6: Tre mesi e 15 giorni dopo

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Harry urlò di dolore e scoppiò a piangere ma il Beta strinse ancor di più la presa sul suo volto, spostandolo su qualcosa che nemmeno riusciva a vedere bene. Cos'è che avrebbe dovuto dire? Cos'è che avrebbe dovuto fare? Harry non ne aveva assolutamente idea; nessuno gli aveva detto nulla, oltre a "stai fermo, stupido idiota".

«Ricordi quel che devi dire, fottutissimo Omega?» gli chiese nuovamente quella voce dura e potente ma Harry non riuscì nemmeno a rispondere che una mano forte si abbatté sul suo volto delicato. «Ti ho detto che devi smettere di piangere, razza di idiota! O vuoi ancora dell'altra soluzione?!»

Il riccio scosse la testa più volte e cercò di abbassare il volto, ma nuovamente le mani lo tirarono su per puntarlo nuovamente verso un qualcosa di metallico che non riusciva a mettere a fuoco. E se non ci riusciva, un motivo c'era: la stessa mattina, Harry era stato svegliato improvvisamente e ancor prima che il liscio avesse potuto urlare dalla paura, gli erano state messe delle gocce di un liquido che bruciava come il disinfettante negli occhi. Poi, i suoi occhi erano stati bendati, era stato portato in quella stanza e, quando gli era stata tolta la benda, aveva scoperto con terrore che non riusciva a mettere niente a fuoco; tutto quel che riusciva a vedere erano figure distorte e senza contorno. «No!»

«Ti ho detto di smetterla o ti arrivano!»

«P-perchè m-mi trattate così?» sussurrò il ragazzino, con voce rotta dalle lacrime e paura, rivolto alle due figure che sovrastavano sopra di lui. Harry era sicuro che uno dei due fosse l'Alpha che lo teneva segregato nell'abitazione - anche perché era molto più grande dell'altro. «C-che cos'ho fatto d-di male?!»

«Cos'hai detto, scarafaggio?»

«P-perchè siete così cattivi con me?! Che cos'ho fatto?!»

«Per oggi basta, okay? Non riesco più a sopportarlo» soffiò improvvisamente William, afferrando il piccolo Omega per le spalle in modo da strapparlo dalle grinfie del Beta. "Merda, non dovevamo stressarlo così tanto" «Lo faremo domani.»

«Abbiamo bisogno di quel video, bello! Non possiamo aspettare altro tempo!»

«Ho detto che lo faremo domani.» ripeté l'Alpha mentre il piccolo Omega si nascondeva tra le sue braccia, lasciando affogare le lacrime nella sua maglia. "Avrei dovuto avvertirlo" «Ci penserò io a lui. Tu vai, non mi servi più.»

«Con te è fottutamente impossibile lavorare decentemente.» sbuffò stanco e irritato il Beta, prima di andarsene velocemente dalla stanza.

«C-che cos'ho fatto d-di male, W-William?» sussurrò tra le lacrime l'Omega non appena il Beta se ne fu andato, lasciandosi andare tra le sue braccia... nel vero senso della parola: il piccolo Omega lasciò che fossero le sue grandi braccia dell'Alpha a sorreggere il suo corpo magro e scarno, poiché era incapace di farlo da solo.

Harry aveva capito da qualche settimana che c'era qualcosa di grave che non andava in lui. L'aveva capito nel vestirti, quando per sbaglio si era toccato il polso, riscoprendolo magrissimo e quasi ossuto; lo capiva ogni sera, nel rannicchiarsi nel materasso che gli faceva come letto, quando si abbracciava per darsi calore e sentiva le ossa sporgere dalla pelle; lo avvertiva, sentendosi quasi come un vecchietto ad ogni passo che faceva. No, decisamente c'era qualcosa che non andava.

«Tranquillo, Harry.» Anche l'Alpha se n'era accorto, ad essere sinceri: Harry stava dimagrendo sempre di più, anche se faceva i soliti ed equilibrati 6 pasti al giorno. William l'aveva visto diventare uno stecchino in quei giorni e l'unica spiegazione possibile - o meglio, l'unica cosa che si era detto - era che tutto quello fosse lo stress e il nervosismo. «Ora andiamo a riposare, okay? Ne hai bisogno..»

Young And Beautiful  - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora