Avevo quasi diciassette anni, gli amplessi con Orion si erano diradati fino a scomparire, non osava più niente quando eravamo in casa sua e non voleva farmi visita in questo enorme castello che all'epoca dividevo con mio padre.
Viveva nel terrore che qualcuno scoprisse ciò che era accaduto tra di noi, i suoi occhi erano freddi e sfuggenti. Anche quando ci trovavamo da soli raramente si avvicinava tanto da toccarmi.
Mio padre in quel periodo sospettava qualcosa, se pure non mi parlò mai apertamente, a parte in un unico caso.
Era un uomo alto con un volto severo dai tratti piuttosto marcati.
Ho preso da lui questa pelle così chiara e forse anche la piega amara delle labbra. Abraxas Malfoy possedeva un naso aquilino, completi sempre impeccabili, ampi mantelli foderati di stoffe costose ed aveva compensato la sua scarsa propensione al contatto fisico viziandomi oltre misura.
Mi scrutava con quei suoi penetranti occhi azzurri mentre impartiva le sue lezioni di politica, di economia, di - penso non sia eccessivo usare questo termine - intrigo.
Un mattino mentre facevamo colazione come sempre nella enorme sala da pranzo al pian terreno posò il cucchiaino d'argento nella tazza, alzò il volto e mi disse: "Te la fai anche con i ragazzi, Lucius?"
Così, secco e diretto.
Mio padre non era un uomo che parlasse apertamente, non mi aveva passato questa dote. Me ne restai lì interdetto, la tazza stretta tra le dita. Sostenni il suo sguardo per un paio di lunghi, sgradevoli istanti.
Non sapevo che accidenti rispondere, dopo tutto ero ancora così giovane.
Sentivo una gocciolina di sudore scorrermi lungo il collo sotto quello sguardo freddo, impassibile.
Poi mio padre abbassò di scatto il volto - prese a mescolare ancora il suo caffè, mentre io a stento riuscivo a respirare.Lui evidentemente non aveva davvero bisogno di farmi quella domanda.
Conosceva già la risposta, chissà come.
"Questo potrebbe aprirti molte strade. Sai di cosa parlo. Hai decisamente qualche arma in più, no? Ma, Lucius... fai in modo che non si dica questo di te in giro. Credimi, é per il tuo bene."E fu tutto.
Non ricordo che sfiorò mai più l'argomento in nessun modo, a parte in un unico altro caso sotto circonstanze del tutto particolari. Ancora oggi non ho idea di cosa lo avesse spinto a parlarmi così quella mattina, non più di quanto ne sappia su mia madre.
Non avevo idea di chi fosse e lui non volle dirmelo se non due anni fa sul suo letto di morte.
Probabilmente si é trattato di una conseguenza della febbre alta, però.
Forse delirava, chissà.
Il vaiolo di drago aveva ridotto molto male il suo volto ma ricordo quegli occhi velati abbrancarmi, cercarmi, poi la sua voce sussurrare: una Veela.
Tua madre era una Veela.Deliri di una mente divorata, debilitata, di un corpo ormai allo stremo delle forze. Chissà.
Ma all'epoca non ne sapevo niente e neppure mi ponevo troppe domande in merito.
Vivevo in una casa enorme, ero un Purosangue, avevo tutto ciò che potessi desiderare... avevo sedici anni e mezzo, possedevo più oro di quanto la metà dei miei compagni potesse sperare di accumulare nel corso di tutta la vita.Avevo completi eleganti, manici di scopa, una discreta quantità di gemelli troppo preziosi per essere sfoggiati in pubblico tutti i giorni, Elfi pronti a correre al minimo cenno.
Avevo sedici anni e mezzo e non mi bastava mai.Indulgevo ad accarezzarmi per lunghe ore, ogni pretesto era buono per approdare alla più feroce lussuria.
Mi piaceva e ne volevo sempre di più. Mi piacevano le donne, con la curva pesante del seno trattenuta a stento dalla veste oppure appena accennata ed acerba, donne con le labbra tumide e carnose oppure sottili, poco generose, con i loro sguardi azzurri, verdi, neri, con i fianchi morbidi che si indovinavano sotto la veste, mi piacevano i ragazzi, con le spalle aspre e forti, la risata pungente, le labbra morbide schiuse sulla dentatura, i colli forti e torniti in prossimità del pomo d'Adamo, le mani strette sui manici di scopa o a menar pacche sulla schiena dopo un duro allenamento.
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Diario di un cortigiano
Fanfiction[Memorie e confessioni di Lord Lucius Malfoy] "Sono il potere dietro al trono. Una vertigine di tuono Sono sincero sono bugiardo Sono sangue di Véela l'argento. Sono cortigiano il tentatore Sono il sorriso d'amore con lui ti faccio fuori. Sono focos...