5: Tre mesi dopo. Parte Seconda.

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La salita verso il piano superiore fu una tra le cose più lunghe e attese che Harry avesse mai provato nella sua vita abnegante. Ogni battito cardiaco dell'Alpha combaciava con i suoi  passi, che sembravano sudati con fatica e ardore, e Harry non sapeva quale dei due ascoltare mentre il suo cuore martellava all'impazzata al solo pensiero di poter respirare nuovamente dell'aria pulita o di poter percepire nuovamente la luce del sole.

< Stringiti a me, Harry. > disse l'Alpha una volta fermatosi sull'ultimo scalino per aprire la porta di legno che separava l'inferno dal purgatorio. < La porta non è grande abbastanza. >

L'Omega annuì tremolante e si strinse contro il petto di William, affondando istintivamente il volto nel suo petto. Tutto quello spaventava il piccolo Omega, che non poteva fare molto per fermare le sue emozioni, poiché l'unico modo era tornare di sotto e per niente al mondo avrebbe voluto tornare dentro quel buco infernale. Tuttavia, l'odore dolce e sprizzante dell'Alpha sembrava calmarlo un po', impedendogli di urlare dall'eccitazione mista alla paura o di fermarlo dal fare qualcosa di stupido, come avere una crisi isterica e scappare dalle braccia del maggiore.

L'aria, intrisa di mille odori, colpì i polmoni e la pelle di Harry con la stessa energia di uno schiaffo, facendo tremare tra le braccia possenti dell'Alpha. L'odore confortevole di William lo attaccò, mandando l'Omega in una semi-ecstasy che non aveva mai provato. 

"C-che mi sta succedendo?" Pensò il riccio, gemendo involontariamente per colpa delle mille emozioni e mille sensazioni che stava provando: Avvertiva tutto troppo vicino e troppo lontano allo stesso tempo; aveva un'improvvisa nausea che non riusciva a spiegarsi e che attanagliava il suo stomaco in una morsa dolorosa; sentiva il respiro mancargli, come se l'aria presente non fosse abbastanza per i suoi piccoli polmoni; la testa era pesa e dolorosa come-

< HARRY! >

L'Omega urlò spaventato quando la voce possente dell'Alpha richiamò la sua attenzione, strappandolo dal suo stato di incoscienza e riportandolo al presente. Improvvisamente, avvertì la presenza delle calde mani di William sul suo viso e la preoccupazione nel tono del maggiore, in un'enfasi che non aveva mai sentito.   

< Cristo, Harry! Mi hai davvero spaventato! > sbottò seccato l'Alpha, togliendo le mani dal volto di Harry, che mugolò dalla sorpresa. < Credevo che tu- > l'uomo sospirò stanco. < Lasciamo perdere. > 

< W-William.. > sussurrò confuso Harry, non riuscendo a capire dove si trovasse. L'Omega si rese conto che le braccia di William non circondavano più il suo corpicino e che adesso si trovava seduto su qualcosa morbido e caldo come un divano. Ma come c'era arrivato lì? L'aveva portato William? < D-dove siamo? >

< In cucina. >

< In.. cucina. > sussurrò Harry, guardandosi intorno come se potesse  vedere da sotto la benda nera. Ogni senso dell'Omega adesso era concentrato sul nuovo ambiente che lo circondava: avvertì l'odore del cibo - probabilmente zuppa di farro e fagioli, si diceva il riccio -; sentì un calore irradiante riscaldare il lato sinistro del suo corpo; e, per la prima volta dopo tutto quel tempo, sentì il suono cristallino e puro della pioggia contro il vetro.
Un suono che Harry non si sarebbe mai aspettato di risentire.

< Forse ti ho chiesto troppo > disse dopo un po' l'Alpha, allontanandosi dal liscio per dirigersi verso il ripiano cottura pieno di pentole. < Pensavo che fossi pronto per stare un po' qua su e invece- >

< N-no, no, aspetta! > lo bloccò subito l'Omega, allarmato dai pensieri di William. < I-io sono pronto! > continuò, con voce tremante al solo pensiero di tornare in quello scantinato. Aveva passato tre mesi in compagnia delle lacrime, del umido e della solitudine ed era qualcosa che non voleva sperimentare così presto. < William.. > sussurrò il riccio, più che vicino alle lacrime, quando non ricevette risposta dal maggiore.

< Se ne sei sicuro tu. > ribattè William, afferrando un mestolo di ferro e una scodella, che riempì di zuppa di legumi. < Comunque... ti ho preparato una zuppa. > disse l'Alpha, cambiando completamente argomento. < Vuoi provare a dirmi gli ingredienti? >

Harry annuì più volte e prese un bel respiro quando WIlliam gli avvicinò gli la scodella sotto il naso, stando attendo a non toccare la zuppa. < Misto di legumi, formaggio.. > mormorò l'Omega, sentendo l'acquolina in bocca. < e.. carne? >

< Che tipo? > chiese l'Alpha, facendo un sorriso leggero che si affrettò a nascondere.

< R-rigatino? > la voce di Harry uscì insicura e, istintivamente, l'Omega alzò lo sguardo sull'Alpha come per incontrare il suo sguardo. "Odio questa benda.." pensò l'Omega, abbassando subito lo sguardo con un certo imbarazzo. "Vorrei non doverla mettere.."

William sospirò divertito e lasciò la scodella e il cucchiaio tra le mani di Harry sedendosi accanto a lui. < Stai davvero migliorando, Harry. > mormorò l'uomo, puntando lo sguardo su di lui.

Harry, come risposta, sorrise leggermente e si affrettò a prendere la prima cucchiaiata, sentendo lo stomaco borbottare.

Nella cucina regnò il silenzio, accompagnato solo dal suono del cucchiaio di Harry che si infilava nella zuppa prima di finire nella sua bocca, ma l'Alpha si affrettò a romperlo. < Non voglio che tu fraintenda i miei gesti. > disse William, spostandosi sul divano nel tentativo di trovare una pozione più comoda su quel divano vecchio. < Ne che ti prenda troppa libertà o che ti senta claustrofobico in questa casa. >

Harry fermò la mano a mezz'aria e si affrettò a posare il cucchiaio prima che le sue mani iniziassero a tremare. < I-in che senso? >

< Te l'ho detto, Harry. Gli ordini che ricevono sono cambiati, quindi posso farti fare quel che io ritengo più giusto per te stesso > spiegò l'Alpha, appoggiando una mano sulla spalla di Harry per accarezzarla dolcemente. Non voleva spaventarlo con quei discorsi, ma sapeva che prima o poi avrebbe dovuto farglieli. < ma questo non significa che hai la libertà di fare tutto quello che ti pare e piace. Per esempio, se cercherai di scappare, anche di notte, lo saprò perché sia le porte che le finestre sono bloccate con un allarme e solo io ne conosco la combinazione per sbloccarli. >

Harry annuì lentamente, afferrando subito il concetto. Era fin troppo chiaro che non sarebbe mai potuto scappare da quella casa, con o senza le avvertenze di William. Non aveva nemmeno la minima idea di dove si trovasse, come avrebbe potuto trovare la strada di casa?

< Il tempo che passerai qui lo deciderò io. > continuò l'Alpha. < Tuttavia, dipenderà molto dal tuo comportamento e dal tuo modo di affrontare le situazioni. >

< P-potrò... t-togliermi la benda? > domandò l'Omega con voce piena di insicurezza e nervosismo che lo fecero tremare. Harry sapeva già la risposta - era così ovvia che anche un bambino ci sarebbe arrivato - ma non aveva resistito a fare una domanda simile. Di fatti...

< Non ancora, Harry. > rispose l'Alpha, sospirando dalla stanchezza. < Non ancora.. > 

Young And Beautiful  - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora