Epilogo

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Interrompo il racconto.
Il caffè s'è gelato, ma lo bevo comunque.

Lei mi fissa, come ha fatto per tutta la durata del mio incessante parlare.
Attenta. Curiosa.
Rompe il silenzio soltanto perché vuole saperne di più.
«E poi?»

Sorrido, abbassando lo sguardo.
Riprendendo a parlare.

«E poi ho camminato. Ancora. E m'è tornato in mente qualcosa. Un ricordo, l'ennesimo a essere spazzato via dall'effetto della chimica.»

Metto il barattolo di pillole sul tavolino. Lei lo guarda, ma la interessa poco. Mi credeva già, non ha bisogno di prove.
Ha creduto a tutto, a ogni singola parola. E io lo so che è così, e non so perché è cosi, ma... semplicemente è così.

Riprendo.
«M'è tornato in mente un viso, tondo e simpatico. Attorniato da lisci capelli, biondi. Un carattere solare, splendente anche di notte. Parlantina fluente e totale assenza di filtri. Una targhetta dorata con su scritto Giada. Ma poi è successo che quel volto è sparito, dileguato come sabbia tra le mani. Sostituito da un altro, diverso. Molto diverso ma tremendamente familiare...»

Ammicco. Ma non è necessario. Lei sorride, sapendo in anticipo ogni cosa. Lei non fugge via, perché sa che ciò che ho vissuto non è stata soltanto una semplice illusione, ma uno stralcio di vita passata. Contatto con un altro e misterioso universo.
«La proposta di due mesi fa è ancora valida, comunque...» dice.

Mi scioglie. Come nei miei sogni, che si fanno realtà di fronte al suo sguardo penetrante.

Penso a questo incontro, voluto da chissà chi. Orchestrato da mani esperte, calibrato nel dettaglio in ogni più piccola variabile. Tutto doveva andare così, affinché tutto potesse accadere.
Affinché il sogno diventasse realtà. Affinché il fumetto prendesse vita. Affinché l'aria, a furia di parlare di fuoco, iniziasse a bruciare per davvero.

«Sai...» esordisco e proseguo.
«Quella volta, uscendo dal bar, mi domandai "chissà come sarebbe stato se". Se avessi accettato quel tuo sfacciato e inopportuno e insolente e dolce e bellissimo e meraviglioso invito...»

Lei mi sfiora le mani, che tengo giunte davanti a me come una sorta di supplica. Di richiesta di penitenza e perdono. Di preghiera per una non necessaria espiazione.

Parla.
E il suo canto è coro celestiale. È paradiso sublimato in parole. È richiamo incontrollabile. È totale perdizione dei sensi. È folle follia, proprio come me.
Perché lei è questo. È l'incontro che attendevo da una vita. È un'anima che ho amato in dieci milioni di mondi diversi. È la donna con cui completo l'androgino.
È metà di tutta l'esistenza.
È metà di me stesso.

«Che ne dici di scoprirlo insieme?»

FINE

Take On Me [Completa - In Perpetua Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora