Capitolo 1

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- Blin Blin. -
Quel rumore sconcentrò Jack, che prese il telefono per vedere chi lo aveva messaggiato.
Nessuno.
Era solo un promemoria.
Dunque staccò lo sguardo da esso e si guardò intorno, come fece per tutto quel tempo.
Era in un parco, seduto su una panchina.
Osservava dei bambini che giocavano a palla, delle donne che chiccheravano, un ragazzo che portava a spasso il cane, una ragazza con le cuffiette che camminava.
Il suo sguardo era malinconico, stava pensando.
Poi si alzò e guardò dal cellulare il giorno: Domenica 26 Settembre.
Abbassò gli occhi e cominciò a camminare verso casa.
Il ricciolo abitava da solo, in un appartamento di New York.
Entrato buttò le chiavi sulla scrivania e si lanciò sul letto.
Prese il telefono e cominciò a passare le foto della galleria, fino a che una gli attirò l'attenzione.

- Ragazzi! Questo caffè è buonissimo! Ho deciso, andremo in questo locale ogni mattina.- Esclamò Jonah.
- Tu sei pazzo, è meglio il succo di mela.- Ribattè Daniel.
- Ma se un giorno sarà possibile vivere su Marte, voi...-
- Corbyn! Basta, parlare dello spazio!- Esclamò Zach.
- Smettetela tutti voi.- Rise Jack.
Così tutti scoppiarono in una risata rumorosa, che tutto il bar sentì.

Il ricordò di quella giornata suscitò in Jack nostalgia di quei ragazzi, di quelle giornate passate a ridere, cantare, sognare, parlare.
Erano stati gli unici, gli unici a farlo star bene nei momenti più difficili.
Una lacrima scivolò sulla sua pelle chiara, quasi pallida.
Il tempo passato insieme alla sua band era finito.
Più continuava a passare le foto, più sentiva tristezza.
Si soffermò su un'altra immagine.
Era lui abbracciato a Zach, il suo migliore amico, con il quale faceva sciocchezze.
Una lacrima cadde anche sullo schermo e finì proprio sul viso di Zach.
Jack non riuscì più a muovere la mano, aspettò che lo schermo si spegnesse, per poi osservare il buio di esso.
Come lo schermo, anche lui era buio all'interno.
Passarono un po' di minuti prima che il ragazzo si alzasse.
Prese un foglio e cominciò a scrivere.

Caro Zach...
Stai bene? Come state tutti?...
È da molto che non ci scriviamo, quasi da un anno.
Spero che tu stia bene, che tutti stiate bene.
Non so bene cosa dirti... è difficile andare avanti senza che voi siate qua, sono sopravvissuto un anno a questo mondo, è non so se riuscirò ad andare avanti senza di voi.
Scrivimi o chiamami, aspetto vostre notizie...
Ti prego rispondimi.
Il tuo migliore amico       
                                               Jack Avery

Poi prese una busta dove infilò la lettera.
La tenne in mano e la abbracciò, come se fosse un pupazzo.
Chiuse gli occhi appoggiando la sua testa piena di riccioli mori sulla scrivania.
Così si addormentò.

La mattina seguente ancora addormentato, Jack prese il telefono  e osservò le notifiche.
Qualcosa d'insolito lo colpì.
Qualcuno lo aveva taggato in un post, ma non sapeva chi fosse.
Così cliccò la notifica e capitò su quell'immagine.
Jack la guardò con attenzione alzandosi.
Si passò la mano sull'occhio per svegliarsi.
Era da tantissimo tempo che una fan non lo taggava da quando i Why don't we si erano separati.

27 Settembre, siete ancora i migliori anche se divisi.
Era la descrizione del post.

Quel giorno, quel bellissimo giorno era quello in cui la band si era formata.
Un sorriso spuntò sulle sue labbra, c'era qualcuno che lo pensavo ancora, qualcuno che gli voleva bene anche dopo il loro distacco.

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