XII. Presentazioni

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Se gli avessero chiesto cosa fosse la felicità, Shouto avrebbe indicato la persona al proprio fianco. Il loro legame andava crescendo sempre più, giorno dopo giorno, e ormai erano diventati inseparabili.

Erano una coppia di fatto e Midoriya aveva detto che voleva presentarlo a sua madre. Todoroki ne era stato contento, non aveva alcun problema ad incontrare la donna che aveva messo al mondo l'amore della sua vita.

Però poi aveva pensato che avrebbe dovuto far conoscere Izuku a suo padre. Quello era un enorme problema. Suo padre non era di certo un tipo dalla mentalità aperta e non avrebbe preso molto bene la notizia che il "proprio successore" frequentava una persona del suo stesso sesso.

Ad ogni modo, una domenica pomeriggio, quando ormai era passato più di un mese dall'inizio della loro relazione, Midoriya lo trascinò a casa sua. La madre, una donna bassina dai capelli verdi, li accolse sorridendo.

- Allora, Izuku, non mi presenti il tuo nuovo amico? - chiese al figlio, facendoli accomodare nel salotto.

Izuku arrossì. - Ehm, sì mamma... lui è... S-Shouto Todoroki - disse, balbettando un pochino, - ed è il mio... mh.... ragazzo.

A quell'ultima parola cadde il silenzio nella casa. Todoroki strinse la mano di Midoriya per infondergli coraggio, per fargli capire che qualsiasi sarebbe stata la reazione della madre lui era lì e gli sarebbe stato accanto. Quest'ultima stava ora alternando lo sguardo dall'uno all'altro ragazzo, soffermandosi sulle loro mani intrecciate.

- Il tuo ragazzo? - la donna sembrava ancora incredula, ma cercò di riprendere lucidità, - Oh, scusa, mio figlio non mi aveva detto nulla, sono stata presa alla sprovvista - fece una risatina che risultò nervosa, ma si vedeva che, in fondo, non era contraria al loro rapporto, - piacere di conoscerti, Shouto.

Todoroki le sorrise. - Il piacere è tutto mio.

***

L'incontro con la madre di Midoriya era andato meglio di quanto avesse sperato. Era simpatica e, a parte il momento di confusione iniziale, non le aveva dato alcun fastidio il fatto che Izuku fosse gay e frequentasse un ragazzo. Aveva offerto loro del thé e fatto un sacco di domande a Shouto per conoscerlo meglio.

- Sai, sono contento di averti presentato a lei. Voglio che entri a far parte completamente della mia vita e mia madre ne è una parte importante.

Todoroki gli passò una mano tra i capelli, portandone un ciuffo dietro l'orecchio. - Spero di poter fare la stessa cosa con la mia di famiglia, anche se dubito in una reazione positiva di mio padre.

Il suo sguardo si oscurò e si abbassò a guardare i propri piedi. Ogni volta che ripensava a lui era inevitabile che un velo di malinconia cadesse su di sé.

Midoriya lo strinse tra le sue braccia. - Non c'è fretta, Shouto. Aspetterò che tu sia pronto e lo affronteremo insieme.

Todoroki sospirò. Il treno sul quale si trovavano per tornare al dormitorio fece una brusca frenata e per poco i due, che erano in piedi, non caddero. Per fortuna, alla prossima fermata sarebbero scesi.

Ma non ci arrivarono mai. Un villain aveva fatto irruzione sul veicolo, seminando il panico tra i passeggeri. Le donne urlavano, i bambini piangevano.

Il villain era un uomo alto e poco muscoloso, che sembrava avere il potere di allungarsi a dismisura. In un batter d'occhio rubò tutte le borse e gli oggetti di valore in vista.

Midoriya, che proprio non poteva stare fermo a guardare compiersi un'ingiustizia simile, attivò il suo quirk e scattò rapidamente in avanti. Stava per colpirlo con un potente calcio, quando crollò a terra contorcendosi e urlando di dolore. Non aveva notato, accanto all'uomo, un ragazzino basso, della loro stessa età probabilmente, che ora rideva sadicamente alla vista di Izuku in quelle condizioni.

Todoroki corse verso di lui e lo raggiunse. Cercò di far rinsavire Midoriya, ma senza successo. Sembrava percepire un dolore atroce, ma fisicamente non aveva ricevuto alcuna ferita. Guardò allora verso il ragazzino, i cui occhi rosso sangue erano puntati sulla propria vittima, e capì che il suo era un potere mentale. La sofferenza di Midoriya non era reale, era probabilmente creata dal quirk di quel villain.

Shouto cercò di elaborare velocemente un piano: non aveva ancora la licenza, quindi non poteva utilizzare il suo quirk. Era un bel problema, e Midoriya sembrava provare sempre più dolore ad ogni secondo che passava.

***

Ciao carissimi lettori,
Questo capitolo arriva leggermente in ritardo e vi porgo le mie scuse. Purtroppo avevo poca ispirazione in questi giorni.
Ad ogni modo, vi invito a leggere anche il primo capitolo della mia nuova storia, "Costellazioni".
A presto,
Bastarda a metà

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