He always come back

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  He always come back
Lui torna sempre
Cap.11










Quella mattina Edward entrò nella camera di Harry.
Ygritte aveva già aperto le finestre e svegliato il corvino, portando un vassoio ricco di tutto quello che una persona a colazione poteva avere.

Però Harry non toccò nulla, né si decise ad alzarsi dal letto.
Aveva il respiro forte e la faccia rossa, i pugni stretti, gli occhi chiusi.

"Harry...?" lo chiamò Edward, mordendosi le labbra "Harry come ti senti?"
Il corvino non rispose né si mosse.

Il padrone di casa stava seriamente incominciando a pensare a cosa andava incontro se qualcuno avesse saputo che teneva Harry lì.
Probabilmente il Bacio era la cosa più plausibile.

"Ygritte!"
La donna entrò di corsa in camera e fece un inchino.
"Ha chiamato signore?"
"Fallo alzare, lavalo e vestilo.
Io andrò al ministero e farò presente che Harry Potter è ospite in casa mia e che non è successo nulla.
Chiaro?"

Ygritte immaginò a cosa si riferisse, alle molestie in macchina e annuì.
Dopotutto il suo padrone stava facendo qualcosa di giusto.

"Qualsiasi cosa, mandami un gufo."
Detto questo, uscì dalla camera e si diresse nella propria per vestirsi adeguatamente.
Era decisamente la cosa migliore da fare.

§§

Theodore quella mattina si diresse con il cuore in gola al ministero.
Shacklebolt lo aveva contattato per concordare un metodo di spionaggio.

Aveva però paura che sarebbe andato a finire tutto in modo molto brutto.
Se non avesse accettato, sarebbe finito ad Azkaban.
Se Enric l'avesse saputo, i suoi genitori sarebbero morti.

Ma, dopotutto, non se lo meritavano?
Non erano ricaduti nella trappola?
Non si erano fatti fregare di nuovo?

Forse stava correndo troppo.
Probabilmente Enric li aveva minacciati.
Poteva aver detto loro che avrebbe ucciso l'unico figlio che avevano.

Entrò in ascensore e si diresse verso l'ufficio. Quado scese sul piano, notò una chioma di capelli ricci che camminava poco più avanti di lui.
L'oggetto della sua ossessione.

"Hermione!" urlò, correndole incontro "Hermione aspetta!"
La ragazza si girò al richiamo e sorrise alla vista del medimago.
"Ciao Theodore, buongiorno."
"Buongiorno a te. Cosa ci fai qui?"
"Credevi che ti avrei lasciato da solo contro Shacklebolt?"

Theodore sorrise è arrossì istintivamente.
Gli piaceva l'accortezza che Hermione usava nei sui confronti.

"Non mi ero mai reso conto di che ragazza fantastica tu sia."
"Beh, a scuola non parlavamo molto."
"E' stato uno dei miei più grandi sbagli."

La riccia annuì e abbassò il viso, torturandosi le mani.
Theodore allungò le dita sul volto della ragazza e si avvicinò a lei.

"Hermione, io ti giuro che ti tratterò come una regina. La mia regina.
Dammi una possibilità."
"Theodore, io sono sposata... Ho sposato Ronald, io..."
"Eri giovane... Ora sei una donna e sai cos'è meglio per te... Se Weasley o io."

Hermione non fece in tempo a replicare che il ragazzo spinse le proprie labbra su quelle di lei.
Il bacio prese vita per qualche secondo e poi la ragazza sgranò gli occhi, spingendolo via.
Theodore, però, non si beccò solo una spinta, ma anche un pugno ben assestato.

§§

Harry sentiva un gran fuoco dentro di sé.
Qualcosa stava andando storto e la testa gli girava, gli faceva male.
Voleva urlare.

La voce di una donna gli arrivava cotonata alle orecchie e quando lo toccava, la spingeva via, impaurito.
Quando tentò ancora di tirarlo per un braccio, urlò e indietreggiò sul letto, guardandola.

Vedeva un ammasso di cerchietti e niente che sembrava essere una figura umana.
Non riusciva a distinguere nulla e il panico prese possesso del suo corpo, costringendolo ad alzarsi e a barcollare.

"Dove sta andando, si fermi!" gli urlava Ygritte, ma niente di quello arrivava in modo sano al suo cervello.
Chi era quella donna?
Dove si trovava?

Non ricordava nulla, neanche chi era lui.
Sapeva soltanto che voleva una persona, una persona che a lui teneva davvero.
Ma non sapeva chi era.

"A-aiuto..." piagnucolò, scendendo le scale con Ygritte che dietro gli chiedeva di fermarsi "Aiuto, non ce la... non ce la faccio..." mormorò ancora.

La porta del manor si aprì di colpo e le ante di essa si spezzarono in due.
Davanti a Ygritte si materializzò un gruppo di uomini incappucciati con a capo un ragazzo dai capelli scuri e leggermente mossi.

Harry cadde a terra, tenendosi la testa e piagnucolando per la paura dal rumore sentito.
Ygritte si portò le mani alla bocca e indietreggiò, immaginando che qualcosa di brutto sarebbe accaduto di lì a poco.

"Harry..." mormorò Enric, sorridendo e avvicinandosi "Finalmente ti ho trovato."
Il corvino alzò il viso, rigato di lacrime e indietreggiò leggermente.
"N-no... Non voglio..." mormorò, sentendo il cuore battere all'impazzata.
"Oh, lo sai bene cosa ti accadrà ora..."
"No... lasciami andare, non voglio..."

Il restante dei camerieri della casa avanzarono verso la hall e quando videro gli intrusi, cominciarono ad armarsi.
"Non ruberete nulla da questa casa!" mormorò uno.
"Non farà del male al nostro ospite!" urlò una donna.
Ygritte, che era l'unica maga oltre Edward dentro quella casa, riconobbe le maschere degli uomini incappucciati e si sentì morire.
Mangiamorte.

"Uccideteli.
Uccideteli tutti!" urlò Enric, afferrando Harry per un polso tirandoselo addosso.
"Non voglio superstiti!"

Le maledizioni volarono veloci e Ygritte fuggì via, verso la guferia in cima alla casa.
Avrebbe mandato un messaggio a Edward prima di morire.

§§

Quando Theodore riuscì a capire cos'era successo, notò soltanto Hermione litigare con un ragazzo.
Un su ex compagno di scuola, dai capelli rossi.
Ronald Bilius Weasley.

"Ma tu sei matto, potevi fargli davvero male!"
"Era quello il mio intento, Hermione!"
"Ma che cavolo ti è passato per la testa!"
"Ti ha baciato, sei mia moglie, miseriaccia!"

La riccia aiutò Theodore a rialzarsi e gli alzò il viso, cercando di bloccare il sangue che gli usciva dal naso.
Gli auror dietro a Ron incrociarono le braccia guardando male il medimago ed Hermione immaginò che non sarebbe scemato tutto in modo facile.

"Ti vedo con lui, eh?
Stai con lui, Hermione?"
"Non credo sia questo il posto dove parlarne" mormorò la riccia, incamminandosi verso l'ufficio di Shacklebolt.
"E invece sì, ogni posto è adatto, visto che ho beccato mia moglie baciarsi con un mangiamorte!"
"Non sono un mangiamorte, Weasley" soffiò Nott.
"Ah no? Eppure mi è arrivata voce che hai deciso di eseguire gli ordini di Enric O'Neill."
"Per salvare quel trovaguai del tuo migliore amico!" gli urlò in risposta il medimago.

Shacklebolt uscì dal proprio ufficio, sentendo il macello e quando vide la situazione, alzò un sopracciglio.
Hermione fece sedere Theodore su una delle poltroncine e Ron rimase a debita distanza da tutto e da tutti.

"Adesso" mormorò Shacklebolt, incrociando le braccia "Mi dite che cosa sta succedendo."
"Nulla di importante" rispose la ragazza.
"Nulla di importante? E' questo che pensi del nostro matrimonio?"
"Non intendevo questo, Ron!"

L'auror più anziano sospirò e alzò le mani cercando di metter pace.
"Non siamo qui per parlare dei vostri piccoli problemi di cuore.
Siamo qui per trovare il modo di salvare Harry Potter.
Perciò uscite che devo parlare con il signor Nott."

Hermione si avvicinò al ragazzo.
"Io voglio essere presente."
Ron fissò la moglie non degnarlo di uno sguardo e si girò verso la porta, uscendo e sbattendosela alle spalle.

La riccia immaginò che da quel momento, sarebbe tutto cambiato.
Il suo cuore era infranto ma da una parte alleggerito.
Cosa doveva fare?

§§

Edward era immerso nei suoi pensieri per cercare di capire cosa avrebbe dovuto dire.
Come aprire il discorso, spiegare quel che era successo, cercare di non finire ad Azkaban.
Dopo tutto non aveva fatto nulla di male no?

Quando attraversò la soglia del ministero, vide Ronald dirigersi a passo svelto e scuro in volto verso uno dei camini.
Si alluminò alla sua vista e gli corse incontro.

"Signor Weasley! Signor Weasley!" urlò Edward, raggiungendolo "Aspetti!"
Ron si girò verso l'uomo e si fermò, incrociando le braccia.

Edward si bloccò davanti a lui con il respiro affannato e poi si sistemò bene la giacca.
"Salve.
Mi chiamo Edward Blake."
"Salve a lei signor Blake. Serve qualcosa?"
"Diciamo che ho qualcuno che le appartiene."

Ron alzò un sopracciglio e poi spalancò la bocca.
"Ha trovato Harry Potter?!"
"Ieri sera, sul ciglio della strada. Sta riposando a casa mia."

Ron lo prese per un polso e cominciò a correre all'indietro, verso l'ufficio.
Quando scesero dall'ascensore ed entrarono nell'ufficio, Shacklebolt si spazientì ancora.

"Ora cosa c'è, Weasley!"
"Harry!" urlò tutto trafelato Ron "Harry è a casa sua!"
Hermione sgranò gli occhi e Theodore si alzò.

"Bene" mormorò il vecchio auror "Andrete con la tua squadra."

°°

Quando arrivarono davanti casa di Edward, tutti si bloccarono sulla porta devastata.
Uno dei camerieri era steso a terra, sulla pancia e il sangue aveva sporcato tutta l'entrata.

Hermione si portò le mani alla bocca e Ron indicò alla squadra di seguirlo.
Gli Auror entrarono nella casa con le bacchette sguainate ed Edward fissava tutto scioccato.

"Cosa diavolo è successo qui" mormorò Theo, fissando i cadaveri.
"Enric..." mormorò la riccia.
"L'ha trovato di nuovo..." si ricordò il medimago.
"Già..." fece Hermione "Come diceva a Draco... Lui torna sempre."

Quando tutta la casa fu controllata, Edward entrò cercando di capire se qualcuno dei suoi camerieri era sopravvissuto.
Salì le scale e controllò ogni stanza, fino ad arrivare alla guferia.

Lì dovette appoggiarsi al muro e portarsi una mano sugli occhi.
Ygritte era morta.
Era lì, stesa a terra, scuoiata e dissanguata con in mano una lettera.

Ron, Theodore ed Hermione lo raggiunsero poco dopo e dovettero calmarsi per non vomitare in quel preciso istante.
La riccia si avvicinò al corpo e prese il foglietto, aprendolo e leggendolo.

"Signor Blake, hanno preso il ragazzo.
Lo stanno portando via.
Stanno uccidendo tutti.
Addio signor Blake."

Nessuno disse nulla, tranne Edward che cadde a terra, piagnucolando.
Ygritte era morta.
La sua fedele Ygritte.

Ron batté un pugno contro il muro e si morse le labbra.
"Eravamo così vicini" mormorò, incazzato "Eravamo così vicini ad Harry e lo abbiamo perso.
Perso per una manciata di minuti."

§§

Enric spinse Harry sul letto, senza dolcezza, delicatezza o accortezza.
Lo tirò per le ambe, facendolo sdraiare e poi gli mollo uno schiaffo sul viso, spingendo l'altra mano sul suo petto.

"Sei scappato, di nuovo!
Quante volte ti ho detto di non farlo!"
Harry alzò le mani per difendersi ma Enric gli bloccò i polsi con la mano libera, strappandogli la maglia del pigiama che Edward gli aveva fatto mettere.

"La-lasciami, non voglio, non farmi male!"
"Te lo meriti!" gli urlò l'uomo "Sai bene cosa ti aspetta!"
Il corvino tentò di divincolarsi ancora ed Enric prese la bacchetta urlando un Incarceramus.

Lunghe catene argentee bloccarono il corpo del ragazzo, quasi strozzandolo.
Più andava avanti, meno respirava e sentiva il collo spezzarsi.

Enric bloccò l'incanto, facendo svanire le catene e Harry singhiozzò, tossendo e tenendosi il collo segnato e ferito.

"Sei scappato di nuovo."
"La-lasciami andare..."
"Tu sei mio, Harry. Tu sei mio" mormorò Enric, prendendogli un polso e girandolo di lato, spingendolo poi con la pancia sul materasso.

"N-no, non voglio, lasciami!"
"Ti possederò fino a farti svanire, così vediamo se avrai ancora voglia di fuggire!"
"No, lasciami, n-no!"

L'uomo prese dal cassetto le pillole e gli strappò i pantaloni, tenendolo fermo contro il materasso.
Gli tolse ogni tipo di vestiario, lo denudò e poi lo bloccò contro le lenzuola.
Con un gesto fulmineo spinse la pasticca fra i glutei di Harry e quello scattò sentendosi violato.

"Lasciami!" urlò, riuscendo a liberarsi ma Enric lo riprese e lo spinse contro il muro, facendogli sbattere la testa, spaccandogli il naso.
Lo tirò ancora sulle lenzuola, tirandogli un pugno assestato sul petto e quello fu la fine dei giochi.

Harry si lasciò andare, distrutto e ferito e non si mosse più.
L'uomo sorrise e gli baciò il collo, passando la lingua lungo il segno lasciatogli dall'incanto.

"Harry..." mormorò dolcemente, toccandogli il corpo "Lo sai che se mi fai incazzare, succede questo... Perché ancora non lo capisci? Tu rimarrai qui con me per sempre."
Le lacrime che cadevano dagli occhi del corvino gli pulirono il sangue che usciva dal naso. Sentiva dolore al petto, voleva morire.

"Che ne dici se facciamo pace? Eh, Harry?"
Il ragazzo girò il viso e annuì, sentendo che se anche stava andando tutto a rotoli, c'era qualcosa, anzi, qualcuno per cui voleva lottare ma non ricordava chi era.

"Bravo Harry..." mormorò Enric, baciandogli il corpo e aprendogli le gambe, toccandogli il mebro "Sei un bravo ragazzo quando fai così.
La vita, in questo modo, non è più semplice? Eh?
Rispondi."

Il corvino chiuse gli occhi, stringendo le lenzuola alla penetrazione dell'altro.
Annuì leggermente, ansimando e sentendo dolore al petto.
Si sentiva morire davvero.

"Dimmelo Harry. Dillo."
"S-sì..." ansimò il corvino "Sì..."

Enric sorrise e cominciò a spingersi, sempre più forte, fino a far davvero del male ad Harry che cominciò a urlare e divincolarsi, fino a quando l'uomo non gli venne dentro.
Enric continuò così per tutto il giorno, fino a quando il corvino non svenne, straziato e dolorante dagli abusi.

L'ultimo urlo che Harry cacciò, sembrò quasi infrangere qualsiasi legge umana e magica esistente.
L'ultimo urlo che Harry cacciò, arrivò fino alle orecchie di Draco.
L'ultimo urlo che Harry cacciò, fece scattare il biondo del casato Malfoy seduto sul materasso con gli occhi spalancati ed il fiato pesante.

Draco Malfoy era tornato.
Era tornato per Harry Potter.  


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Note: Eccomi tornata!
Scusate ma sono entrata a medicina e potete immaginare quanto cavolo sto studiando x.x 
Comunque non mi dimentico di voi!
Nuovo capitolo e con lui torna Malfoy! <3
Tutti contenti, no?<3

Slave: The Final ChapterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora