indicandoli "Theodore mi prenderà in giro a vita e scommetto che la tua amichetta lo userà come ricatto in qualche subdolo modo... Quindi non ti azzardare a rifiutarmi, okay?"

Harry rise, accarezzandogli il viso e i piccioncini si presero per mano.
Draco riusciva sempre a rovinare tutto ma solo lui sapeva come, poi, risistemare davvero le cose.
Solo lui poteva aiutare il bambino sopravvissuto.

°°

Dopo la grande dichiarazione d'amore di Draco, dopo i controlli di routine di Theodore, dopo le grandi prese in giro di Hermione, il manor tornò alla sua tranquillità.

Gli elfi avevano fatto mangiare e saziare tutti e poi erano tornati alle loro faccende, sgridando Draco della sua poca furbizia e consolando Harry per quello che gli era accaduto.

Così i due ragazzi si erano ritrovati sul divanetto del misfatto e caso volesse che anche Harry se l'era ricordato, così da rendere la situazione più imbarazzante di quanto fosse.

"Erano vere... le cose che mi hai detto?" prese coraggio il corvino, girandosi verso la vergogna fatta persona.
"Certo... Tu per me c'eri anche quando non dovevi. Perciò io ci sarò per sempre per te."
"Theodore mi ha detto che mancano due mangiamorte ancora... Se venissero qui per ucciderci?"
"Gli riservo il trattamento elfico del manor.
Tu non ricordi ma sono già venuti e ci siamo difesi bene.
Ormai sei diventato il fidanzatino di Priscilla, se solo qualcuno – compreso me - prova a dirti qualcosa, quella mi sgrida."
"Davvero?" ridacchiò Harry.
"Oh, sì."

Ripresero a bere dai loro calici.
Draco si era versato dello scotch e Harry acqua.
In un calice.
Tanto perché voleva prendere in girol'altro.

"Hai ancora... paura?"
Harry sospirò.
"Non lo so, è stato strano. Ho provato questa forte sensazione, come se il mio cervello avesse paura ma tenesse me all'oscuro di cosa.
Ho paura di qualcosa che non conosco."
"E la cosa non ti fa riflettere? Non credi che per quanto tu possa essere all'oscuro, il tuo corpo non ha dimenticato quanto è stato male?
Io avrei paura di ricordare qualcosa che potrebbe distruggermi, che potrebbe annullarmi."

Harry alzò le spalle.
"Se i tuoi amici avessero subito qualcosa di talmente brutto che li porterebbe all'autodistruzione, tu non li terresti all'oscuro?"
"Beh, sì."
"Allora ti sei risposto da solo.
Lascia andare, Harry."

Non era la prima volta che sentiva quelle parole.
Forse era davvero ora di mollare.

"Posso farti un'altra domanda?"
Draco sospirò.
"Non fare così, è una cosa strana anche da formulare."

Il biondo gli fece segno di continuare, appoggiando il bicchiere sul tavolino di vetro davanti a loro, cercando di non risultare visibilmente irritato.

"Ecco, volevo chiedertelo prima...
Tutti parlano di questo nostro legame e io lo sento.
Anche prima, quando mi hai detto quelle cose, io l'ho sentito.
Quando ti ho detto Anche io, l'ho sentito.
Però non riesco a capire... E' strano.
C'è ma non è forte.
Non riesco a comprendere."

Il biondo ci pensò un po' su.
Anche se non riusciva a spiegarlo, aveva capito cosa intendeva Harry.
Non riusciva a sentirsi Loro.

"Vieni" mormorò, alzandosi e prendendolo per un polso "Ho un idea per farti ricordare, per renderci nostri."
Harry lo seguì senza battere ciglio, fidandosi completamente dell'altro.

Entrarono nella camera del corvino e Draco richiuse la porta dietro di loro.
Si tolse la giacca, le scarpe e cominciò a slacciarsi la camicia.
Harry lo guardò un po' spaesato ma poi comprese quello che voleva fare.

"Io... io non so se mi sento pronto..."
"Fidati di me" gli mormorò il biondo, avvicinandosi, baciandogli il viso e infilando le mani sotto la maglia, accarezzandogli il petto "Fidati e ascolta il tuo corpo e le tue sensazioni."

Lo spinse sul letto, spogliandolo della maglia e dei pantaloni, cominciando a baciarlo dal collo per scendere piano fino all'ombelico.
Harry sentì una scarica elettrica salire lungo la spina dorsale e poi l'erezione salire come avesse vita propria.

Al suo corpo piaceva quello che Draco stava facendo, lo desiderava, gli era mancato.
Sembrava che lo aspettasse da una vita.

"Draco..." mormorò il corvino, quando l'altro cominciò a disegnare con le labbra il profilo del membro congestionato "Draco aspetta..."
Ma il biondo non poteva fermarsi e lo denudò, prendendo in bocca il membro dell'altro che venne dopo una manciata di secondi su sé stesso, quando Draco lo liberò dalle sue labbra.

Harry si sentì bene, come non lo era mai stato.
Ma ne voleva ancora.
Voleva sentire Draco più profondamente.
Lo voleva...

"Dentro..."
"Eh?" domandò il biondo, intento a pulirgli il ventre.
"Ti voglio... dentro..."

Draco non poteva crederci.
Non aveva detto che non si sentiva pronto?
La sua idea stava funzionando?

"Sei sicuro, Harry?"
Il corvino annuì, coprendosi il viso con il braccio.
Voleva che Draco prendesse tutto di lui.

Il padrone del casato Malfoy si abbassò su quel corpo indifeso e ormai libero da tutte le torture subite in precedenza per farlo suo, solo e per sempre.

Cominciò a prepararlo nel modo più dolce e meno invasivo possibile.
Non voleva fargli male né spaventarlo, tantomeno fargli ricordare quello che aveva dimenticato.

Le dita scivolavano lente nel foro di Harry e quando l'aria si riempì di gemiti, toccò alle effusioni vere e proprie conquistare il posto.

Quando Draco entrò dentro Harry, il corvino spalancò gli occhi e si aggrappò a quelle braccia forti e magroline, sentendo il suo cuore scaldarsi, il suo cervello liberarsi, il suo corpo rilassarsi.
Riuscì a capire cosa aveva dimenticato.
Riuscì a vedere quel legame.

Loro erano due facce della stessa medaglia, erano fatti per stare assieme.
Il corpo di Draco si incastonava perfettamente con quello di Harry e viceversa.
Niente poteva esser più perfetto di quel momento fra loro due.

"Lo... lo vedo..." mormorò il corvino, lasciando scivolare una lacrima "Io lo vedo, Draco..."
"Ci vedi, Harry?" sorrise il biondo, spingendosi con quanto più amore possibile "Vedi noi?"
"Sì..." rispose, mentre Draco gli baciava le stille salate "Ora ricordo..."
"Non andare mai più via da me..."
"No, mai, non andrò..."
"Mai più. Harry io..."
"...ti amo."

Draco sentì le lacrime uscire.
Aveva avuto tutto quello che aveva sempre desiderato.
"Ti amo, Harry..."
"A-anche io... Ti amo, ti..."
Si baciarono.
Un bacio così lungo che quasi li soffocò.

Niente li avrebbe più divisi.
Ormai appartenevano a loro stessi.
Per quanto Ron, nei giorni seguenti, borbottava contro questa nuova relazione, per quanto Theodore ridacchiava per quella dichiarazione, per quanto Hermione ricattava Draco, nessuno avrebbe più messo bocca.

Harry era di Draco.
Draco era di Harry.

E Draco continuò a maledire la Granger negli anni a venire per quel piccolo scambio di ruoli fra le lenzuola che Harry ogni tanto chiedeva per rendere più viva quella relazione.

E vissero per sempre
Felici e
Contenti.





Note: Eccoci giunti alla fine.
Dovevo mettercelo a tutti i costi il Felici e Contenti xD
Siamo giunti, purtroppo, alla fine di questa storia.
E' stata una prova, un prova ben riuscita a quanto penso, date le vostre recensioni e non vi ringrazierò mai abbastanza per aver seguito questa long fino a qui.
Grazie per aver sclerato, pianto, amato e odiato insieme a me.
Grazie per aver aspettato, soprattutto.
Davvero, grazie per tutto.
Se avete delle critiche da farmi, le accetterò con tutto il cuore, se posso migliorarmi grazie ai vostri dubbi, sono decisamente pronta a farlo.Spero di non esser, soprattutto, risultata troppo banale.
La storia finisce qui ma ho ancora in serbo per voi qualcosa di fluff.
Pertanto non andate via, il capitolo 23 lo dedicherò a tutti voi.
Non vedrà come protagonisti Harry e Draco ma un'altra coppia che è stata presente, amata e disperata per tutta la seconda parte di Slave.
Quindi ci saluteremo nel prossimo capitolo <3

Slave: The Final ChapterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora