Capitolo 06

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Rientro in casa da lavoro nel bel mezzo della seconda serata. Le luci sono spente ma c'è un lontano e sommesso vociare che proviene dal fondo del corridoio.

Lascio lo zaino nell'armadio a muro. Lo svuoterò domani, adesso ho due urgenze.
La prima: stendermi un po' sul letto.
Per la seconda devo attendere.
Ripongo le scarpe nello stesso armadio di prima, sul fondo c'è una comoda scarpiera. Procedo scalzo, è un'abitudine ereditata dalla convivenza con Laura. Lei cammina sempre scalza in casa, mi sono abituato in fretta alla cosa. È piacevole, specie d'estate.

Man mano che procedo, il vociare aumenta d'intensità e s'aggiungono anche bagliori che prima non ero riuscito a scorgere. Tutto mi è chiaro una volta giunto in camera da letto: la tv è accesa, Laura sta guardando un film.

La saluto. Mi risponde con un cenno della mano, riprendendo immediatamente la visione. Ha lo sguardo assonnato, non dev'essere molto appassionante. O forse è solo stanca. Mi spoglio e prendo posto accanto a lei, tenendo la distanza necessaria a non coprirle la visuale. Dormo sul lato sinistro del letto, lo stesso lato della stanza in cui c'è il mobile che sorregge la tv.

Chiudo gli occhi per un momento e qualcosa d'inebriante mi avvolge i sensi. Un profumo delicato, di more e muschio. Viene dai suoi capelli, resi visibilmente morbidi dal balsamo e dalla maschera che usa solitamente. Mi piaceva tuffarmici in mezzo, quando lei aveva l'abitudine di poggiare la testa sul mio petto. Li accarezzavo, ci giocavo e lei si addormentava così.
Ho dimenticato cosa si prova a farlo. Mi manca. E mi domando se manchi anche a lei.
Ma credo di no. Probabilmente non più.

Il film è iniziato da troppo perché possa capirci qualcosa. Ci stanno dei tizi che fanno cose. Ogni tanto qualcuno urla. E qualcun altro spara. Piuttosto generico...
Lo guardo passivamente fino alla fine, aspettando soltanto che termini.

Dopo un tempo indefinito, i titoli di coda s'interrompono e la luce di uno spot abbaglia la camera da letto. Ci sono un gruppo di ragazzi che si tuffano in una piscina posta sul tetto di un grattacielo. È luminosissimo e mi consente di vedere meglio nell'oscurità della stanza: Laura dorme. Probabilmente ha preso sonno poco dopo l'essermi steso sul letto.
Respira con la bocca semichiusa. Lentamente. Le sue labbra sottili hanno già guadagnato la turgidità tipica del sonno. Sembrano piene e molto più desiderabili di quando è sveglia.

Quante volte mi sono soffermato a guardarle, di notte...
Quanto tempo ho passato a desiderare di morderle, baciarle, farle mie...

Ma non lo sono più da tempo, mie. Adesso le osservo solo muoversi a vuoto, distanti da me come passanti in una stazione affollata.
Mi avvicino ma solo per indietreggiare subito dopo. Non credo riuscirei a sopportare le sue lamentele per averla svegliata, di averla strappata al sonno soltanto per lo stupido capriccio di una cosa così insignificante come un bacio.
La lascio dormire, così posso fare la seconda cosa che avevo in programma.

E senza il rischio di essere...

Disturbato, ma stavo pensando a un'altra parola. Che strana sensazione, mi sento un fedifrago. E forse un po' lo sono ma la cosa non mi tange minimamente.
Cerco di non fare troppo rumore, il letto cigola e spero non sia proprio lui a tradire me.

Lo studio è la stanza adiacente la camera da letto, ci arrivo in dieci passi. Chiudo la porta, il modem fa casino quando si connette. Lascio la luce spenta, il monitor è abbastanza luminoso da rendere ben visibile la tastiera.

Power. E in dieci minuti sono online. Ed è una sensazione più piacevole del solito: non sono solo stasera.

Lei c'è.

E stavolta la contatto io.

- Disturbo?
- No, ti aspettavo.
- Davvero?
- Sì.
- Come facevi a sapere che mi sarei connesso?
- Non lo sapevo, ma... me lo sentivo.
- Una delle tue doti nascoste?
- Credo di sì. Mi connetto spesso di sera. Molto più spesso la notte. Sei stato fortunato a incontrarmi di pomeriggio.
- Bene così, allora. Ma dimmi, come mai ti connetti la notte? Insonnia?
- Sì, è uno dei motivi.
- Gli altri?
- Vuoi sapere troppo...

Smorfia. Ho toppato. Cerco di riprendermi.

- Mi sembra giusto. Comunque anche io spesso resto sveglio tutta la notte.
- Soffri d'insonnia anche tu?
- Sì. O almeno è uno dei motivi...

Le lancio l'esca, vediamo se abbocca.

- E gli altri?

Perfetto. Tiro su la preda.

- Vuoi sapere troppo...
- Touchè. Do ut des, resto sveglia la notte perché mi piace il buio.
- E non hai paura?
- Sì, ma resisto. Mi spaventa di più la pioggia. Tu?
- Resto sveglio la notte perché mi piace guardare le stelle. Davvero hai paura della pioggia?
- Sì. E guardare le stelle piace anche a me. E poi il silenzio mi permette di scrivere.
- Scrivi? Sei una scrittrice?
- Rispetta la regole. Tocca a te rivelare...
- Ok, spesso resto sveglio la notte perché leggo e non mi rendo conto del tempo che passa. Allora, sei una scrittrice?
- No. Cosa leggi?
- Sul comodino ho "Il cane di terracotta". Sei una giornalista?
- No. Ti piacciono i gialli?
- No. Allora che scrivi?
- Troppo diretto. Mi piaceva di più quando provavi a indovinare...
- Ok. Allora sei una saggista?
- No. Che genere ti piace?
- Fantascienza e cyberpunk.
- Davvero? E perché leggi "Il cane di terracotta"?
- Per espandere i miei orizzonti.
- Bella risposta. Il tuo libro preferito?
- 1984. Non un libro, ma IL LIBRO.
- Cosa ti ha colpito di più?
- Che è una rappresentazione perfetta dell'umanità. C'è tutto ciò che la riguarda: politica, costume, rapporti sociali, morale...
- Quale pensi sia stato il peccato più grande di Winston? Aver rinunciato al suo ideale per amore o aver rinunciato all'amore per paura?
- Nessuno dei due. Lui è una vittima del sistema, una vittima degli eventi. Dall'inizio alla fine del libro. O almeno lo è per me.
- Interessante interpretazione. Ascolti buona musica, ti piace leggere, hai notevole sensibilità... ma sei vero?

Mi strappa una risata.

- Sì, sono vero. Te l'assicuro.
- Ma un difetto lo hai?
- Ne ho molti, in realtà.
- Eh, purtroppo non posso darti torto. Almeno uno l'ho notato...
- Di che parli?
- Ti distrai facilmente: sei indietro di cinque domande. Ma adesso è tardi per recuperare, devo andare. Buonanotte, Edo...

E ancora una volta sparisce, lasciandomi letteralmente a bocca aperta.
Però... con gli angoli piegati in su.

Take On Me [Completa - In Perpetua Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora