Capitolo 10

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E così fu un nuovo giorno.
Jack era ansioso, si strofinava in continuazione le mani, e nella mente pensava a ciò che avrebbe detto quando Jonah si sarebbe presentato.
All'ora prestabilita non c'era ancora nessun segno di Jonah.
Ma Jack rimase ad aspettare a lungo.
Sapeva che Jonah solitamente non tardava mai.

- Ragazzi! Sbrigatevi a mettervi i vestiti, avremmo dovuto essere sul palco dieci minuti fa!- Esclamò l'appassionato di lettura ai quattro ragazzi.
- Jonah, non siamo noi quelli lenti, sei tu quello veloce...- Disse Daniel finendo di vestirsi.
- Ma lo sentite il pubblico? Ci sta chiamando!- Ribattè.
- Io sento che urlano solo il mio nome.- Disse con aria fiera e vanitosa ma ironica Zach.
- Ricorda che sei quelli più piccolo tra di noi, Zach.- asserì Corbyn scompigliando i capelli al moro.
- Ma non sono il più basso.- Guardò Jack.
- E dai! Siamo quasi alti uguali!- Disse nervoso il ricciolo.
- Non c'è tempo per queste sciocchezze! Andiamo in scena ora!- disse Jonah allontanandosi da loro.

Ed ecco che un ragazzo si stava avvicinando a Jack.
Subito si riconobbero.
Il primo impatto non fu troppo difficile.
- Odiavi essere in ritardo.-
Ma l'altro non rispose.
Era cambiato il suo stile e portava un enorme paio di occhiali, che lo facevano assomigliare ad un intellettuale.
- Odiavo tante cose...- Disse finalmente a voce bassa.
Avery rimase in silenzio ad osservare quel ragazzo.
- ...Tra cui la tua assenza.- Finì la frase.
Gli occhi del ricciolo si illuminarono e guardarono gli occhi verdi di Jonah.
- Io... Io ti sono mancato?- Chiese stupefatto.
- Sei mancato a tutti.-

Jack voleva lacrimare di felicità.
- Questo non significa che puoi tornare tutto d'un tratto.-
Un momento di silenzio.
Il ricciolo passò dall'essere felice all'essere deluso dalle parole taglienti.
- Ho sbagliato. È stato un mio errore.
Ma ora sono qua e resterò con voi. Ho fatto molti errori ma il peggiore è stato lasciarvi.-
- Non capisci, hai ferito tutti andando senza preavviso, sopratutto Zach.- Disse con calma.
- Ho provato a contattarlo varie volte, ma non ha mai risposto alle mie sette lettere che gli ho inviato.-
- E ti chiedi pure il perché non ti abbia scritto? Jack, eri uno di noi.- Asserì il moro deluso.
- Gli sbagli si possono sistemare, ti prego Jonah, voglio sapere come state tutti voi. Voglio vedere tutti i ragazzi, per favore.- Implorò.
- Temo che non sia possibile, almeno non tutti saranno disposi a vederti.-
- Ti prego. Sono tornato per scusarmi personalmente, ho capito che senza di voi non posso continuare la mia vita con i rimorsi e i ricordi di noi.
Ho passato notti a piangere, ricordando ciò che eravamo. Mi sono allontanato per non ferivi di più.
Ho paura di avervi ferito di più andando che restando. Ma tutto si può sistemare. Concedimi solo di vederli.-
- Forse non ricordi bene quello che hai fatto a Corbyn quella sera.- Disse Jonah voltando le spalle al ricciolo.
- Jonah! Non andare! Mi son pentito ogni singolo giorno, ogni singola notte, ogni singolo minuto.-
- Va bene Jack. Vieni con me.- disse infine Jonah.
Con uno scatto il ricciolo abbracciò l'altro.
Si strinsero per un po', nonostante la tensione fra di loro.
- Grazie Jonah.- Disse infine Jack con le lacrime agli occhi.
- Grazie Jack.- Pensò Jonah.
Infondo era stato impassibile solo all'esterno, ma in realtà anche Jonah ha sofferto e si è rallegrato alla vista di Jack, anche se non lo ha espresso.

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