21 - Seduttore impunito

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"Dolores, ti presento Lord Malfoy."
"Molto lieto, signora Umbridge..."
"Piacere mio..."
Risatina leziosa, piccoli occhi sporgenti che indugiano aggrappandosi.
La mia mano accolse quella piccola e rugosa, avvertendo la durezza dei molti vecchi anelli di cui era carica.
Le otto meno un quarto, appena dieci minuti dopo cena, nel salotto di Cornelius: la luce pioveva su quella nostra piccola riunione dall'alto, i miei gemelli d'argento luccicavano ai polsi.
Dolores Umbridge era il sottosegretario anziano del Ministro... e quella sera faceva finalmente la mia conoscenza dopo aver tanto sentito parlare di me.
Cornelius prese pesantemente posto accanto al mio fianco stringendo cautamente il suo bicchiere di brandy, mentre la sua voce apriva per così dire le danze lo sguardo fosco di quella piccola, tozza zitella mi abbandonava riluttante per concentrarsi sulla conversazione.

Cornelius l'aveva chiamata in causa: ecco che si arrivava al vivo della questione.
Ah, se erano venti nuovi quelli, per Hogwarts e per il Ministero.

"So già che tu Dolores con la tua abilità e la tua lunga esperienza saprai fare del tuo meglio quest'anno, e per tutti gli anni a venire."

Che risata acuta aveva quella donna. Sorseggiò il contenuto del suo bicchiere a labbra strette, evidentemente deliziata dalle lodi del Ministro; dunque si agitò nella sua poltrona di chintz. Indossava un abito rosa scuro che non era affatto clemente nei confronti della sua grassa e tozza figura, e per l'occasione doveva aver abbondato con il fard. Le sue pallide guance tremolavano quasi rubizze, sotto quella luce diretta.

"Naturalmente Ministro, ho capito che avrebbe avuto bisogno di un aiuto da quando la situazione ha iniziato a sfuggire di mano, fin dall'estate scorsa. Oh, adesso ha veramente passato il segno..."

Non avevo bisogno che dicesse altro, sapevo perfettamente a chi si riferiva, e lo sapeva anche Cornelius. Annuii, sorridendole appena, mentre al mio fianco Cornelius si scaldava quei lucidi occhietti da rospo tornarono a scrutarmi direttamente, con malcelato, vivido interesse.

"Assolutamente! Inaudito, avete visto che razza di fandonie é stato capace di tirare fuori? Il ritorno di... giusto cielo, come se non avessimo avuto già abbastanza disordini, come se fosse necessario spaventare le persone, dopo questi ultimi anni di benedetta tranquillità. Per non parlare di quel dannato ragazzo... quel Potter, non c'è stato verso di farlo espellere, di chiudergli la bocca, niente. "

Lo sfogo lugubre di Cornelius languì contro quella fredda faccia da rospo, che aveva annuito per tutto il tempo. Colsi l'occasione per sorridere, annuendo a mia volta con un cenno della mano: "Ah, il beniamino di Albus Silente... poteva forse non cavarsela?"
Dolores Umbridge si dimenò, a disagio, Cornelius immerse il volto nel bicchiere con un grugnito. Poi, quel pesante volto da rospo si aprì in un sorrisetto venefico: "Mi assicurerò che il signor Potter abbia ciò che merita, pur restando ad Hogwarts. Molte cose cambieranno in quel posto... mi domando se ci sia un solo insegnante nel corpo docenti leale verso il Ministero!"
"Oh si, signora Umbridge. Credo che l'attuale direttore della Casa Serpeverde, Severus Snape sia uno degli insegnanti più validi in assoluto, nonché uno dei Pozionisti più abili in circolazione. Come saprà, si contano sulla punta delle dita..."
Drizzò di scatto la testa al suono della mia voce morbida, pacata, lo fece in modo buffo: era come un cobra che scatti quando sente le prime dolci note del flauto. Questa volta incollai il mio sguardo freddo su quella donna: sorrisi, lentamente. Dolores Umbridge ebbe una sorta di guizzo, precipitando senza appello verso di me.
La sua faccia molle si aprì in un sorrisetto lezioso, deliziato, esitante.
"Oh la prego, mi chiami pure Dolores..."
A quel punto la guardai direttamente negli occhi ed annuendo appena
con il capo ripetei: "D'accordo...Dolores."
"Cornelius mi dice che la sua f-famiglia é molto antica, ed ovviamente ho tanto sentito parlare di voi... mi spiace che sua moglie e suo figlio non siano presenti questa sera... ma naturalmente, se vorrete onorarmi della vostra presenza, una delle prossime sere..."
Le dispiaceva, le dispiaceva moltissimo.

