I will save you

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  Note: Questo capitolo è il più forte di tutti, diciamo che è il culmine di tutta la violenza che Harry sta subendo. Qui Enric toccherà davvero il fondo. 
Questo capitolo non voglio risulti troppo banale né troppo forte, mi scuso in anticipo se va contro regolamento, nel caso provvederò a cancellarlo e cambiarlo subito. 
E' un capitolo di svolta, un capitolo importante per la storia. 
Grazie a tutti per continuare a seguirmi.
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I will save you
Ti salverò
Cap.12








29 Dicembre
Ore 7.30
Appartamento Weasley-Granger

"Spiegami, davvero Hermione, spiegami questa cosa perché davvero io non ci arrivo.
Non sono intelligente come te, per questo ti chiedo di spiegarmelo e di farmi capire il perché Theodore ti ha baciato e tu sei stata lì, come una fessa, a farti baciare.
Spiegami perché dopo che ho cercato di difendere mia moglie, quella si sia messa a difendere Nott.
Spiegamelo."

La riccia guardava il marito camminare avanti e indietro davanti il tavolo della cucina, con in mano una tazza stracolma di caffè mentre la interrogava su quel bacio dato il giorno prima, su quel casto bacio che Theodore le aveva dato, su quell'unico barlume di salvezza, di fuga, di vivacità che le era stato concesso.

"Hermione" la richiamò Ron "Per favore..." continuò, sospirando e sedendosi "Spiegami perché."
"Ronald..." cominciò la ragazza, mordendosi le labbra "Io... Non lo so. Non so cosa mi sta succedendo... Io... Noi... Non funzioniamo."
"Cosa vuol dire che non funzioniamo."
"Vuol dire che stiamo insieme per... per... non so neanche io per cosa stiamo insieme."

Ron la guardò con gli occhi lucidi e posò la tazza sul tavolo, tirando su col naso.
Hermione sospirò e allungò la mano su quella del marito, abbassando il viso.

"Dimmi una cosa... Sincera."
"Okay."
"Sei stata con Theo?"

Hermione guardò Ron e poi negò, incrociando le braccia.
"No... Non ci sono stata. Aveva già provato a baciarmi ma l'avevo respinto. Ieri è stata la prima volta."
"Ho capito. Ti piace?"
"Beh... Non credo di provare chissà cosa per lui ma ci sto bene, mi fa sentire... viva.
Solo parlandoci.
Con te è diventato... ordinario.
Non lo pensi anche tu?"

Ron lo pensava eccome.
Sapeva perfettamente che quel matrimonio era caduto nel baratro più disastroso e che lui non poteva farci nulla.

Cosa poteva dare a Hermione?
Cosa poteva fare per renderla felice?
Cosa poteva regalarle?

Di certo, dopo la guerra, la sua situazione era migliorata, non era più povero come prima, ma come tutti sanno, i soldi non danno la felicità.
Quel gruzzolo non rendeva sua moglie più viva.

"Hermione io ci ho provato... Ci ho provato a risollevare il nostro matrimonio, ma tu non mi stai dando una mano."
"Ron ascolta..."
"No, non ti ascolto.
La priorità ora è Harry.
Ti ho promesso tante cose e tu ne sembravi felice ma se per te quello può farti fare esperienze più belle, fai come ti pare."

Ron si alzò dal tavolo, senza guardare la moglie ed Hermione si alzò poco dopo di lui, seguendolo.
Stava andando tutto in malora, il loro matrimonio si stava spaccando.

"Ron, ti prego, aspetta!"
"No!" gli urlò contro il rosso, guardandola ferito "No, non ti aspetto."
"Non puoi fare così!"
"Sai una cosa? Anche io mi ero accorto della nostra situazione ma dovevo lavorare.
Anche io ho avuto una ragazza che mi seguiva, che ci provava ma non mi sono lasciato andare come hai fatto tu.
Io ti amo, Hermione.
Ma non come mi ami tu."

La riccia lo guardò prendere la giacca e uscire di casa, sbattendo la porta.
Sentiva il cuore spezzarsi e le lacrime scendere piano e lente.
Le sentiva bruciare.

Aveva perso Ron.
Aveva perso il suo matrimonio.
Aveva perso tutto.

§§

29 Dicembre
Ore 9.00
San Mungo

Theodore era entrato in fretta e furia nella stanza di Draco e quando aveva visto il biondo seduto sul letto con un panino in mano, aveva quasi avuto un mancamento.
Era sveglio.

"Draco!"
Il ragazzo si era girato con aria assente, senza cambiare espressione.
"Theo."
"Come, cosa... Ma... Come fai a essere sveglio?" domando il moretto.
"Se non lo sai tu, come pretendi che lo sappia io?" gli rispose l'altro, stizzito.

Theo si lanciò sul biondo, abbracciandolo e stringendolo.
Draco era sveglio e questo significava che tutto sarebbe andato per il meglio.

"Tu..." cominciò Nott "Tu ora ti alzi e vieni a sistemare le cose."
"Eh?"
"Sì, devi sistemare tanti macelli!"
"Quanto ho dormito?"
"Qualche giorno, tranquillo."

Draco alzò un sopracciglio e diede un altro morso al panino.
"Mi stai dicendo che ho dormito per qualche giorno e che è successo il finimondo?"

Theodore si portò una mano sul mento.
Erano successe molte cose, in effetti.

"Beh... sì."
"Non credo di voler sapere cosa sia accaduto."
"Se lo dico tutto d'un fiato?"

Draco fissò male l'ex compagno di scuola ma alla fine annuì.
Volente o nolente doveva sapere e, soprattutto, voleva notizie di Harry.

"Allora, cominciamo dall'inizio: tuo padre è stato spedito ad Azkaban ed è stato condannato al bacio, Harry è di nuovo nelle mani dell'uomo col serpente ma poi è fuggito finendo nelle mani di un certo Edward Blake. Il problema è che l'uomo col serpente l'ha ritrovato, ha ucciso tutti quelli in casa Blake e se l'è portato via di nuovo. Oltre questo sono stato chiamato dai miei genitori e ho visto l'uomo col serpente che mi ha costretto a diventare suo mangiamorte. Ho visto Harry, però, e posso dire che è pieno di contusioni e lividi, segno che l'uomo col serpente ha ricominciato a fare delle violenze su di lui – e non credo che lo picchi soltanto, ma lo violenti pure, sia fisicamente che psicologicamente.
Mi ha dato le sue pasticche e me ne ha chieste di più forti, significa che vuole proprio annullare Harry.
Hermione, però, ha scoperto l'identità dell'uomo col serpente e si chiama Enric O'Neill, figlio di Victor.
Ah, sì, in tutto questo, mi sono preso un pugno da Weasley perché ho baciato sua moglie."

Il panino che Draco stava mangiando, cadde a terra senza far rumore.
Bocca aperta, occhi spalancati, sguardo assente.

"Tu hai baciato chi?!" riuscì solo a dire Draco, cercando di assimilare il tutto.
"Ho baciato Hermione!"
"Ma ti sei completamente rincitrullito?!"
"Ma lei mi piace!"
"Ma è Hermione Granger!"
"Una strega brillante!"
"E' stata con quel topo di Weasley!"
"E questo che vorrebbe dire?!"
"Ma che schifo!"

Ci fu un momento di silenzio, poi Theodore si sedette sulla sedia, sospirando.
Era tutto un casino, un enorme macello.

"Conoscevi Victor?" domandò il medimago.
"No..." sospirò Draco, appoggiando la testa fra le mani "Ma conosco suo figlio."
"E... come fai a conoscerlo?"
"Durante l'estate prima del sesto anno, Tu Sai Chi mi mandò da lui per imparare qualche trucco."
"Quindi siete amici?"
"Si può essere amici di uno come O'Neill pensi? No... Assolutamente no... Quello è deviato mentalmente. Ma in un modo veramente assurdo."
"E quindi?"
"Quindi sarà un vero casino portargli via Harry... L'unico modo per vincere è ucciderlo."

Theodore mandò giù saliva e sospirò amaramente.
La situazione sembrava ancora più complessa e Draco era entrato in una specie di trance.
Erano successe troppe cose e il biondo non riusciva a starci dietro.

§§

29 Dicembre
Ore 12.00
Casale O'Neill

Harry stava male.
Molto male.
Sentiva lo stomaco fargli così male che proprio non riusciva a fare nulla.

Era steso sul letto e le lenzuola erano sporche di un miscuglio misto fra sangue e sperma.
Aveva un braccio rotto e qualche costola ammaccata.
Non riusciva a muoversi.

Enric glielo aveva spezzato perché durante la violenza, Harry aveva tentato di mollargli un pugno.
Di conseguenza l'uomo si era vendicato nel modo meno umano possibile.

Lo aveva lasciato solo da qualche minuto.
Ancora ricordava il peso di Enric sul suo corpo dolorante e sfiancato.
Aveva abusato di lui.

Dillo che ti piace, Harry, dì che ti piace quello che ti faccio!
Lo aveva costretto a dire cose che non voleva dire.
Cose che gli facevano male.

Draco Malfoy non verrà mai a prenderti! Non verrà mai a salvarti!
Dillo che sei mio, Harry!

Quanto faceva male sentire quelle cose.

Draco non lo avrebbe mai più trovato.
Draco era morto.
Draco non c'era più.

Il dolore di quel che era successo, le spinte di Enric nel suo corpo, le pasticche che gli aveva somministrato...
Ne aveva prese tre quella notte, tutte insieme.
Non sarebbe mai più tornato lucido.

Le lacrime cominciarono a uscire lente dai suoi occhi, pesanti, stanche, sofferenti.
"Mi chiamo... Harry Potter..." cominciò, cercando di ricordarselo "E amo... Draco Malfoy" continuò, tirando su col naso.
"Mi chiamo... Harry... Pot... Pot... Amo... Draco Malfoy... Malfoy...
Mi chiamo... Harry... amo Malfoy...
Mi chiamo... e amo... Mal..."

Si fece poco a poco tutto buio.
I ricordi svanirono pian piano.
Di Harry Potter non rimase più nulla.

§§

29 Dicembre
Ore 13.00
San Mungo

Theodore era andato a prendere una mega tazzona di caffè.
Draco stava facendo gli ultimi esami, sarebbe uscito il giorno dopo.
Questo significava tante cose.

Avevano parlato e il biondo gli aveva promesso di aiutarlo con la storia dell'essere un mangiamorte.
Inoltre lo aveva pregato di stare alla larga da Weasley e dalla Granger se non per fatti riguardanti Potter.

"Che situazione del cavolo" sbuffò, bevendo il caffè.
Una figura scura che lo fissava, però, attirò la sua attenzione.
Un mangiamorte gli stava indicando di seguirlo.

Theodore buttò il bicchiere e seguì l'uomo, fino dentro a una delle stanze vuote dell'ospedale.
Non parlò, non disse nulla, gli consegnò solo una pergamena per poi sparire dietro la porta.
Il medimago rigirò il foglio fra le mani e quando ne lesse il contenuto, entrò nel panico.

Uscì dalla stanza vuota e si diresse verso la camera del biondo.
Quando entrò, due infermiere stavano facendo alcuni esami del sangue a Draco e Theodore imprecò in silenzio.

"Scusate, devo parlare di argomenti familiari con il paziente, potete uscire?"
"Finiamo le analisi e andiamo via" mormorò una delle due.
"Sono cose urgenti, concluderò io e vi porterò le provette."

Le due infermiere si guardarono un po' stranite e poi annuirono, uscendo e lasciando a Theo il compito di finire il tutto.
Quando rimasero soli, il biondo fissò l'altro cercando di capirci qualcosa e quando Nott gli consegnò la pergamena, rimase allibito.

Nott Theodore,
so che sei molto impegnato ma ho bisogno che tu venga a visitare Potter.
Questa notte gli ho rotto un braccio e gli ho fatto ingurgitare più di una pillola dietro l'altra e ho bisogno di sapere se supererà la notte che sta per arrivare.
Alle 16.00 verrà a prenderti uno dei miei uomini, fatti trovare dietro al San Mungo.
A presto.


Draco accartocciò la pergamena e la buttò a terra, schifato e disgustato.
Harry stava soffrendo e lui era lì, seduto su quel letto a mangiare un panino.
Doveva reagire.

"Nott, sbrigati, devo tornare al manor e ricominciare le ricerche."
"Draco, devi cercare di riposare, il tuo corpo è stato sotto stress..."
"Hai letto anche tu la pergamena! Non posso lasciare Harry così!"

Theo sapeva che aveva ragione ma sapeva anche che, se troppo sforzato, il corpo di Draco non avrebbe retto.

§§

29 Dicembre
Ore 17.00
Casale O'Neill

Harry aprì gli occhi, sentendo che qualcuno gli stava toccando il braccio.
Gli faceva male ma non riusciva a muoversi, aveva il corpo bloccato.

"Cosa gli ha fatto?" sentì dire da qualcuno.
"L'ho dovuto immobilizzare"
"Ma ti rendi conto che gli hai strappato tutti i legamenti? Ci metterà veramente tanto a guarire! Ma a cosa pensavi?!" rispose sempre quello.
"Non farmi la ramanzina, Nott, curalo e basta."

Harry sentì il suo braccio essere mosso in più di una posizione e cominciò a lamentarsi.
Non sapeva chi era, cosa faceva lì, chi erano loro.
Non ricordava nulla.

"N-no... Mi fai male, ti preg-uh..."
"Stai zitto" si sentì dire "Non devi parlare dopo quello che hai cercato di fare."
"F-fa male..."
"Lo so che fa male" cercò di rasserenarlo l'altro "Sto facendo nel modo meno doloroso possibile."
"Nott, risparmiaci queste cose e muoviti."
"Se lo faccio in fretta soffrirà!"

Harry non vide bene quel che successe ma sentì solo un grande dolore.
L'uomo col serpente aveva spinto via Theodore e gli aveva messo il braccio dritto, in modo veloce.

Il corvino cominciò a urlare e a dimenarsi, infastidendo Enric a tal punto da mettergli una mano sul collo.
Nott si avvicinò all'uomo e liberò Harry dall'incanto ma quello lo spinse ancora una volta contro il muro e strinse la presa sulla pelle del ragazzo.

Harry non riusciva a respirare, vedeva tutto appannato, il braccio gli faceva male e non riusciva a muoverlo e con l'altro non poteva di certo allontanare chiunque stesse per ucciderlo.
Scalciò un paio di volte e quello fu peggio del solito.

Enric lo prese per i capelli e gli spinse la faccia contro il muro sopra la testiera del letto, mettendosi fra le sue gambe.
Due mangiamorte presero Nott per le braccia mentre quello cercava di aiutare Harry.

"Fermo, così gli fai male, fermati!"
"Portatelo via, devo dare una lezione a quest'altro."
"Così lo ammazzi, fermati!"
"Tornerai domani, ora vattene!"

Theodore fu portato via dalla camera, mentre Harry tossiva sangue, sentendo qualsiasi angolo della faccia spaccato.
L'uomo col serpente si abbassò i pantaloni e si spinse all'interno del corpo del corvino, continuando a tenergli la faccia incollata al muro.

"Chiedimi scusa!"
"Nh-ah, ah!"
"Ho detto, chiedimi scusa."
"M-male, ma-male!"

Enric gli fece sbattere la testa e questo mandò il corvino in uno stato di incoscienza.
Non lo avrebbe più contraddetto.

"Allora? Chiedi scusa."
Harry cominciò a piangere mentre teneva le braccia lunghe al corpo e le gambe aperte.
Non capiva nulla, non sapeva dov'era.

"Scu-scusa..."
"Bravo ragazzo..." sorrise Enric, baciandogli il collo "Ripetilo."
"Scusa... Scusa..."
"Padrone."
"Scusa... Padrone..."

L'uomo col serpente cominciò a essere più gentile, sentendo Harry piegarsi sotto di lui e questo permise al ragazzo di sopravvivere a un'altra violenza.

Anche se non sapeva nulla, una cosa era certa.
Non sarebbe vissuto a lungo in quello stato.

Slave: The Final ChapterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora