Capitolo 04

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Sono passati parecchi giorni, ma di MissAndersonCouncil neanche l'ombra.

Sono un po' deluso, speravo di ritrovarla il giorno dopo. Oppure il seguente. Ma di lei ancora nessuna notizia. Nel frattempo è passata una settimana. E poi un'altra.
Uguali, senza novità.

Ma proprio quando sto iniziando a perdere le speranze, come un fulmine a ciel sereno, la situazione cambia. Sul desktop, una finestra. Una nuova conversazione.

Lei.

Non leggo nemmeno il messaggio, non perdo tempo e la salvo tra gli amici. La lezione m'è servita, non sbaglierò una seconda volta.

Più tranquillo, con mezzo bottino portato a casa, mi dedico senza pensieri al contenuto del messaggio.

Una sola parola.
Una domanda.

- Disturbo?
- No, certo che no. Ciao!
- Ciao a te!

Aspetto. Mi ha contattato lei dopo essere scappata e quasi tre settimane di silenzio stampa. Penso mi debba delle spiegazioni.

A pensarci bene, mi domando con quale diritto le pretenda. Del resto non abbiamo fatto altro che scambiare qualche breve battuta su gusti musicali. Eppure una spiegazione la voglio. Me la deve. Se non altro, almeno per tutto il tempo passato ad aspettare che si facesse viva.

Non arriva. Un ramo d'ulivo, al suo posto.

- Senti... volevo scusarmi per essere sparita così.

Mi spiazza.

Che le rispondo? Dovrei mostrarmi empatico? Rammaricato? Preoccupato? Indifferente?

Cerco un compromesso.

In media stat virtus...

- Spero nulla di grave. E comunque non preoccuparti, capita...

Sono curioso. E vorrei tanto chiederle di più ma rischio di sembrare invadente. Perciò lascio cadere la questione, in attesa di un momento più propizio e, nel frattempo, scrivo io.

- Che mi racconti?

Generico. Un modo come un altro per attaccare bottone. E conoscere qualcosa di lei.

- Mah... solita vita.
- E com'è la tua vita, di solito?
- Noiosa.
- Vieni qui per questo?
- Quante domande... cos'è, un interrogatorio?
- Qualcosa del genere...
- Dovresti arrestarmi, prima. Non ti pare?
- Allora ti dichiaro in arresto.
- E le manette?
- Ma se ti ammanetto, dopo come scrivi?
- Non te lo dico...

A quei puntini segue più sospeso del previsto. Esploro le possibilità, vagliandole scrupolosamente. Quando arrivo a quella di lei che stringe qualcosa tra le labbra, per battere sulla tastiera, mi prende un brivido lungo la schiena.

Chissà perché l'ho immaginata bruna...

Lineamenti generici, nulla di stavagante o eccessivo.

Però bella...

Non posso sapere se lo sia davvero, bella. In realtà non so proprio nulla di lei, a parte il nome. Potrebbe tranquillamente essere una cicciona con i baffi e il triplo mento. O una rachitica mazza di scopa, con i capelli unti e le mani nodose.

O peggio: un uomo che si finge una donna...

Ma lei non è così. Lo so, lo sento. Lei è bella. Deve per forza essere bella. Non mi convince minimamente la possibilità che non lo sia. E non parlo del suo aspetto, ma di ciò che ha dentro.

Lo sento, lo so, non mi mentirebbe mai.

- Allora, mi porti in centrale?
- No, meglio: nel mio ufficio.
- Uh, interessante... e com'è il tuo ufficio?
- Piccolo. E poco illuminato.
- Ancora più interessante...

Take On Me [Completa - In Perpetua Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora