Capitolo 7

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Il mese dopo.

- Attenzione prego, allacciare le cinture di sicurezza.- Disse la voce registrata.
Jack osservò il pulsante che si illuminò di arancione, raffigurante una cintura.
- Non preoccupatevi sono solo delle turbolenze.- Specificò una delle tante hostess.

- Ragazzi! Perchè l'aereo vibra tutto?- Esclamò Zach impaurito.
- Perchè adesso stiamo precipitando.- Disse in tono ironico Jack.
- E mentre precipiteremo, l'aereo andrà a fuoco.- Continuò Corbyn.
Zach affondò le unghie sul sedile, immaginando lo scenario.
- E dai ragazzi! Lo volete spaventare la prima volta in aereo per il nostro primo tour?- Disse Jonah.
- È divertente.- Rispose Daniel sorseggiando il suo amato succo alla mela.
- Sarà, ma poi rischia di non venire più con noi in tour.-
Le turbolenze si fermarono.
-E adesso? Adesso precipitiamo?- Asserì Zach ancora aggrappato al suo posto.
La risata del' hostess si sentì ovunque, in mezzo alle risate di tutti gli altri componenti della band.
-Per fortuna che abbiamo preso un privato, se no tutto l'aereo si sarebbe messo a ridere.-
Zach fece l'offeso, voltandosi dalla parte del finestrino, osservando le delicate nuvole, somiglianti a zucchero filato, così leggere e morbide all'immaginazione.
In quel cielo i pensieri si perdevano.
- Sto sognando?- Ripetè Zach a bassa voce.
-Sto sognando? Sto sognando?-

- Sono bellissime vero?-
Jack venne interrotto.
- Come scusi?-
- Sono bellissime le nuvole, mi sbaglio?-
Il signore accanto a Jack indicò con il dito il panorama.
- Non si sbaglia.-
- Mi è sempre piaciuto viaggiare.-
L'anziano porse la mano al ricciolo ancora incantato.
- Sono Oliver Wood.-
Il ragazzo ricambiò il saluto.
- Quindi, come mai sei su questo aeroplano?-
- Sono qui per la sua stessa ragione.- Rispose Jack indifferente.
- Quindi vuoi andare a Los Angeles per visitare il posto d'origine dei tuoi genitori?-
Jack diede uno sguardo al signor Wood e poi tornò con il volto rivolto al cielo.
- No, non sono qui per quello.- Rispose acidamente.
- Mi perdoni, sto solo cercando di fare una comversazione.-
-Allora faccia domande alla ragazza alla vostra sinistra.- Disse nervoso Jack.
- Mi scusi di nuovo, non volevo disturbarla.-
Ormai il pensiero del ricciolo si era allontanato da quello della sua band.
Le nuvole non c'erano più.
Però si riusciva ad intravedere le case, che dall'alto parevano in miniatura.
- Un tempo abitavo qua...- Disse Jack.
- Chiedo venia per prima.-
- Non si preoccupi tutti hanno una giornata nuvolosa. Capita.-
Oliver accettò le sue scuse.
- Sono tornato per rivedere i miei amici.-
- Ma che bello, sono sicuro che saranno entusiasti di vederti.- Disse l'uomo.
Jack chiuse gli occhi e fece di no con la testa, facendo contemporaneamente un sorriso finto.
- Già, lo saranno.-


- Come hai potuto!- Urlò.
- Ho commesso un errore, non lo ho fatto apposta!- Gridò Jack.
- Questo lo chiami errore!- Disse Jonah mettendosi le mani tra i capelli.
- Jonah, tu eri presente, hai visto che non ho potuto fare nulla!- Disse Jack disperato piangente.
Zach era immobile ad osservare la conversazione tra i due.
Lacrime scendevano sul volto dei ragazzi.
- Perdono, perdonami.- Disse Jack abbracciando Jonah.
Egli lo strinse a sé, ma poi si staccò.
- Non devi scusarti con me, ma con...-
Jack osservò Zach a bocca aperta.
- Io... Zach ti prego almeno tu.-
Ma non ci fu risposta, o almeno, quella lacrima sul suo volto esprimeva tutte le parole che non si dissero.

Come le lacrime, anche la pioggia è.
- Cosa ne pensa della pioggia?- Chiese Oliver, ispezionando il finestrino bagnato da qualche goccia recente.
- La pioggia? La pioggia sono lacrime, la pioggia è una canzone sottile che solo poche persone riescono a sentire, la pioggia è un richiamo.
La pioggia è un nascondiglio per le lacrime, è un modo per evadere dai problemi.
La pioggia è una melodia rilassante che ci culla.
La pioggia sa chi siamo davvero.
Perchè la pioggia ci legge nel profondo.
Ed è con quella goccia, con una singola goccia che ci lasciamo andare ad essa e pensiamo, pensiamo, e pensiamo.-
L'anziano guardò Jack.
Lo vedeva assente.
Era da tutt'altra parte, era lontano dal mondo terreno.
- Ragazzo.- Disse prendendogli la mano.
Ma fu troppo tardi per parlagli dato che la voce squillante ricordò ai passeggeri che tra pochi minuti sarebbero atterrati.
Il ricciolo tolse avidamente la sua mano da quella di Wood.
- Spero abbia avuto un buon viaggio.- Disse Jack.

Spazio autrice
Scusate ancora per l'attesa.
In tutti i capitoli aggiungo una parte del flashback della causa della loro separazione, ancora poco chiara.

Cosa ve ne pare della fantastica canzone "What am I?"
Io la adoro.
Spero che abbiate passato un' ottima estate, e vi auguro un buon rientro a scuola.

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