cap.2 "IL 6 LUGLIO"

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Come mi ero potuta dimenticare di quel giorno? Non riuscivo a spiegarmelo nemmeno io. Forse lo stress per la litigata con Jazmine, o forse il sogno che avevo fatto stanotte. La seconda ipotesi mi sembrava un po' improbabile dato che mi avrebbe dovuto ricordare questo giorno. Davvero non capivo il motivo.. forse lo aspettavo da troppo o forse non lo avevo ancora realizzato.

Vista la situazione e rendendomi conto della mancanza di fiato per poter urlare o piangere o parlare per esprimere in qualche modo quell'emozione mai provata, mi ridussi a posarmi violentemente le mani sul viso, era come se avessi una paralisi celebrale, non riuscivo a pensare più a nulla, mi ero completamente svuotata di ogni cosa, di ogni emozione, di ogni pensiero, di ogni stress, di ogni preoccupazione dimenticandomi per un momento quale fosse il motivo di quel vuoto. Un groppo in gola mi indusse a togliere le mani dal viso e alla vista di quella scritta di nuovo davanti ai miei occhi non ce la feci più.

Corsi giú dalle scale con un sorriso euforico e arrivai in cucina dove vidi mamma che mi stava aspettando e intanto finiva di mettere il riso nei piatti e papá era al bagno a lavarsi le mani, mi buttai addosso a mamma come non avevo mai fatto in vita mia, lei mi guardó sorridendo e abbracciandomi come se volesse dirmi con lo sguardo "haha, hai visto amore? è arrivato il giorno". In quel momento fu il suo silenzio a parlare, accompagnato da quel sorriso che sembrava significare stesse aspettando, con piú ansia di quanta ne avessi io, questo giorno.

Ieri avevo passato tutto il giorno a litigare con Jaz, l'altro ieri sono uscita per far riparare il mio Ipod ed ero fuori di me per averlo rotto, era da due o tre giorni che non pensavo ad oggi, mentre tutti i 256 giorni prima di questo non vedevo l'ora arrivasse il momento tanto da aver appeso quel calendario in camera solo per usarlo come countdown.

Allontanatami da mamma che continuava a non voler parlare, o forse a non poterlo fare per l'emozione, mi sedetti al tavolo col viso illuminato dalla gioia, mentre papá entrava in cucina. Si sedette accanto a me come sempre e mi guardó facendomi intendere con un mezzo sorriso di ringraziarlo, io per l'euforia lo feci anche se non ne sapevo il motivo. Lui annuì per riconoscere il mio ringraziamento e forse dalla sua espressione capii che l'avevo ringraziato per avermi svuotato la stanza.

Pranzammo in silenzio, erano i nostri volti a parlare, soprattutto il mio.

Mi alzai dal tavolo ringraziando per il pranzo (ovviamente lasciai il piatto mezzo pieno di riso) e risalii in camera, non ero mai stata piú felice come alla visione di quelle pareti bianche che sembravano parlare, quel pavimento vuoto e spoglio di ogni espressione, era quasi come se la mia stanza stesse soffrendo e io avevo concentrato in me tutta la gioia rubatale. Mi affacciai alla finestra dietro il mio letto e mai come oggi Milano mi era sembrata così bella. Sembrava sprizzare gioia da tutti i pori, sorridevo guardando la gente che passeggiava per la mia via, guardai il cielo e ringraziai il Signore, sapevo che mai nella mia vita avrei passato un giorno piú bello in questa cittá. Accumulavo in me sempre piú felicitá, era come se fossi una calamita e ogni cosa che guardassi mi attaccava letteralmente tutta la sua felicitá. Quanto ne fossi grata non lo sapevo nemmeno io, presi gli unici vestiti rimasti in fondo al mio letto che papá aveva lasciato per oggi (tra l'altro i miei preferiti), lanciai il pigiama sul cuscino senza nessun ritegno e corsi di sotto in bagno per lavarmi e truccarmi. Aspetta.. ma non avevo piú i miei trucchi.

"PAPÁÁÁ!!" gridai piangendo quasi dalla gioia, lui mi rispose a modo, anch'egli euforico per il giorno "SI AMORE?!", la sua voce proveniva dalla cucina dove ancora quel mangione stava finendo le ultime briciole, quindi mi toccava urlare. "DOVE HAI MESSO I MIEI TRUCCHI?" speravo in una risposta immediata invece mi toccó aspettare qualche secondo prima che papá mi aprisse la porta del bagno e me li diede in mano accennando un sorriso. "Grazie papi!" risposi io contraccambiando il sorriso, "sapevo me li avresti chiesti" mi disse dolcemente lui.

In quel momento non avevo mai amato così tanto i miei genitori. Finito di truccarmi non vidi l'ora di scrivere a Gemma, ci dividevano tantissimi chilometri ma mai come quel giorno l'avevo sentita piú vicina, la felicitá iniziava a provocarmi strani effetti ahah. Ed ecco che ora mi accorgo di non avere nemmeno l'iPhone. "PAPÁÁÁ!!" lo sentii ridere di gusto dopo di che aprì di nuovo la porta del bagno "Che bella sei? Stavi bene anche senza trucco peró eh!" sorrise lui, mentre dalla tasca dei pantaloni con un gesto inaspettato quasi mi volesse far sorridere (come se non lo stessi giá facendo), tiró fuori il mio cellulare, me lo picchiettó piano sulla testa e lo posó sulla mensola accanto a me. Lo guardai in segno di ringraziamento e mi fece l'occhiolino. Sblocco il telefono col mio codice che ricordava proprio la data di oggi "6714" e mi ritrovai un messaggio whatsapp da Gemma di cui alla sola vista mi spuntó un mezzo sorriso, un messaggio dalla mia compagna di scuola e due di Jaz. Il primo che aprii per leggere fu quello di Jaz, che nonostante la litigata eravamo amiche da una vita e come se non bastasse questo giorno era pieno di euforia anche per lei per il mio stesso motivo.

Da Jaz:

Hey, buongiorno. Passata la rabbia? Io saltello per casa da quando mi sono svegliata ahah.

Perchè non rispondi? Svegliaaa! Sei pronta? :)

A Jaz:

Hey Jaz, sono sveglia da mezzogiorno ed essendomi trovata la stanza vuota ho avuto solo ora la coscienza di prendere in mano il cellulare. PRONTA? NO, PRONTISSIMA. Dio Jaz, scusami per ieri, ci sono stata tanto male da dimenticarmi persino di oggi. Ti voglio tanto bene. Tu sei pronta? :)

Da Jaz:

Me lo chiedi pure? haha finisco di truccarmi, a dopo, t'aspetto. E ti voglio bene anche io.

A Jaz:

Va bene, a dopo. Spero di non star sognando ahaha

Bloccai l'iPhone e finii di sistemarmi i capelli, a un certo punto "GUUU GUUU" un forte clacson proveniva dalla porta di casa mia. Dovevo sbrigarmi.. era finalmente arrivato.

Era il 6 luglio.

My angel fell down.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora