Avada Kedavra

3K 197 79
                                    

Avada Kedavra
Cap.15










"Quindi" storse il naso Draco, guardando il casale in cui era rinchiuso Harry "Quello è il nostro obiettivo?"
"Sì" mormorò Theodore, "E' quello lì."

Hermione fissò il castello, capelli al vento lunghi e ricci, sguardo incredulo.
Quel casale... Lei lo aveva visitato.
Ci era entrata.

"Quel casale..." mormorò la riccia, indicandolo "Io ci sono entrata!"
"Cosa?!" domandarono i due serpeverde in coro.
"Sì... Ma era senza finestre e senza porte. Chiuso... Non c'era nulla dentro."

"Ecco, allora!" mormorò il medimago "Ecco perché si sentono tanto sicuri... Perché solo chi ha accesso al casale può vedere ciò che c'è dentro."
"La difesa migliore..." soffiò il biondo.

Hermione si sentiva stupida.
Aveva percepito qualcosa di strano qualche giorno prima all'interno di quel casale e avrebbe dovuto andare in fondo a quell'impressione.
Non l'aveva fatto, però.
Aveva avuto Harry a pochi centimetri di distanza e non aveva fatto niente.
Lo aveva lasciato lì.

"Hermione non ci pensare" la tirò per un braccio il moretto "Non lo sapevi."
"Ero la strega più brillante della mia età... dovevo saperlo."
Theodore la guardò avanzare nell'erba bassa, con i capelli che volavano da una parte, rendendola quasi una ninfa.

Si sentiva male per lei.
Non capiva come, ma riusciva a sentire il dolore che la riccia stava provando in quel momento e non sapeva come aiutarla, come alleviarle quel dolore che sentiva.

Una mano calda gli avvolse la spalla e quando vide il viso del rosso si spaventò.
Ron lo guardava e Theo non riusciva a capire se era arrabbiato, deluso o felice.
Non dava emozioni.

"Hey, amico" mormorò poi "Tranquillo... Hermione fa sempre così... Stalle vicino."
Il medimago vide il rosso seguire la ragazza e sentì il cuore battere a mille.
Per un secondo si era visto con il naso spaccato.

Draco, dietro tutti con a seguito i mangiamorte, stava chiacchierando con gli elfi. Erano nascosti dietro un'alta collina ma non era sicuro che non ci fossero incantesimi di protezione da qualche parte, invisibili.
Era decisamente troppo facile quel salvataggio.

"Che ti prende Malfoy?" domandò Ginny.
"Questo salvataggio... è troppo facile. Più facile della sconfitta di Tu-Sai-Chi. Insomma, non so cosa aspettarmi..."
"Fai un esempio."
"Beh... Mi aspetto di saltare per aria da un momento all'altro."

La rossa storse il naso e fissò molto a lungo il biondo.
"Stai scherzando, spero."
"Non scherzo mai sulla mia vita, Weasley, è questo che differenzia noi serpi da voi grifoni.
Non siamo dei pazzi suicidi."

Ginny allargò la bocca per ribattere ma poi richiuse le labbra e mise il grugno.
Doveva ammettere, dopotutto, che la maggiorparte dei Grifondoro avevano passato l'anno scolastico in infermeria...

"Sentiamo le altre opzioni, che è meglio."
"Beh, mi aspetto che il castello salti all'aria perché è tutta una trappola o che dentro ci sia un'imboscata o che Harry sia passato dalla parte del male o-"
"Ma ce l'hai un pensiero positivo in questa melma di sfiga?"
"Weasley, è questo-"
"E' questo che differenzia noi serpi da voi grifoni, noi siamo sempre negativi e vediamo tutto in nero" lo bloccò Ginny, facendogli il versetto.

Draco si fermò e girò lo sguardo verso di lei, prima furioso ma poi tranquillo.
Non aveva tutti i torti... Non doveva per forza finire male.
Entro sera Harry sarebbe stato fra le sue braccia.
Almeno ci sperava.

Arrivati nel punto più vicino e sicuro del casale, gli uomini si sparpagliarono dietro il biondo, mentre gli altri si accerchiavano per confermare di nuovo il piano che, a Draco, sembrava suicida solo in quel momento.
Per tutti quanti, certo, ma soprattutto per lui.

"Quindi siamo d'accordo" affermò la riccia "Dopo gli elfi, Ron, Draco e i suoi uomini, entriamo noi."
"Beh, io potrei entrare assieme a voi, effetto sorpresa."
Ginny fissò di sbieco il biondo e quello brontolò qualcosa.

"Ci fidiamo di voi" riprese Hermione, accarezzando le orecchie di Priscilla.
"Sì, signorina" disse subito Crunchy.
"Per il signorino Harry questo e altro!" continuò l'elfa.

Priscilla ricordava bene le carezze che Harry le aveva fatto, ricordava i brutti sogni, la paura, la gioia... Tutte le emozioni che il corvino aveva provato, lei le aveva avvertite sulla sua pelle e desiderava con tutto il cuore aiutare il ragazzo.

"Bene allora..." riprese il comando Draco "Andate... Se qualcosa va storto, noi verremo ad aiutarvi. Se non ce la fate... Scappate."
Gli elfi annuirono e, quatti quatti, si avviarono al casale.

§§

Harry era sdraiato sul letto.
Il corpo abbandonato a sé stesso, lo sguardo perso, la voglia di vivere assente.
Voleva abbandonarsi al buio.

Non sapeva nulla, la sua testa era vuota, i suoi ricordi annebbiati.
Voleva piangere.
Piangere, urlare e... morire.
Voleva morire.

Enic era nella sala sottostante, intento a dare ordini a destra e a manca.
Aveva perso troppo tempo dietro al corvino.
Il suo scopo era solo uno: riordinare i mangiamorte e far tornare in vita il signore Oscuro per potergli consegnare Potter.

Glielo aveva ordinato molto tempo addietro e lui odiava essere in ritardo.
In enorme ritardo.
Che avrebbe pensato Voldemort di lui?

I suoi pensieri erano in continuo contrasto ma qualcosa, al di fuori del casale, sembrò attirare la sua attenzione.
Non proprio qualcosa ma... Qualcuno.

Insomma, erano maghi, stregoni, persone magiche, quindi sapevano anche volare ma quello che qualche secondo prima era passato fuori la finestra volando, era uno dei suoi uomini?
Da quando erano diventati delle fate?

Prima di poter dire o fare qualcosa, la porta si aprì di colpo, rompendo i cardini in cui era fissata.
Hermione era in prima fila con la bacchetta alzata, Draco e Ron ai suoi lati, gli uomini dietro.

Enric riconobbe Theodore fra tutti quanti e divenne rosso di rabbia.
Gli occhi gli andarono a fuoco e gridò battaglia, puntando il dito verso gli avversari.

Gli uomini di Draco cominciarono a scontrarsi con i mangiamorte dell'uomo col serpente.
Colpi di magia sfrecciavano nell'aria, il casale cominciò a crollare sopra le teste dei ragazzi e il vento sembrò alzarsi fino a invadere la sala, sbattendo tutti contro i muri e le pietre cadute dalle colonne.

Gli elfi tenevano a bada alcuni uomini con i loro trucchi, altri combattevano nascosti dietro tavoli, porte e divani.
Ginny, Theodore ed Hermione erano fuori che guardavano tutto con gli occhi sbarrati, impauriti.

In mezzo a quella battaglia, un uomo camminava senza che un incanto lo ferisse.
Riusciva a deviarli con il solo palmo della mano e questo rendeva tutto più complicato.

"Sta arrivando O'Neill!" urlò Theo, impaurito "Quello ci ucciderà tutti!"
"Ma queste serpi riusciranno mai a pensare positivo?!" chiese a nessuno Ginny, correndo dietro il medimago verso la pianura.

Hermione corse via con loro, cercando di pensare a un buon piano da mettere in gioco ma nulla le veniva in mente.
Un Incarceramus? Una Fattura?
O forse...

"Forza!" urlò Enric, ridendo come un ossesso "Lanciatemi quel che volete! I vostri incanti non avranno nessun effetto su di me!"
Theodore provò a lanciare un Incarceramus ma quello tornò indietro, sfiorando di poco i ragazzi.
Ginny lanciò una Tarantallegra tanto per rallentarlo e anche quell'incanto tornò indietro, colpendo l'erba.

Hermione si fermò e sorrise.
"Hai detto che nessun incanto può feriti, giusto?" urlò la riccia, piegandosi a terra.
"Certo!" rise Enric, aprendo le braccia "Vediamo che sai fare!"

Hermione prese la bacchetta e lanciò un Flipendo. Anche questo andò a vuoto ma ciò che l'uomo col Serpente non si aspettò, fu la grossa pietra che seguiva l'incanto.
Il bagliore dell'incantesimo nascose quell'arma per tutto il suo tragitto, finendo dritta sulla fronte del mangiamorte.

Ginny rimase a bocca aperta e Theodore cadde seduto nel vedere Enric rotolare giù per la collina con il sangue che gli colava dalla testa.

"Geniale..." mormorò la rossa, ancora sbigottita.
"Ma è una mossa rozza e babbana."
"Beh" si tolse i ricci dagli occhi Hermione "Questa mossa rozza e babbana ti ha appena salvato la vita. Ora andiamo da Harry."

I tre corsero all'indietro, rientrando nel casale.
Gli uomini di Enric e di Draco si erano schierati su due fronti apposti e gli incantesimi venivano scagliati da ambo le parti.

Gli elfi si erano seduti dietro un tavolo, stanchi e leggermente feriti.
I tre ragazzi si accodarono a loro e si sedettero a terra, guardando la battaglia in sala.

"Dobbiamo attraversare questo casino" mormorò Ginny, visibilmente preoccupata.
"Ma come facciamo?" domandò Theodore, scrutando il tutto.

Hermione batté un pugno sul palmo della sua mano e guardò Priscilla e Crunchy.
"Voi! Potete portarci su per le scale? In quella direzione?"
I due elfi misero il naso fui dal tavolo e guardarono il punto indicato dalla riccia.

"Ma certo!" urlò Ginny "Ci potete smaterializzare lì!"
Priscilla e Cruncy annuirono e presero per mano i due ragazzi, chiudendo gli occhi.

La smaterializzazione avvenne veloce e travagliata, lo stomaco dei ragazzi sembrò risentirne durante quel piccolo tratto e, anche se non era la prima volta, quel senso di nausea caratteristico non si faceva mai aspettare.

Comparirono sulle scale a chiocciola, ben coperti dal muro e si attaccarono alle pietre, cercando di tornare dritti e con la testa fissa sul salvataggio di Harry.

"Priscilla, Crunchy, riferite a Draco che Enric è tramortito sulla collina e che potrebbe tornare da un momento all'altro... Noi andiamo da Harry" mormorò Hermione.
"Sì signorina!" risposero loro, smaterializzandosi di nuovo.

La prima parte del piano era fatta e anche se sembrava decisamente troppo facile, la battaglia nella sala stava creando molte morti da entrambi i fronti.
Gli schieramenti erano fissi e duri a cedere e quella piccola guerra avrebbe buttato giù tutto il casale.
Dovevano sbrigarsi.

Cominciarono a correre su per le scale.
Hermione in prima fila seguita da Theo e Ginny.

La rossa, per ultima, era preoccupata per suo fratello.
Sapeva che Ron era capace di difendersi benissimo da solo ma cosa avrebbe fatto contro Enric?
Il rosso non era sveglio come Hermione.

"Ginny muoviti!" urlò la riccia, tirandola dietro un muro poco prima di essere colpita da una fattura.
Due uomini sorvegliavano un pezzo di muro senza porta e alla loro vista, si erano nascosti per poterli attaccare.

"A cosa stavi pensando? Sveglia!" le urlò Hermione, prendendo la bacchetta.
"Scusa" ansimò la rossa, "Pensavo a Ron e-"
"Lui se la caverà!" la interruppe la riccia, lanciando un incanto "Lui se la cava sempre."

"Sectumsempra!"
Theo lanciò l'incanto contro uno dei mangiamorte che cadde a terra sanguinante.
Ginny lo seguì con un Pietrificus Totalus sull'altro uomo, tornando seria e dimenticandosi del fratello.

"Bene, per ora siamo apposto, andiamo" Hermione si avvicinò al muro e cominciò a tastarlo, cercando di capire come entrare nella stanza dove il corvino era rinchiuso.
Theo e Ginny fecero la stessa cosa ma tutti sapevano che l'incanto usato era troppo difficile.

"Bene" sorrise il medimago, prendendo la bacchetta "Credo proprio che useremo i metodi rozzi e babbani per spianarci la strada."

°°
Un rumore forte, deciso e preoccupante, fece scattare Harry sul posto, procurandosi dolore al braccio rotto e alle mille ferite sul suo corpo.

Il corvino tentò di vedere meglio quel che stava accadendo ma non riusciva a mettere a fuoco quella manciata di roba riccia che vedeva davanti a lui.
Erano... Capelli?

Quando vide una mano avvicinarsi a lui, si allontanò di scatto, chiudendo gli occhi e rannicchiandosi contro la testiera del letto.
Non voleva essere toccato ancora, non voleva assolutamente.

Hermione rimase scioccata, più di quanto non lo fosse stata la prima volta.
Vedere Harry ridotto in quello stato, vederlo ridotto peggio di quanto potesse immaginare.
Di nuovo.

Le faceva male.
Le faceva malissimo.

Ginny preferì non proferire parola e distolse subito lo sguardo.
Stava per piangere.
Lo aveva guardato per pochi secondi e...
Quello non era Harry, non era il suo Harry Potter.

Il ragazzo che aveva conosciuto e amato, il ragazzo che avrebbe voluto sposare, non c'era più.
Quello seduto sul letto non era la persona che aveva ammirato.
Era nessuno.

"Harry..." sentì dire da una delle figure "Harry sono Hermione..."
"Harry, guardaci, siamo i tuoi amici" continuò Ginny.

Il ragazzo alzò la testa e li guardò.
Mettere a fuoco non era facile ma sentiva le parole che quelle persone gli stavano dicendo.

"Chi... chi siete...?" domandò, sforzandosi "D-dov'è Lu-lui?"
"Lui?" domandò Ginny.
"Cerca Enric" mormorò Theo, sedendosi sul letto e afferrando il corvino per un braccio.

"No!" urlò Harry, cercando di dimenarsi "Non voglio, non toccarmi!"
"Sono Theodore, Harry, fermo!"
"L-lui sta per tornare, Lui se la prenderà con me!"
"Fermati Harry, fermati!"

Hermione si avvicinò a Theodore e tentò di bloccare il corvino, cosicché il medimago potesse fargli un leggero pronto soccorso.
Ginny era a guardia del buco che avevano fatto al muro con un Bombarda.
L'incanto di illusione di Enric aveva il suo punto debole.

"Harry fermati!" urlò Hermione, esasperata "Ma com'è possibile che conciato come sei riesci a ribellarti così!"
"L-lui mi farà del male, fer-fermi!" si difese ancora il ragazzo, riuscendo a divincolarsi dalla presa per poi accartocciarsi da una parte del letto.

La riccia sospirò e guardò il medimago.
"Cosa facciamo?" domandò Ginny.
"La paura è più forte della ragione" sibilò Theodore.
"Ma l'amore è più forte della paura" lo corresse Hermione.
"Allora abbiamo bisogno di Draco."

Sia Hermione che Theodore si girarono verso la rossa, stupiti di quel che aveva appena detto.
Ormai Ginny aveva capito chi c'era nel cuore del corvino.
Lo aveva capito benissimo.

"Draco..." ripeté Harry "Draco..."
"Sì, mormorò Ginny, avvicinandosi al corvino "Draco. Draco Malfoy."
"Ma-Malfoy... Draco... Draco..." continuò a ripetere l'altro.
"Vuoi vederlo?" domandò la rossa.
"S-sì... Draco..." alzò lo sguardo Harry, allungando un braccio per aiutarsi ad alzarsi.

Theodore lo prese prima che quello potesse cadere ed Hermione fece un rapido incanto, facendogli indossare dei pantaloni.
Di certo non poteva girare nudo.

"Glielo faremo incontrare dopo" mormorò il medimago "Ora portiamolo via."
"No!" urlò Harry "No, Draco! Draco!"
"Harry per favore!"
"No, lui, Draco, lui è... Lui è..."

Che cos'era per lui Draco?
Draco Malfoy, esattamente?

Aveva un vuoto dentro di sé, come se la vera cosa che gli mancasse fosse... Non sapeva neanche lui cos'era ma quando aveva sentito quel nome, Draco Malfoy, qualcosa si era risvegliato, qualcosa era cambiato e ripetere in continuazione quel nome per riuscire a ricordare gli sembrava la cosa più logica da fare.

"Draco... Draco... Draco..."
"Theo, noi stiamo andando da Draco" sibilò Hermione, facendogli segno di darle retta "Che non si trova qui."
"Aaaah, sì... E' a casa Draco."

Harry continuava a ripetersi quel nome.
Draco Malfoy.
Malfoy Draco.
Draco.
Draco.
Draco.
Draco.

E poi... eccolo lì.

"Andiamo a casa, lui ti aspetta lì" gli ripeté Theodore.
"P-Perché?" domandò il corvino, alzando di poco il viso "Pe-Perché non è venuto da me? Perché mi ha lasciato qui?"

Hermione girò il viso e vide le iridi stanche di Harry guardarla.
Lui ricordava.
Ricordava Draco.

"Harry, tu-"
"Voi!" urlò una voce, da fuori il muro "Voi, avete osato colpirmi! Me la pagherete!"

Una furia ventosa entrò nella stanza e tutti vennero sbattuti addosso al muro.
Enric entrò nella camera con la bacchetta alzata e fissò Hermione che cercava di rimettersi in piedi per sopravvivere allo scontro imminente.

"Tu..." la guardò O'Neill "Ora ti farò vedere come un vero mago lotta" continuò, puntando la bacchetta verso Ginny.
"Weasley!" urlò Theodore.

Troppo tardi.
Nelle orecchie dei presenti risuonavano solo due parole.
Avada Kedavra.



Note: Non mi odiate per quello che ho fatto a Ginny, vero? O forse non l'ho fatto? u.u
Sarà viva? Morta? Chissà(?)
Abbiamo raggiunto i 50 capitoli <3
Grazie a voi che mi seguite, grazie!!

Slave: The Final ChapterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora