Capitolo 8

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Era così imponente, così freddo e così triste.
Ma era anche un luogo in cui un tempo è stato felice.
Jack stava osservando l'aeroporto di Los Angeles.

- E quindi si vola di nuovo.- Disse Daniel.
- Chissà se riusciamo ad intravedere qualche costellazione da lassù.- Pensò Corbyn.
- Sicuramente, dato che è sera e le stelle splendono. Però io non le vedrò. Sarò troppo concentrato sul mio libro, e il mio buonissimo caffè.- Precisò Jonah.

C'era quiete sull'aereo apparte quel rumore del motore.

Zach osservò fuori dal finestrino, ovviamente si era lamentato per stare sul sedile accanto ad esso.

- Non trovi sia bellissima?- Chiese Zach al ricciolo lì imparte.
- Sì, questa nottate è bellissima, e le Stelle sono ancora più stupende.- Rispose Jack.
- Io non mi riferivo al cielo notturno.-
Ci fu un istante di silenzio.
- Scusa, cosa intendevi allora?- Chiese Jack.
Zach lo guardò.
Sorrise.
- La nostra amicizia.- Rispose poi.
I due si scambiarono un altro sguardo, pieno di dolcezza.
Jack aveva lo sguardo puntato sopra gli occhi di Zach e Zach aveva gli occhi sullo sguardo di Jack.
- Jack, volevo dirti che...-
- Ho sentito il nome "stelle".-
Zach venne interrotto da Corbyn.
- Già...- Rispose Zach con voce debole.

Jack ancora immobile osservò il cielo.
Tutti i cinque componenti stavano sotto lo stesso immenso celeste spazio.

Prese la piccola valigia e si avviò per le strade, che un tempo conosceva come le sue tasche.
Tra quelle mille e colorate vie la mente di Jack vagava.
Quanti ricordi gli sovvennero.
Ma il ricordo più bello fu quello alla vista di un bus.

-... E questo era il nostro tour bus.- Finì la registrazione del video, Jonah.
- Ragazzi che peccato, quel tavolo mi piaceva!- Disse ridendo Daniel.
- Spiritoso.- Gli diede un occhiata Jonah.
- Jonah rompi tavoli...-
E tutti risero eccetto il ragazzo.
- Zach rompi scatole...- Ribattè.
- Oh!- Gridò ridendo l'altro.
-Vogliamo ricordarci che Daniel ha rotto una porta.-  Disse ancora questo.
- Ragazzi smettiamola, ho paura che potrebbe rompersi un altro tavolo.- Disse Corbyn ridacchiando.

Il tour bus era per loro una seconda casa.
Un luogo di divertimento, e un luogo di sogni.
Lì si sono confidati i propri segreti.

Forse la domanda non era come stavano, come vivevano, perchè è finita la loro storia di band o come fossero le lore vite ora, forse la vera domanda è perchè Jack li ha lasciati soli.

-  Perchè, perchè, perchè me ne sono andato?- Si ripeteva nella mente.

Le persone sono così.
Se ne vanno, ma prima o poi, quelle vere, ritornano.
Jack provava un senso di sconforto a quel pensiero.

- Avevano bisogno di me, ed io li ho abbandonati.-

Quando una persona se ne va, il mondo sembra crollare, oppure ci si sente come se la lama di un coltello trafiggesse il cuore.
Ma il ricciolo non provava questo, il ricciolo si sentiva come il petalo di una rosa, però il petalo appassito, il petalo che abbandona il resto del delicato fiore.

E così tra i rumori della città ed vivaci passanti, Jack trovò un posto dove poter scrivere.

Caro Zach,
È inutile scriverlo, ma mi manchi.
Sarai arrabbiato con me, sarete tutti arrabbiati per quello che ho fatto.
Vi ho lasciati soli nel momento più dolente.
Zach voglio però ringraziarti, sei la persona che mi ha fatto provare più emozioni in tutta la mia vita.
Ho provato gioia, tristezza, rabbia, gelosia...
Ma tutto ciò mi ha fatto diventare quello che sono ora.
Ti ringrazio per essere stato mio amico, e giuro, per me è tutt'ora la cosa più bella che mi sia capitata.
Forse non ricambierai i miei stessi sentimenti, ma spero che tu possa comprendermi come hai sempre fatto.
Spero che tu riesca a vedere oltre quello che è successo quel giorno e spero che potrai perdonarmi per il male che vi ho fatto, ma particolarmente per il male che ho fatto a te.
Non è stata semplice per me, ma non sono io la vittima, hai tutto il diritto di essere arrabbiato con me.
Però ti prego, rispondimi, perchè mi manchi da morire.
Questi anni senza il mio migliore amico sono stati per me l'inferno.
           
                                             Jack Avery

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