15° - 홀딱 반할 만한 «adorable»

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Non ebbi il coraggio di presentarmi a casa sua, il giorno dopo, cioè ieri.

Ero andato lì per tutta la settimana a seguire, da quando mi aveva invitato la prima volta, ma dopo l'evento (per quanto insignificante poiché dovuto ad un fraintendimento, ma allo stesso modo imbarazzante) del giorno precedente, ero troppo teso per riuscire anche soltanto a rimanere in una stanza da solo con lui.

Eppure oggi il telefono ha squillato e dopo aver letto il nome di Yoongi sullo schermo, non so con quale coraggio, ho portato l'oggetto all'orecchio.
«Pronto?» ho detto.
«Ciao.» ha risposto.
Ho percepito ansia nel suo tono di voce, la cosa mi ha fatto sorridere leggermente, ma allo stesso tempo mi ha fatto sentire incredibilmente in colpa: avrei dovuto almeno avvisarlo o scusarmi per non essermi fatto sentire, cosa che non ho avuto il coraggio di fare.

«Scusami se ieri non sono venuto,» Il dispiacere si leggeva nella mia voce, «mi sentivo un po'... strano.» non sapevo che dire, come spiegarglielo. Non sapevo nemmeno spiegarlo a me stesso.

«Oh, sei malato?» mi ha chiesto subito preoccupato. Ed io mi sono nuovamente sentito in colpa, volevomi sotterrare. Per fortuna non mi ha lasciato il tempo di rispondere, non avevo la minima idea di come giustificarmi, e ha detto: «Vuoi che venga da te? Ti posso preparare qualcosa.»

Ho sorriso, negando con la testa, per poi rendermi conto che non poteva vedermi, così ho parlato. «Non preoccuparti, ora mi sento meglio. Tra dieci minuti sono da te.» Mi sono sentito davvero meglio: mi aveva inconsapevolmente perdonato e si era preoccupato per me, lo adoro.

Ora mi trovo di fronte alla porta della sua casa, porto il dito al pulsante del campanello e lo premo.
Sento dei passi correre verso l'entrata, provenire dall'interno dell'abitazione, poi la porta si spalanca e un adorabile ragazzino, inspiegabilmente più vecchio di me, con i capelli disordinati e il fiato impercettibilmente corto, mi accoglie.

Sento dei passi correre verso l'entrata, provenire dall'interno dell'abitazione, poi la porta si spalanca e un adorabile ragazzino, inspiegabilmente più vecchio di me, con i capelli disordinati e il fiato impercettibilmente corto, mi accoglie

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