Ah, Cornelius era troppo occupato a decidere se versarsi o meno altro brandy, ma se la sua attenzione fosse stata più desta non gli sarebbe sfuggito il vento morbido, carezzevole che come una misteriosa corrente disciolse in quel momento il volto sgraziato del suo sottosegretario anziano. Poi Dolores si affrettò a chinarsi sul tavolo, afferrando maldestra un piattino, e nel rialzarsi parve attraversata da altri pensieri, forse ben più pressanti dell'effetto innegabile che il sottoscritto stava avendo su di lei.

"Ci sono moltissime cose che non vanno, in quella Scuola. A cominciare dal corpo docenti. Ora, io non sono molto addentro agli affari di Hogwarts... ma, Ministro, é vero che ha assunto a insegnare addirittura due ibridi, negli ultimi quattro anni? E che... mi perdoni, una di quelle creature insegna tuttora?"

Cornelius emise un gemito: "Purtroppo si, Dolores. A parte il lupo mannaro... ricordo lo scandalo che suscitò, ha un Mezzogigante come Insegnante di Cura delle Creature Magiche."

Ed al suono di quella rivelazione, Dolores Umbridge si lasciò sfuggire una bassa esclamazione di costernato raccapriccio. "Ma é inaudito! Aspetta, non sarà lo stesso Hagrid di cui si é parlato anche sulla Gazzetta, appena l'anno scorso...?"

"Purtroppo si, mia cara. Insegna ancora, nonostante abbia causato il ferimento di uno studente durante una lezione... ma si - e Cornelius accennò a me con un gesto molle, sistemando la tunica impigliata in una piega del divano - proprio il figlio di Lucius. La cosa finì a giudizio, ma naturalmente se la cavarono: lui non fu condannato ne' buttato fuori, quell'ippogrifo invece sì, però riuscì a fuggire."

"Un incidente molto sgradevole." Osservai con voce non interamente neutra, sentendomi addosso l'improvviso sguardo obliquo di Cornelius. Dolores Umbridge oscillò impercettibilmente verso di me, io mi voltai ancora una volta a scrutarla, cogliendo l'occasione per versarmi ancora un po' di liquore. I suoi occhietti non potevano non incollarsi all'arco proteso della mia schiena, mi sogguardò sfacciatamente, ed in quel momento ne ebbi la certezza assoluta: proprio come se cercasse di indovinare il mio corpo sotto quella elegante camicia scura. L'impressione fu così forte da farmi rabbrividire di disgusto, ma mi affrettai a dissimulare: "Si sarà resa conto, Dolores, che quando Albus Silente decide di prendere sotto la sua ala qualcuno, questi se la cava sempre anche nelle situazioni più assurde, anche quando ci sono prove contro di lui: guardi Potter, guardi appunto quell'Hagrid..."

"Ibridi..."

Si limitò a rispondere lei, con una smorfia di puro disgusto sulle brutte labbra. Poi, divenne particolarmente accorata, o almeno così mi parve. Prese a fissare intensamente Cornelius: "Ministro, anche questa faccenda é fuori controllo, non solo dentro le mura di Hogwarts. Fortunatamente il Progetto di Catalogazione inizierà presto! Quelle creature libere di andarsene in giro così, senza alcunché a contraddistinguerle, ad avvertire i maghi umani della loro venefica presenza!"

Si riferiva alla marchiatura di Sirene e Tritoni: mi ricordai improvvisamente di quella proposta di legge che non aveva rivestito per me una particolare importanza, almeno fino a quel momento: mentre Cornelius prendeva a risponderle accoratamente la sensazione di disagio che mi sentivo serpeggiare dentro in sordina emerse finalmente alla luce.

Forse era stato quel termine, usato con così tanto disprezzo, non era ben visto, molti lo consideravano offensivo come 'Mezzosangue'... forse era stata l'altra parola, sempre scandita da quelle lingue taglienti: maghi umani.

Improvvisamente, sopra la schiena protesa di Cornelius - si era sbilanciato verso Dolores, nell'impeto della conversazione- mi affiorò dentro una voce.


Sento il suo odore... uno come noi, ma 'caduto'.


A pronunciare queste parole di fronte alla mia alta figura incappucciata era stata una Veela, una delle mascotte della Coppa del Mondo, tanti mesi prima.

Le Veela avevano continuato ad aggirarsi nel campeggio anche dopo la partita, durante i festeggiamenti, ed in quel boschetto ce n'erano un paio. I loro capelli chiarissimi scintillavano cogliendo ogni singolo raggio di luna. Dall'accampamento venivano le prime urla di sorpresa, avevamo appena iniziato a girare tra le tende, diretti alla ricerca dei Babbani nei paraggi.

Mi ero acquattato nelle ombre di quella radura, scegliendo di passare da dietro, aggirando il grosso dell'accampamento per raggiungere il resto dei miei compagni. Ad un tratto le avevo scorte, erano tre: tutte superbamente indifferenti al brusco cambio di atmosfera, alle grida della gente che giungevano fino alla radura dal campeggio.

Erano sole in quel momento: sicuramente intorno a loro c'era stata una discreta folla di persone incantate dalla loro presenza; il fatto di essere sole non faceva loro ne' caldo ne' freddo. La più luminosa in assoluto delle tre discuteva pacatamente con le altre. Al mio passaggio, si bloccò. Il suo volto di una bellezza terribile si girò lentamente... guardò direttamente nel punto in cui mi trovavo, come se potesse vedermi nitidamente tra le ombre.

Nel frattempo, dimentico del mio scopo, mi ero bloccato con i piedi immersi nelle sterpaglie. Lì per lì non mi mossi, quei rami scricchiolavano.

Le parole di quella Veela mi avevano inchiodato letteralmente contro il tronco di quell'albero: forse perché alla loro presenza io non ero divorato dalla smania e dal desiderio come tutti gli altri uomini.


Già, proprio così... le avevo guardate danzare ma non mi ero spenzolato già dalla tribuna, non avevo iniziato a rincorrerle offrendo loro la Luna, non avevo provato il folle desiderio di abbracciarne una. La loro danza aveva risvegliato in me una strana sensazione di familiarità, era come un ricordo, cercavo di nascondere quanto mi avesse spaventato : ero l'unico uomo ad aver contemplato senza battere ciglio lo spettacolo delle Mascotte, in quello stadio.

"Hai ragione..."
"Ehi! Mezzouomo?"
"Mi pare che fosse quello che se ne stava tranquillo a guardarci ballare, prima...dalla tribuna d'onore"
"Si, proprio così. Un maschio..."

E le altre avevano emesso bassi sussurri a quell'ultima osservazione, mentre le parole di mio padre sul suo letto di morte assumevano finalmente il loro pieno significato.

Veela, tua madre era una Veela.

"Uno come noi, ma caduto. Questo intendevi? Miseria, un maschio... dai, vieni fuori oppure continua a camminare. Non startene lì a fissarci così."

A quel punto mi sentii arrossire sotto il cappuccio: le altre due avevano reagito con piccole esclamazioni di diniego di fronte all'esortazione della Veela seduta; era chiaro che non gradivano la possibilità di un incontro ravvicinato con me... intanto i rumori del Campeggio erano cresciuti fino ad esplodere in un gran caos di urla e boati.
Ricordai improvvisamente cosa fossi venuto a fare in quella radura, ricordai di essere solo di passaggio e mi mossi senza una parola: lo schiocco dei rametti nel sottobosco annunciò il mio passaggio veloce, la mia corsa verso gli altri.

"Se ne va..."
"Sì, se ne torna al Campeggio."
"Avrà il sangue trasparente come il nostro?"
"Non credo..."
"Ma gli altri umani non se ne accorgono?"
"Oh no, ma li hai visti prima. Quel goffo ometto con il capello verde pende direttamente dalle sue labbra... deve avere lo Sguardo, se non ha il Tocco: di solito per i Mezzuomini é così."
"Un maschio..."

Le loro voci fatate si perdevano, nella notte, il rombo cupo del terrore le sostituiva.

Ai miei compagni raccontai di aver avuto in contrattempo con dei ficcanaso, non dissi mai ad anima viva la verità.

Ma ora Dolores Umbridge e Caramel sibilavano con disprezzo ' ibridi', ed io non potevo fare a meno di ripensare a quella notte, a quel ricordo sommerso.

Ibridi, Mezzosangue, Mezziuomini.

"La sua famiglia é Purosangue, non é vero...?"
"Oh si, da quasi otto generazioni."
E Dolores, esaurito l'argomento precedente tornava a scrutarmi con quei suoi occhietti famelici.

Come ti va, Mezzuomo? Vedrai, uno di questi giorni ti ritrovi un bel marchio su una chiappa, e Lord Malfoy diventerà ' Tu, ibrido.'

Sorrisi.

"Sono assolutamente soddisfatto di questa ventata di aria fresca. Con i cambiamenti introdotti dal Ministero sono sicuro che quest'anno le cose saranno molto diverse... in senso decisamente positivo."
"Oh, signor Malfoy, detto da voi é un onore immenso!"

Trillava quella voce, assolutamente gioiosa.

Buon pro ti faccia, Mezzuomo.

Diario di un cortigianoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora