A little Light
Una piccola luce
Cap.3
Era giunta la sera di quel ventisette Dicembre.
La tenda accanto alla Tana in cui si erano accampati quella notte, era lugubre e le persone al suo interno portavano un lungo muso.
I tre ragazzi sembravano persi, disorientati, feriti.
Harry era disperso chissà dove, nelle mani dell'uomo col serpente e Draco era in coma al San Mungo.
Secondo Theodore, la ripresa del biondo avrebbe richiesto molto tempo e questo significava che ritrovare il loro migliore amico sarebbe stato difficile.
Ginny era sdraiata in uno dei letti delle stanze che la tenda aveva.
Guardava i quadri che era riuscita a recuperare dal disastro che era accaduto il giorno prima e sospirava silenziosamente.
Le foto di lei e Harry al matrimonio di Ron ed Hermione sembravano ricordare un periodo così lontano della loro storia che ormai non sarebbe più tornato.
Lei abbracciata a lui, felice e con i capelli lisci raccolti in uno chignon.
Un vestito azzurrino a decolté, scelto da Hermione per la sua damigella d'onore.
Lui in smoking, certo, ma comunque bellissimo, testimone dello sposo, con un braccio intorno alla vita della sua ragazza, il viso sorridente e i capelli arruffati come sempre.
Un'altra foto li ritraeva allo stadio, durante il Quidditch.
Erano così felici e spensierati, non vi era traccia di pericoli o strani uomini con dei serpenti tatuati sul braccio, pronti a far del male all'eroe del mondo magico.
Però, più guardava quelle foto, più si accorgeva che il sorriso di Harry andava sempre più a diminuire e che le occhiaie del ragazzo crescevano. Il viso più scuro, più basso, il corpo più magro.
Come aveva fatto a non accorgersi di come si stava riducendo il suo ragazzo?
Come aveva potuto ignorare quei segnali evidenti?
Harry non mangiava più, non dormiva più, non sorrideva e non rideva più.
Il corvino stava entrando in depressione e lei non se n'era accorta neanche un pochettino.
Che razza di fidanzata era, che moglie sarebbe diventata, se neanche riusciva a capire il ragazzo che amava, l'uomo della sua vita, colui che inseguiva e adorava da quando era piccola?
Toc, toc.
Hermione bussò al paletto che teneva la tenda della stanza e successivamente avanzò all'interno di essa piano.
Ginny si mise seduta sul letto e sospirò alla vista della ragazza.
"Ginny, è pronto... Vieni a mangiare?"
"Non lo so" mormorò la rossa, mettendo il viso fra le mani "Non credo di avere molta fame."
"Capisco che sei preoccupata, lo siamo tutti, ma dobbiamo essere forti e tenerci in forma... Non possiamo affrontare quell'uomo senza almeno avere le forze per rimanere in piedi."
Ginny annuì e poi prese uno dei quadrucci, porgendolo a Hermione.
"Cosa noti qui?"
La riccia fissò per un po' l'amica e poi guardò la foto.
Ella ritraeva i due ragazzi davanti a un Auditorium, prima di una mostra.
Ginny era bellissima in un abito color pesca, sorridente e con i capelli raccolti in una coda che finiva in ricci voluminosi.
Harry era accanto a lei, in giacca e cravatta ma aveva il viso scuro e non sorrideva.
Anzi, sembrava più triste del solito.
"Beh... Sembra quasi che Harry non sia felice."
"Già..." annuì la rossa "E io non me ne sono mai accorta... Che razza di persona sono?"
Hermione la guardò arrovellarsi il cervello e sospirò poggiando la foto sul comodino.
"Ginny non prendertela, neanche noi ce ne eravamo accorti! Neanche Ron che passava quasi tutto il tempo con lui!"
"Ma io lo amo! Hermione, io e lui avevamo un rapporto in cui ci comprendevamo, in cui io lo capivo e sapevo cosa avrebbe fatto, come durante la guerra!
Perché poi è cambiato tutto? Perché quella sintonia è scomparsa?"
La riccia non sapeva cosa rispondere.
Ginny e Harry erano stati davvero affini durante la guerra, questo era vero, ma una volta finita sembrava quasi che fosse stato tutto un illusione.
"Sai, probabilmente abbiamo sbagliato tutti. Harry è forte ma ha subito comunque molte perdite e tanti colpi... Non ci siamo resi conto che dovevamo controllarlo."
"Sono stata una stupida, Hermione, basta scuse. Dovevo capirlo."
La riccia sospirò e abbassò il viso.
Non sapeva come tirare su il morale di Ginny, non aveva la più pallida idea di cosa fare.
"Dai... Vieni a mangiare... Ho preparato l'arrosto con i piselli, farcito con gli spinaci... E' buono e ci terrà in forza per quando andremo a salvare Harry."
"Come faremo a salvarlo? Non siamo riusciti a trovarlo in tre anni, non credo che questa volta andrà meglio."
"Dobbiamo aspettare Draco... Lui conosce molte persone, probabilmente riuscirà a trovarlo di nuovo."
"Già..." si infuriò la rossa, stringendo i pugni "Draco Malfoy... Lo perdonerò solo se riuscirà a riportare Harry sano e salvo a casa."
"Vedrai che se, come hai detto tu, lo ama davvero, tornerà fra di noi e lo cercherà fino alla fine delle sue forze."
La rossa sospirò e si alzò dal letto, seguendo la riccia verso la parte della tenda che fungeva da cucina.
Ron era seduto al tavolo con dei fogli in mano e sembrava assorto nei suoi pensieri.
Ginny si sedette davanti al fratello, mentre Hermione riempiva i piatti presenti sul tavolo.
L'atmosfera sembrava fredda e distaccata, fra i due sposi non c'era più quel divertimento e quel gioco che c'era stato per tanto tempo.
"Ronald, per favore, puoi continuare dopo a guardare quei fogli?"
"Sono tutto ciò che ci rimane per ricostruire la tana, Hermione... La nostra casa."
"Lo so che c'eri affezionato, ma forse possiamo costruire la nostra vita da un'altra parte, che ne dici? Altrove, in un posto diverso, lontano da qui e da tutti i ricordi brutti che ci sono annidati."
"Ma è qui dove abbiamo vissuto gran parte della nostra vita, dove la mia famiglia ha vissuto, dove abbiamo combattuto... E qui dove ho i ricordi più belli."
La riccia sospirò e si sedette a tavola, ormai sconfitta all'idea di trovare casa in un altro posto.
Probabilmente Ron avrebbe ricostruito la Tana e sarebbero tornati alla loro vecchia vita.
Immaginò la sua vita con Theodore: una casa in una città, niente puzza di escrementi, niente gnomi da giardino, niente travi barcollanti e spifferi di freddo... Avrebbe abitato in una vera casa, come quella che aveva con i suoi genitori e sarebbe stata libera di fare molte altre più cose.
Inforchettò un pezzo di polpettone e scosse la testa.
Come poteva immaginare la sua vita con un uomo che non era Ronald Bilius Weasley?
Suo marito era davanti a lei, seduto a mangiare un pasto cucinato da lei, intento a pensare a come salvare il loro amico e come ricostruire la propria casa.
Si sentiva uno schifo.
"Sai Ron..." prese parola Ginny "Ormai sarebbe inutile ricostruire la Tana... Abitano tutti altrove, siamo rimasti noi tre e forse Hermione vorrebbe vivere in un posto meno... Ecco, meno campagnolo."
La riccia girò il viso verso l'amica e sgranò gli occhi.
"Insomma, ti ha chiesto solo una cosa dopotutto e poi sarebbe meglio per entrambi andare a vivere più vicino al Ministero... Sarebbe più comodo, non credi?"
Ronald guardò la sorella e poi Hermione, cercando una risposta o un'affermazione negli occhi nocciola della ragazza.
La riccia si girò verso il marito e poi abbassò lo sguardo verso il piatto, continuando a mangiare.
"Beh, probabilmente hai ragione... La Tana è sempre stata la casa dove gli Weasley possono tornare, ma ormai... nessuno ci torna più, neanche la mamma... Perciò penso di sì..."
Hermione alzò lo sguardo verso Ron, stupita.
"Che ne dici Hermione, vuoi venire a vivere con me in una casa fatta di mattoni, con un bel camino e design moderno?"
Gli occhi della ragazza si illuminarono a quella richiesta, davvero Ron lo avrebbe fatto?
"Sì..." rispose "Sì Ron, voglio venire a vivere con te."
Ginny sorrise allo sguardo che i due si stavano scambiando e sperò che il suo piano per far riavvicinare gli sposi riuscisse.
Hermione era sempre riuscita a far valere le sue imposizioni e, nel bene e nel male, a Ron piacevano o se le faceva piacere.
Ma da quando Harry era scomparso, anche la riccia aveva avuto qualche ripercussione, facendo così salire il mal contento della coppia.
"Hermione, stavo pensando..." riaprì il discorso Ron "Visto che Lucius sarà interrogato sotto Veritaserum, che ne dici se chiedo a Shacklebolt di aspettare a farlo?"
"E perché?" domandò Ginny.
"Beh, se Hermione raccoglie le immagini delle persone che lavorano al Ministero durante l'ascesa di Voldemort, possiamo farle vedere a Malfoy e chiedergli E' lui l'uomo col serpente?"
La riccia guardò il marito con nuovi occhi.
"Sì..." mormorò "Giusto. Facciamo così! Domani mattina andrò nella biblioteca del ministero e farò una ricerca. Stamperò tutti quelli che lavoravano lì e che sono stati licenziati o allontanati per cause strane e poi andremo ad Azkaban."
"Ma non doveva essere interrogato anche sul fatto che i vecchi mangiamorte si stanno riorganizzando?" chiese ancora la rossa.
"Sì ma se a capo di tutto questo c'è l'uomo col serpente, abbiamo anche noi Auror un vantaggio... Sappiamo contro chi siamo, chi è il capo e soprattutto possiamo cominciare le ricerche di qualcuno di cui conosciamo il viso!"
Ginny annuì ed Hermione sorrise a Ron... Sembrava quasi che in un singolo istante fosse migliorato tutto: Ron che pensa, casa nuova, Ron che pensa, Ron che dice cose esatte, Ron che pensa, Ron che fa affermazioni giuste, Ron che pensa... Insomma, già che Ron pensava era strano.
Ma era davvero suo marito quello?
"Allora domani vado da Shacklebolt e glielo chiedo... Sperando che mi ascolti, anche perché dopo il casino che abbiamo fatto, mi tiene d'occhio."
"Non immaginavo che quest'uomo fosse così forte... Ci ha lasciati tutti senza parole" commentò Ginny.
"Già" fece Hermione "Ora si capisce come mai Harry abbia avuto problemi nel fuggire o nel batterlo."
Tutti ripresero a mangiare in silenzio.
Il vento forte fuori dalla tenda si sentiva moltissimo ma all'interno non se ne percepiva poi tanto il fastidio.
Ciò che Ron aveva sempre amato della sua donna, era il modo in cui riusciva ad avere una soluzione per qualsiasi situazione.
Aveva quella piccola borsetta dove all'interno c'era di tutto: vestiti, libri, coperte, padelle, pozioni, primo soccorso, scarpe, spazzole, frigo portatile, armadi, letti, cuscini, tavoli, sedie, luci e via dicendo.
Aveva usato quella borsa durante il periodo in cui erano stati dei fuggiaschi, dopo la morte di Silente e la caduta del Ministero, la presa di Hogwarts e il dominio di Voldemort.
Hermione aveva dato loro un posto in cui riposare, incantesimi di protezione, cibo e radio su cui ascoltare le notizie che i suoi fratelli con Lee Jordan mandavano su linee private.
Anche a quel tempo era stato uno stupido, si era fatto trasportare dall'Horcrux che avevano trovato, il medaglione di Salazar ed era diventato geloso del suo migliore amico: Harry.
Era scappato da loro, da Hermione e poi ci era tornato, risentito, innamorato...
Il deluminatore lo aveva aiutato a ritrovare la donna della sua vita, anche se prima si era goduto la scena della sua ragazza avvinghiata e baciata dal suo migliore amico.
Miseriaccia, lui sì che sapeva come farmi arrabbiare, brontolò il ragazzo, finendo il suo piatto.
Ginny lasciò un po' di arrosto mentre Hermione si alzò per cominciare a sistemare i piatti nel lavabo.
Ron prese le carte della casa e le lasciò sul tavolo, sospirando e girandosi poi verso la moglie.
C'erano tante cose di cui parlare ancora.
"Hermione, posso farti delle domande?"
La riccia annuì senza rispondere a voce, mettendo del sapone nel lavandino.
"Possiamo davvero fidarci di Theodore?"
La domanda attirò anche Ginny che era visibilmente preoccupata.
La riccia immaginò che loro non l'avevano conosciuto come lei e che quindi avevano molte domande che aspettavano tante risposte sincere e rassicuranti.
"All'inizio neanche io mi fidavo molto della scelta di Draco e per questo gli ho dato molti problemi" cominciò a rispondere Hermione, non del tutto sincera "Ma poi ho assistito a una delle visite e mi sono convinta che non è male il lavoro di Nott."
"Perché Malfoy ha chiamato proprio lui?" chiese Ginny.
"Beh, Draco ha sempre detto di non voler che la storia di lui ed Harry uscisse su tutti i giornali, quindi ha chiamato una persona di cui si fidava."
La rossa storse le labbra e Ron la guardò, entrambi con lo stesso identico dubbio.
Davvero Theodore Nott era fedele a Draco Malfoy?
"E' vero che a scuola stavano sempre assieme..." cominciò Ron "Ma non mi sembrava che a Nott fosse molto simpatico Draco. Soprattutto dopo la storia dei mangiamorte e dell'attacco al Ministero durante il quinto anno."
"Beh, diciamo che dopo che i Malfoy sono stati scagionati grazie ad Harry, Nott ha avuto molti problemi nel rientrare all'interno della comunità e Draco lo ha aiutato a farsi il nome che ha adesso..."
"Quindi non è cambiato nulla" mormorò Ginny.
"In che senso?" chiese Hermione.
"Fra di loro c'è sempre questa cosa dei favori... Nott non ha parlato perché altrimenti Draco l'avrebbe affondato."
"Immagino proprio di sì, Ginny."
Ron sbadigliò e si grattò la testa.
La scuola era finita da un pezzo e né lui né Harry avevano frequentato l'ultimo anno, di conseguenza non sapeva cos'era accaduto a Hogwarts.
Malfoy aveva frequentato, questo lo sapeva ma non immaginava che fra lui e i suoi amici le cose non erano cambiate di una virgola: erano proprio dei Serpeverde.
"Quindi possiamo fidarci... Insomma, ci restituirà Malfoy sano e salvo" ricominciò Ginny.
"Non è che tenterà di ucciderlo per eliminare il fatto che gli deve dei favori?" domandò Ron.
"Non dire stupidaggini Ronald!" lo riprese Hermione, asciugando i piatti puliti "Non farebbe mai una cosa del genere, è una brava persona!"
Ginny la guardò alzando un sopracciglio e la riccia si accorse di aver appena difeso Theodore Nott da suo marito.
Non poteva credere che le cose stavano degenerando in quel modo.
"Calma Hermione..." mormorò Ron "Stavo solo ipotizzando, anche perché senza Malfoy, dubito che riavremo di nuovo il nostro amico."
Hermione annuì sospirando e posando tutto, sedendosi poi al tavolo.
Il silenzio riprese spazio nella stanza e nessuno parlò per un po'.
Ognuno pensava a qualcosa.
Hermione pensava al suo rapporto con Ron e alle accortezze che invece Theodore le aveva dedicato.
Ron pensava al modo per convincere Shacklebolt a rimandare l'interrogatorio con il Veritaserum.
Ginny pensava ad Harry e al suo rapporto che alla fine di tutto sarebbe scomparso.
"Beh..." sospirò la rossa "Io me ne vado a dormire...Ci vediamo domani."
"Notte Ginny" mormorò Ron.
"Notte" fece anche Hermione.
La rossa sì allontanò dal duo e andò verso la sua stanza, chiudendola con una tenda blu, così da avere la sua privacy.
Cominciò a spogliarsi e a infilare il pigiama.
Aveva aiutato Hermione a conquistare una cosa migliore della Tana, ma avrebbe significato che anche lei doveva cercarsi un posto dove stare.
Fino a quel giorno era vissuta con il fratello per non rimanere sola a Grimmauld Place, ma ora che Harry non c'era e il duo di sposini si trasferiva, lei non poteva di certo rimanere sulle spalle di qualcuno.
L'indomani avrebbe cercato un posto dove stare, magari anche nella Londra babbana, lontano da tutto e da tutti per qualche periodo.
Aveva bisogno di staccare la spina e ricominciare a giocare a Quidditch.
Fin quando Draco non sarebbe uscito dal coma, le probabilità di trovare Harry erano pari allo zero per cento.
Non doveva arrendersi, lo sapeva, ma spendere tempo, stressarsi per poi giungere al nulla come gli anni precedenti, era inutile.
Si sdraiò nel letto e sbadigliò spengendo la candela sul comodino.
Harry si sarebbe ricordato del loro amore?
Sarebbe tornato con lei?
Sarebbe stata una lunga notte.
°°
Hermione e Ron erano rimasti in cucina e nessuno dei due sembrava voler parlare.
Hermione ancora si stava sgridando per aver difeso Nott e non riusciva a guardare in faccia suo marito.
"Andiamo a dormire?" propose lui, alzandosi.
"Ah... Sì" sospirò la riccia, seguendolo.
Si avviarono in stanza e chiusero la tendina, cominciando a spogliarsi per poi infilarsi sotto le lenzuola.
Ron si avvicinò alla ragazza e l'abbracciò, baciandole la fronte.
"Sai... Pensavo che è da un po' che non ci prendiamo del tempo per noi..." mormorò il ragazzo, accarezzandole la schiena.
"Che intendi?" domandò Hermione.
"Potremmo fare un viaggio... Dopo la fine di tutta questa storia."
La riccia si alzò di scatto, incredula di quello che aveva appena sentito.
Suo marito l'avrebbe portata in vacanza?
"Davvero?" chiese "Mi porterai in vacanza?"
"Beh, se vorrai, sì... Insomma, ci pensavo da un po' e-" Ron non fece in tempo a finire la frase che Hermione gli si fiondò addosso, baciandolo e stringendolo.
Sembrava quasi che il ragazzo si fosse svegliato, che aveva capito cosa la martoriava ormai da qualche tempo.
Forse stava solo cercando di recuperare il loro rapporto ma, qualunque cosa era, la stava facendo dannatamente bene.
Ron le accarezzò la schiena, arrivando fino ai glutei, infilando le mani all'interno dei suoi slip.
Hermione non si bloccò, era da tanto che non facevano sesso e quello sembrava il momento adatto per farlo e per fare pace.
Si spogliarono e si baciarono a vicenda, toccandosi e strusciandosi come due animali in calore.
L'aria si saturò di voci vogliose di altro calore e presto Ron si posizionò fra le gambe di Hermione.
"Ron..." miagolò la ragazza "Ginny potrebbe sentirci..."
"Non mi va di fare un incanto silenziatore..." sbuffò il ragazzo, baciandole un seno "Vedrai che non sentirà nulla."
Hermione non ne fu molto convinta ma neanche a lei andava di fermarsi per silenziare la stanza.
Ron la penetrò dolcemente, accarezzandole le gambe e baciandole le labbra, il collo, i seni, lasciando piccoli gesti d'amore lungo la pelle della ragazza.
"Ho sempre pensato che la tua pelle fosse morbida" ansimò il rosso, stringendola a sé.
La riccia allungò le braccia intorno al collo del marito e si ancorò al suo corpo, ansimando leggermente sull'orecchio di lui.
Le spinte di Ron iniziarono piano fino a farsi sempre più veloci. La ragazza spinse le unghie nella pelle della schiena del marito e cominciò a segnarlo e a baciarlo, lasciandogli piccoli morsi sulle labbra.
Non si era mai sentita più bene di quel momento.
Theodore, i problemi con Ron, la vita monotona e involuta, la perdita di Harry, il rimpianto di Ginny, il coma di Draco...
Le stava tutto scivolando da dosso.
Per una volta, si stava sentendo di nuovo l'Hermione Jean Granger che era sempre stata.
Ron la stava facendo sentire viva e amata, focosa e schiava di quell'amore che durava ormai da tantissimo tempo.
"R-ron, Ronald..." mormorò lei, ansimando, sentendosi quasi di venire.
"Ti amo Hermione" sorrise lui.
"Ti amo anche io."
Vennero insieme.
Si baciarono e si abbracciarono, rimanendo attaccati per tutta la notte.
Non immaginavano, però, che in quell'istante Harry, ormai, non ricordava più chi fosse.
Né chi fossero loro.
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Slave: The Final Chapter
FanficAVVERTENZE: - Coppia dominante Drarry (Draco x Harry) ------------------------------------------------------------------------ L'uomo col serpente ha rapito Harry ancora una volta. Draco è in coma ed Hermione, Ron, Ginny e Theodore sono molto preocc...