5 - Bellatrix Lestrange non mi piace affatto

235 9 0
                                    


Se Arthur Weasley era uno dei miei costanti nemici, non era tuttavia l'unica persona verso la quale fossi profondamente diffidente.

Bellatrix Lestrange, la sorella della mia promessa sposa era, oltre a questo una Serpeverde, quindi una mia compagna di Casa... ma c'erano giorni in cui mi faceva saltare i nervi.


Intendiamoci, c'erano molte persone, anche tra i Serpeverde alle quale io non piacevo.
La cosa era d'altra parte reciproca: molti di quei ragazzi e molte di quelle ragazze avevano avuto problemi soprattutto di natura economica con la mia famiglia... erano accaduti un paio di spiacevoli incidenti che ci avevano condotto in tribunale, ma questo addirittura prima della mia nascita.

Bellatrix Lestrange.
La evitavo il più possibile.

All'epoca era una ragazza alta, con un seno pesante che risultava in qualche modo fuori posto rispetto a quella sua corporatura snella, la carnagione olivastra ed un volto altero incorniciato da folti capelli neri.
Gli occhi di Bellatrix mi scrutavano, lucenti, con estrema minuzia. Era una persona decisamente più irascibile di me: bastava un minimo insulto a farla saltare... ed era anche esplicitamente schierata dalla parte dei Mangiamorte, direi quasi fino al fanatismo.

Era un fanatismo che io non condividevo: lei pareva leggermelo in faccia, o almeno così mi sembrava. Questa era una delle ragioni che mi facevano sentire a disagio nei suoi confronti.

In una occasione, durante il mio settimo anno ad Hogwarts, Bellatrix aveva sogghignato apertamente quando mi era stata rivolta una battuta salace alle spalle. Eravamo in cortile.
Chi mi aveva gridato sfrontatamente ' ehi, chiappe allegre!' Tra la folla che rientrava nel Castello non era stato raggiunto dalla mia maledizione, ma mentre io mi voltavo furibondo per scoprire chi avesse osato tanto la vidi.

Inequivocabilmente, rideva.

Ora... questo fatto è bizzarro. Molta della gente che avanza battutine di un certo stampo lo fa a senso unico. Diciamo che é il ruolo passivo... da parte dell'uomo ad essere oggetto di scherno.
Quale che fosse l'opinione di quella voce levatasi dalla folla di studenti, questo era comunque il background di riferimento.

Non ho la più pallida idea del perché di questo fatto, mi limito a constatare che è così. Comunque, Bellatrix sogghignò, mentre Narcissa invece inveiva ferocemente.

Mentre mi voltavo ed attraversavo il prato a grandi passi mi pareva di sentire i suoi occhi incollati alla schiena.

Una settimana circa dopo quella faccenda, iniziò.

Accadde durante un pomeriggio piovoso.

Ero nella Sala Comune, mi ero quasi addormentato con il mio libro in mano.  Sciocco da parte mia. La Sala Comune doveva essere deserta, lo scoppiettio del fuoco morente ed il lento sciabordare delle onde del lago contro le spesse mura di pietra avevano sempre il potere di cullarmi, ma quel giorno dovevo essere così stanco da assopirmi direttamente nella mia poltrona preferita.

Mi svegliai con una specie di ansito spezzato ed un sobbalzo del tutto involontario delle ginocchia.

Il mio inguine era stretto in una specie di morsa.

Poi i miei occhi misero a fuoco una mano snella, olivastra. Era tra le mie cosce, sul mio inguine e mi stava massaggiando, non stringendo.
Trascinai il mio sguardo ancora stordito ed attonito verso l'alto... incontrai il volto imperioso di Bellatix, mentre le sue labbra si arricciavano in un sussurro invitante al silenzio.
"Cosa dia...?"
Lei si curvò ancora un po' su di me, prendendo a massaggiarmi più dolcemente, insinuando le dita sotto, con piccoli tocchi gentili, pratici della faccenda, oserei dire.

"La-lasciami!"
Mi guardavo intorno sconvolto, rendendomi conto di colpo di quanto fosse tardi: il fuoco era un ammasso di tizzoni, il silenzio era quello tipico delle ore tarde.

Afferrai il polso di Bellatrix, con una certa decisione, per scostarlo. Stavo uscendo del tutto dal mio torpore, fui  brusco. Lei per tutta risposta arrivò molto vicino al mio profilo con il suo.

"Tu e mia sorella vi sposerete..."
Battei le palpebre.
Lei sussurrava ad un centimetro dal mio volto quelle parole, con un'espressione strana, seria, gli occhi ardenti.
"Vi sposerete...come si conviene tra nobili rampolli di antiche casate...tuttavia...Lucius..."

Fece una piccola pausa. Io emisi un gemito: quasi contro la mia volontà, quegli sfregamenti avevano sortito una reazione che iniziava ad essere evidente. Le labbra sottili di Bellatrix si aprirono in un sogghigno.

Tornò a piantarmi gli occhi in volto.

"Se non ti piacciono le donne, Lucius... renderai mia sorella infelice."
Ringhiò quell'ultima parola nei miei occhi.
"Io..."
"Tu rendi mia sorella infelice ed io ti ammazzo."

Era un tono definitivo, il suo, accompagnato da una specie di sorriso soddisfatto.
Poi si mosse. Con un gesto deciso si portò tra le mie ginocchia. Io le chiusi automaticamente...incontrai l'ostacolo del suo corpo, la sentii ridacchiare.
Contemporaneamente mi accorsi di quelle sue dita sottili, insinuanti, intente a sbottonare la mia veste su quell'erezione.
"No...no, Bellatrix, non..."
"Sta buono."

Poi, lo tirò fuori.
Era una bellissima ragazza, Bellatrix Lestrange, oh si nessuno lo metteva in dubbio.
Ma mentre la sua mano circondava rapidamente, pragmaticamente l'asta del mio sesso eretto un brivido non gradevole attraversò i miei lombi. Persi leggermente turgore, lei alzò le sopracciglia ed iniziò a farsi scorrere tra le dita la mia carne nuda, esposta contro il velluto di quella poltrona.

"Però..." - la sentii flautare attraverso lo schermo delle palpebre serate- "Uno strumento notevole...anzi, direi tranquillamente, che é decisamente enorme." Serrai più forte gli occhi, rovesciai il collo all'indietro, deglutendo saliva amara.

La mia mano si serrò intorno alla bacchetta. Lei se ne rese conto, la sentii ridacchiare forte, quella sua risata folle, che ha conservato tuttora.

Le sue dita si muovevano fluidamente, velocemente, avanti e indietro, con quella che mi parve molta perizia...
poi, a sorpresa, sentii l'altra mano insinuarsi più profondamente nella veste, sotto il mio corpo.

 
Allora le ringhiai di lasciarmi ma quella sua mano, veloce come un fulmine, aveva già sfiorato velocemente il punto in cui il mio corpo aderiva alla poltrona.

"Uuuh..." la sentii dire, nel tono di chi ha scoperto un gustoso pettegolezzo nuovo in giro.
"Allora é vero..."
Cantilenò.
A quel punto la spinsi con forza indietro, lei inciampò, imprecò, io non le staccavo lo sguardo di dosso mentre mi coprivo con gesti secchi, impacciati.
Non era nel mio carattere essere sorpreso così, ne' starmene buono, obbligato a farmi toccare... non lo é tuttora.
Lei, forse un po' contrariata da quella mia reazione violenta mi fissò con il solito contegno altero di sempre, la schiena ritta, le palpebre dense di ombre.

"Vedi di fare il tuo dovere..."
"Fatti.. fatti gli affaracci tuoi!"

Non era una risposta degna di me, e forse proprio per questo la soddisfece. Si defilò con un ultimo sguardo spavaldo, le labbra increspate in un sorriso venefico.

Narcissa non ne ha mai saputo niente, non ho mai avuto il coraggio di dirglielo.

Non ho idea di come l'avrebbe presa... ma suppongo, non propriamente bene.
Ad ogni modo per un certo periodo, a questo episodio assurdo non ne seguirono altri.
Bellatrix prese a comportarsi con me come se nulla fosse accaduto: d'altra parte anche per lei c'era un matrimonio nell'aria. Un delizioso, rispettabile matrimonio purosangue.

No, fu solo molti anni più tardi che io e Bellatrix Lestrange ci trovammo di nuovo faccia a faccia... in quel senso.

Continua a non piacermi, a non piacermi affatto, per onor della cronaca.

Diario di un cortigianoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora