Love, Love and Love!

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  Love, Love and Love!
Amore, amore e amore!
Cap.21















I due ragazzi si stavano guardando in faccia da ben trenta minuti.
Ogni volta che Harry provava ad aprire bocca, Draco lo zittiva con uno shh! ben assestato con tanto di dito.

Non riusciva a credere che Hermione lo avesse fatto davvero.
Perché, di certo, non poteva mica essere opera di quel cretino, pazzo suicida.

"Potter..." si decise a parlare "E' stata la Granger a metterti in testa questa idea?"
"No!" rispose subito l'altro "Certo che no!"
"Non sei capace di questi tiri mancini."
"Neanche lei lo è!"
"Oh, fidati, lei è capace di essere peggio di me."

Harry guardò l'altro e sbuffò, alzandosi dal divanetto della stanza.
Era chiaramente stufo di aspettare.

"Sai che c'è Malfoy" mormorò, stanco "Va bene così, ci vediamo in giro."
"Aspetta!" urlò allora Draco, prima che l'altro potesse aprire la porta "Va bene. Per me... va bene."
"Cosa?!" urlò Harry.
"Cosa?!" urlò di rimandò il biondo.

I due si guardarono ancora per un po', ignari che gli elfi stavano sentendo tutto da fuori la porta, ridacchiando amaramente.
Erano contenti che il loro padrone avesse accettato.

"Ascolta..." sospirò il biondo, avvicinandosi all'altro "Io sono disposto a fare di tutto... Davvero, di tutto!
Per farti capire cosa provo... Davvero."
Harry guardò Draco e sentì il viso avvampare.
Il cuore battere.
Le gambe cedere.

"Davvero saresti disposto a..."
"Sì. Puoi farmi... tutto quello che vuoi."

Draco non poté credere di aver detto quelle parole.
Lui, un Malfoy... Avrebbe permesso ad Harry di fargli tutto quello che voleva.
Poteva pure picchiarlo se voleva.
Non sul viso però, eh.

"Malfoy..." mormorò Harry, sorpreso "Non credevo che tu..."
"Vuoi farlo ora?"
"Eh?" alzò un sopracciglio il corvino.
"Vuoi farlo ora?" domandò ancora Draco.

"No!" alzò le mani il corvino "No, non ora."
"Va bene."
Grazie a Salzar... pensò grato, l'altro.

Rimasero in silenzio per un altro po'.
Era una situazione davvero imbarazzante.

"Ecco..." riprese a parlare Draco "Vuoi... che ti faccio fare il giro del manor? Magari ricordi qualcosa."
"Sì" annuì Harry "Va bene."

I due uscirono dalla saletta e cominciarono a salire le scale.
Non c'era colloquio, non sapevano che dirsi, c'era solo imbarazzo da entrambe le parti.
La chiacchierata di prima li aveva infuocati entrambi.

"Allora, questa era la tua stanza" cominciò il discorso Draco, aprendo la porta "La maggior parte del primo periodo che hai passato con me, è stato qui.
Stavi male e passavi molto tempo a dormire."

Harry entrò in camera e si guardò intorno.
Era la classica stanza, di un classico manor, di un classico figlio di papà.
Niente di esaltante.

Sentiva, però, dentro di sé, qualcosa smuoversi.
Come se fosse successo qualcosa di importante in quella stanza.
Non ricordava bene cosa e non voleva chiedere, anche perché non sapeva che domanda formulare.

Sì mosse all'interno, aprì l'armadio, toccò il letto, guardò fuori dalla finestra e poi aprì la porta del bagno.
Lì vide la vasca.
Anzi, vide loro due nella vasca.

"Tutto bene?" domandò il biondo.
"Malfoy.
In quella vasca.
Ecco."
"Meglio cambiare stanza."
"Sì, molto meglio."

Si sbrigarono a uscire dalla camera, quasi fecero a gara per chi usciva prima.
Uno si vergognava di quell'esperienza.
L'altro voleva rifarla.
Ma non si sa chi dei due pensava cosa.

"Questa è la biblioteca che tu hai gentilmente distrutto" riprese il giro Draco, mostrandogli l'enorme stanza senza lampadario.
"Distrutta?" domandò Harry "A me sembra apposto."

"Vedi" sibilò il biondo "I miei elfi hanno fatto un ottimo lavoro, soprattutto grazie ai soldi di Nott, ma la cosa che devo ancora aggiungere di cui ne andavo oltraggiosamente fiero, era il mio mega lampadario di diamanti che scendevano dal soffitto come delle gocce di pioggia, faceva brillare la biblioteca di una luce propria, pagato circa tre volte il valore di tutto il manor."
"Che cosa?!" domandò allora Harry.
"Che cosa, cosa, Potter."
"Quanto l'hai pagato!? Ma sei matto?"
"Era rifinito in oro massiccio."

Il corvino guardò ancora l'altro, sbalordito.
Aveva davvero tutti quei soldi?

"E... Ora? Io non posso ripagarti tutti quei soldi!"
"Lo so" grugnì Draco, uscendo "Per questo lavorerai per me il resto della tua vita."
"Cosa?!" gli corse dietro Harry.

Scesi di nuovo al piano inferiore, Draco lo portò a visitare il salone.
Harry fu un po' restio a entrarvi, ma poi lo seguì senza fare storie.
Ricordava bene i trascorsi in quella stanza.

"In questa stanza sei stato capace di volare con la scopa."
"E perché?"
"Vedi, a Natale, i miei elfi hanno fatto un colpo di stato.
Un colpo di stato che pagheranno con la vita un giorno di questi."

Harry ridacchiò nel vedere Draco andare su tutte le furie.
Si vedeva lontano un miglio che non lo diceva con cattiveria ma con buffonaggine.
Era davvero cambiato.

"E cosa hanno fatto?"
"Visto che litigavamo spesso, loro hanno pensato di costringermi a fare un albero di Natale accanto ai miei stramaledettissimi bassorilievi appena ristrutturati, con delle stramaledettissime lucine color giallo – rosso.
Tu, e ripeto, tu, come al tuo solito, incapace di ragionare a prescindere dalla tua situazione psichica, hai pensato bene di prendere la scopa, volare accanto ai miei stramaledettissimi bassorilievi appena ristrutturati, sopra quelle stramaledettissime lucine colorate, per mettere una stramaledettissima stella dorata in cima."

Harry rimase in silenzio.
Non capiva se Draco c'era o ci faceva.
Nel dubbio, scoppiò in una fragorosa risata.

Il biondo, per tutta risposta, mise il broncio e uscì dalla stanza, fermando un impeto omicida che ormai teneva a bada dal Natale scorso.
I suoi bassorilievi, infatti, si erano leggermente scheggiati.
Quel ragazzo, per ripagarlo, avrebbe dovuto lavorare per lui anche dopo la morte.

"Sono solo queste le stanze che ho frequentato?"
"Fortunatamente sì."
"Beh, guarda il lato positivo: il manor è ancora in piedi."
"Wow" finse gioia Draco "Wow, davvero, scommetto che nella tua testa sembrava più rassicurante."

Harry rise ancora e il resto della giornata passò in fretta.
Draco gli aveva proposto di andare a vedere un parco a Londra che avevano visitato durante la sua convalescenza, Harry acconsentì e così passarono il resto del pomeriggio seduti su una panchina, davanti al Sepentine Lake.

Draco gli aveva fatto fare l'intero giro della parte fiorita e gli aveva raccontato che aveva provato a staccare un fiore.
Successivamente avevano incontrato la lontra baffuta e quella lo aveva portato a fare un giro sul lago dove poi era successo un casino.

Un casino? – aveva chiesto.
Sì, per colpa del legame che ci teneva legati assieme, la lontananza ti procurava una sorta di crucio e di conseguenza ti sei sentito male – aveva risposto Draco.
Non lo ha fatto per cattiveria. Vorrei tanto ricordare gli ultimi momenti con lei – commentò nostalgicamente Harry.


Draco aveva rosicato per tutto il tempo per quella frase.
Poi tornò sereno, anche perché gli ultimi momenti li aveva passati a fuggire da lei e rincorrere lui.

Per ultima cosa, avevano visto la fontana con cui Draco aveva litigato.
Perché si sa, Draco litiga con tutto.

**

"Oggi è stata davvero una giornata rilassante."
Quando i due rientrarono al manor, trovarono gli elfi pronti ad accoglierli, sorridenti come sempre.

Harry aveva ricordato qualche spezzone, nulla di più, ma per tutto il tempo aveva sentito quella sensazione dentro di sé.
Quella sensazione che hai quando tutto va bene.

"Penso che tornerò a casa" mormorò il corvino, sorridendo a Priscilla.
"Di già?" domandò Draco.
"Beh, sono le otto di sera, abbiamo fatto abbastanza tardi."
"Rimani a cena da me?"
"Eh?"

Draco arrossì furiosamente ma non si perse d'animo e guardò Harry fisso negli occhi.
Non voleva che andasse via, di nuovo.

"Rimani a cena da me e se poi ti va... rimani..."
Il corvino lo guardò e fu colpito da quel gesto così coraggioso.
Sorrise e annuì.

La cena fu servita poco dopo, gli elfi del manor erano sempre pronti a tutto.
I due si sedettero a tavola uno di fronte all'altro e quando videro una candela fra le loro teste, Draco maledì i suoi aiutanti e Harry ridacchiò di soppiatto.

La cena passò tranquilla, chiacchierarono del più e del meno.
Draco raccontò ad Harry il suo legame con gli elfi e di come Hermione lo voleva sottoporre a tutti i suoi test del C.R.E.P.A.
Harry, invece, disse a Draco della sua situazione a casa, di Hermione e di Ron.

A Draco non importava nulla ma vedere come l'altro si aprisse con lui, raccontandogli cose così private, lo fece sentire bene.
Harry, senza accorgersene, si stava fidando dell'altro.

A cena finita, i due si spostarono nella saletta dove cominciarono a bevicchiare qualcosa.
Harry evitò il wisky incendiaro, preferendo un bel martini, mentre Draco ci diede giù con l'alcool.
Erano entrati in un silenzio imbarazzante.
Il rintocco della mezzanotte, li svegliò dal loro imbarazzo.

"E' tardi" borbottò Harry, alzandosi "Dovrei proprio andare."
"Fermati qui" lo incitò Draco, alzandosi e avvicinandosi "Non mi dai nessun problema."
"Non credo sia il caso..."
"Perché no?" domandò il biondo.

Harry gli si avvicinò e gli toccò una guancia.
Draco si lasciò accarezzare, chiudendo gli occhi, rimanendo completamente indifeso davanti all'altro.

Il corvino passò le dita sulla pelle bianca del ragazzo difronte a lui, le fece scivolare fino al naso e poi le labbra, che baciò dolcemente poco dopo.
Draco, dal canto suo, lo lasciò fare, socchiudendo leggermente gli occhi.

Un vortice di emozioni li avvolse, Harry si avvicinò di più e lo baciò con più passione.
Più lo faceva, più sentiva che quello era il suo posto, che quello che voleva era tenerlo stretto fra le braccia e vecchie sensazioni, sensazioni nuove ma già provate, gli fecero capire che non aveva bisogno di altro se non di quel ragazzo.

Quando si staccarono, Draco alzò lo sguardo verso Harry e quello lo prese per una mano, tirandolo verso le scale.
Si incamminarono verso l'unica camera da letto che il corvino conosceva e, per quanto fosse spaventato dall'idea di essere quello sotto, il biondo non disse nulla, tanta la voglia di stare ancora una volta con Harry.

Entrarono nella camera, sempre in silenzio e il corvino strinse a sé ancora una volta Draco, baciandolo per poi spingerlo sul letto, senza lasciargli tempo di dire nulla.
Era tutto confusionario, nessuno dei due riusciva a credere a quello che stava accadendo, stava andando tutto così di fretta.
Ma lo volevano.
Entrambi.

Harry cominciò a spogliare Draco, mentre quello arrossiva e si lasciava togliere la giacca e poi aprire la camicia, scoprendo un corpo caldo e voglioso.
Il corvino si tolse la maglia, rimanendo a petto nudo, facendo combaciare i loro bacini, continuando a baciarlo, fino a poi staccarsi lasciando che un rivolo di bava scendesse dalle labbra dell'altro.

"Draco..." mormorò, aprendogli i pantaloni "Sei sicuro... Sei sicuro di volerlo fare? Così?"
Il biondo arrossì, coprendosi il viso, mentre l'altro gli abbassava i boxer.
"Puoi farmi... quello che vuoi... io voglio stare... con te."

Le parole non servirono più.
Anche perché parlare, in quel momento, era davvero imbarazzante per tanti, troppi motivi.

Fra i due vi era un dialogo di sentimenti, di dolcezze, di baci, di amore non dichiarato.
Draco aveva preferito chiudere gli occhi quando Harry si era insinuato fra le sue gambe e aveva cominciato a toccargli quell'anello di carne nascosto fra i suoi glutei.

Lo aveva guidato lui.
Gli aveva fatto vedere, in silenzio, il modo migliore per farlo.
Massaggiare con le dita, con la lingua, con le labbra.

Draco stava impazzendo, non poteva credere che tutto quello poteva essere così bello, così dannatamente fantastico.
Sentiva le dita di Harry entrargli dentro e accarezzarlo, poi sostituite dalla lingua che leccava più di quanto potesse.

Draco poteva sentire le lacrime sul punto di scendere.
Aveva paura, neanche lui sapeva di cosa, ma sapeva che qualcosa sarebbe cambiato.
Gli avrebbe fatto male?

"Draco..." ansimò Harry sul collo dell'altro, mentre appoggiava la propria erezione alla sua entrata "Tutto bene?"
Il biondo non rispose. Si strinse nelle spalle.
"Draco..."
"Io non lo so... Non ho capito più nulla dal... dal tuo bacio, io... non capisco, perché lo stai facendo?"
"Draco..."
"Tu mi piaci, Harry. Io ho combattuto tanto per averti e non voglio rovinare nulla.
Non voglio vederti andartene. Io..."
"Draco, Anche io... Anche io Draco.
Anche io."

Il biondo lo guardò, sentendo le lacrime scivolare sulle guance.
Harry era serio e lo guardava come l'aveva guardato tante volte.
Era sincero.
Davvero sincero.

"Anche io Harry" mormorò Draco, baciandolo e chiudendo gli occhi, mentre l'altro entrava in lui, piano, delicatamente e armoniosamente.
Il biondo strinse le mani, faceva male, un male che però era sopportabile.
Un male che avrebbe provato tante altre volte se possibile.
Un male che lo faceva sentire bene.

Harry cominciò a spingersi, sentendo il biondo ansimare sotto di lui, baciandogli il collo e accarezzandogli l'erezione.
Gli piaceva quel corpo, sentiva che sarebbe stato suo se solo glielo avrebbe chiesto per il resto della sua vita.

Tutta la confusione di prima sparì.
I due erano finalmente riuniti.
Insieme.

Harry non poteva credere che l'aveva fatto.
Non c'era stata nessuna connessione logica dal meglio che vada fino ad arrivare a quel momento.

Aveva capito che doveva buttarsi, doveva prendere Draco e passare una notte con lui.
Perché ne avevano condivise tante, lui lo sapeva e volava rifarlo.

Il suo cervello, però, lo aveva bloccato fino a quel momento.
Gli aveva detto di no, di mettere il biondo da parte e di rifarsi una vita.

Il cuore, invece, gli aveva disperatamente chiesto di seguire Draco, di baciarlo, di toccarlo, di abbracciarlo, di averlo con lui per sempre.

Harry aveva scelto.
Quella notte, aveva scelto.
Aveva scelto la cosa migliore, il cuore.
Perché lo aveva sempre fatto nella sua vita e non lo aveva mai tradito.

I due fecero l'amore.
Per tutta la notte.

Harry si spingeva in Draco sempre più forte, leccandogli via le lacrime dalle guance.
Gli accarezzava l'erezione, a tempo delle spinte e lo sentiva gemere e saturare la stanza di ansimi troppo dolci per un Malfoy che si rispetti.

"Harry..." mormorava ogni tanto il biondo, quando l'altro si spingeva in un punto preciso "Harry di più... Più forte..."
E il corvino lo faceva, tutto quello che Draco chiedeva, lo faceva.

Quel momento era loro e loro soltanto.
L'uno era dell'altro, lo avevano sempre saputo.

Vennero più di una volta.
Draco si addormentò stanco, subito dopo aver finito, mentre Harry rimase a guardarlo dormire, per una decina di minuti.

Ci aveva pensato davvero tanto.
Ed era sempre più sicuro della sua scelta.
Il cuore aveva sempre avuto ragione.

**

Quando Harry si svegliò, il giorno dopo, scoprì che Draco si era già alzato ed era andato in bagno.
Sbadigliò rumorosamente e si allargò sul materasso, cercando gli occhiali finiti chissà dove la notte precedente.

Ripensava all'amplesso e non sapeva cos'avrebbe fatto Draco.
Non era come lui, si imbarazzava molto.
Quando lo vide uscire dal bagno, si sedette sul letto.

"Buongiorno."
ll biondo lo guardò e poi arrossì.
"Tutto bene?"
Draco si avvicinò al letto e si sdraiò a fatica, sbuffando.
"Hey... che succede?"
"Mi fa male il sedere, Potter."
"Oh."
"Davvero tanto."
"Sei tu che mi hai detto che potevo farti quello che volevo."

Draco non rispose, era troppo impegnato a far arrossire anche la punta dei piedi.
Harry sorrise.

"Mi dispiace..." mormorò, baciandogli il collo.
Il biondo si girò, lasciandosi coccolare e i sue si strinsero.

"Sei contento? Dalla prossima volta torno io al comando?"
"Come?" domandò Harry, alzando un sopracciglio.
"Beh, sì, suppongo che ora che hai sfamato la tua voglia sessuale, io debba tornare a capo dei nostri momenti intimi."
"Davvero?"
"Davvero."

Harry rise.
Che modo strano per affrontare una mattina dopo una notte di puro sesso.
Una notte d'amore.

"Vedremo" mormorò, alzandosi.
"Cosa?!" urlò il biondo, spalancando gli occhi.

Harry ridacchiò e Draco strinse i pugni.
Granger, se ti becco!

Slave: The Final ChapterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora