Call it magic

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-C'è una gran quantità di pomodoro spalmato sul tuo bel visino.- ridacchiò David, passando i polpastrelli morbidi ai lati della bocca di Abbie. Lei sorrise imbarazzata, grattandosi l'attaccatura dei capelli. 

Dalla radio uscì il suono debole e basso di una musica che Abbie conosceva già troppo bene.

David le afferrò il mento con due dita, permettendo agli occhi color cioccolato di Abbie di scorgere quelli blu.

-Call it magic, call it true.I call it magic, when I’m with you.- le labbra carnose di David ospitavano così bene le parole di quella canzone.- And I just got broken, broken into two. Still I call it magic, when I’m next to you.- finì di cantare la strofa sotto lo sguardo incantato di Abbie. 

Il suo viso scivolò piano contro l'orecchio destro della ragazza, e riprese a cantare con voce roca il resto della canzone:- And I don’t, I don't, I don't, I don't. No, I don’t, it’s true. No, I don’t, I don't, I don't, I don't.- ripetè.- Want anybody else but you.

-Ooh ooh ooh-ooh-ooh- continuò a voce bassa Abbie, seguendo il ritmo. Si fece cullare dalla melodia così perfetta, accompagnata dal respiro pesante di David.- Call it magic, cut me into two. I’ma fold your magic, I disappear from view. And I can’t get over, can’t get over you. Still, I call it magic, It’s such a passion doom.

La voce di Abbie era delicata, pura e cristallina, quasi si sentiva appena. David la guardava, non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. 

Si avvicinò ancora un poco, e le stampò un bacio al lato della bocca. Abbie la serrò, chiudendo gli occhi a fessura. 

-Non canti più?- la stuzzicò David, sorridendo. Lei scosse la testa, rimanendo in silenzio. 

David continuò a baciarle la bocca rosa, mentre le accarezzava la guancia fredda. Finalmente Abbie ricambiò il bacio, lasciandosi andare. 

-E'-è stupido.- farfugliò Abbie a bassa voce. 

David si fermò improvvisamente, tornando all'orecchio della ragazza. 

-Cos'è stupido?- chiese confuso. 

-Questo, David.- spiegò.- Questo è terribilmente stupido.

-E' stupido che ti baci? Che voglia prendermi cura di te?- disse ancora David, inarcando il sopracciglio sinistro.

Abbie si allontanò dal suo viso:- Per te è solo questo?- lo sguardo era spento e triste.- Per te è solo il fatto che ti vuoi prendere cura di me? Non sono un cagnolino, non ho bisogno solo di cure. 

David la guardò in silenzio:- Pensi sia solo questo? Se volessi prendermi cura di te, ti avrei dato dei soldi, e vivresti qui. Ti sembra faccia solo questo?- il tono di voce che usò e la mascella tesa, erano segno che era visibilmente irritato.

Abbie non rispose, rimanendo in silenzio. Abbassò la testa, fissando i jeans che fasciavano perfettamente le gambe magre. 

Dopo qualche attimo di silenzio, David ritornò a parlare:- Non faccio solo questo, e se faccio cose in più è perchè c'è un motivo. Okay?

Abbie annuì:- Okay, scusami.

-Smettila di scusarti- boffonchiò David.- Adesso fai silenzio e dammi per bene questo fottuto bacio, che è da due ore che lo aspetto.- rise. 

Abbie annuì un'altra volta, premendo forte contro le labbra piene e morbine di David. 

Lo baciava, si baciavano, e più si baciavano più sorridevano. Un sorriso vero, di quelli felici. 

____

-Ecco.- sospirò Abbie, pulendosi le mani piene di farina bianca in un tovagliolo sul tavolino. 

-Ti è piaciuta?- chiese David, ovvio della risposta.

-Vuoi scherzare? Era da un po' che non mangiavo una pizza così!- squittì Abbie. 

Lui rise, appoggiando a terra il cartone che conteneva le tre pizze. 

-Vieni qui, piccola.- ordinò David col sorriso a fior di labbra, afferrando la vita di Abbie e avvicinandola a sè.

-Ho sonno.- balbettò Abbie, cincendo la schiena di David con il braccio. Affondò la testa nell'incavo tra il collo e la spalla e chiuse gli occhi.

David la scosse, tirandola su:- Non provare nemmeno ad addormentarti!- la avvisò ironico.- Ho bisogno di te ancora per un po'.- la ammonì, mentre nella schiena di Abbie si fece spazio un brivido. 

 -Allora,- incominciò David curioso. Era buffo come il carattere di quel ragazzo variava così tanto in una sola giornata.- dimmi qualcosa di te.

Abbie si ritrovò improvvisamente in imbarazzo:- Umh, non c'è niente di speciale da dire.- farfugliò.

-Coraggio, Ab ...- insistette David- voglio sapere qualcosa in più.

Come sempre, gli occhi glaciali del ragazzo, convinsero in qualche modo a far cedere Abbie. 

Fece un respiro profondo:- Vengo da New York,- cominciò a voce bassa- mio padre è di origini tedesche, mia madre era americana. Ho sempre vissuto a New York, con la mia famiglia intendo, finchè le cose sono andate a finire piuttosto male.- gli occhi di Abbie iniziavano a prudere, e il battito del cuore accellerava sempre di più.- Mio fratello è morto in un'incidente d'auto, era ubriaco, io avevo solo 14 anni. Posso dire che Derek era il figlio perfetto, in tutto. Era eccellente a scuola, un ragazzo bellissimo, si voleva laureare in medicina, dando un sacco di soddisfazioni a mio padre. Io non ero così. Io avevo dei sogni, non sapevo cosa avrei voluto fare. Volevo solo vivere la mia vita al massimo, senza pensare al mio futuro. Dopo la morte di Derek, i miei non erano più quelli di prima. Mio padre iniziò a bere, a litigare molto "vivacemente" con mia madre. Lei aveva perso la ragione di vita, sembrava che il mondo le crollasse addosso. Loro erano delusi. Di me. Dissero che non mi meritavo di essere nata, che sarei dovuta morire io in quell'incidente, non Derek. E a me andava sempre male, con i miei compagni di scuola e con la gente che avevo attorno. Mi isolavo, ecco.- il silenzio per un'attimo calò nella stanza. 

Poi Abbie continuò:- Ero andata da una mia amica a dormire, la mattina dopo ero tornata a casa. Loro non c'erano più. Se n'erano andati, chissà dove, senza di me. Sono andata da mia zia, e mi ha finanziato il viaggio per venire qui. Ma io non volevo niente, non volevo essere un peso. Così me ne andai, sparendo dalla circolazione.- Abbie finì il racconto con un pianto isterico. 

David le prese i polsi e la fece avvicinare:- Mi dispiace, Ab.- mormorò al suo orecchio.- Mi dispiace davvero. 

La cullò tra le sue braccia, finchè il pianto non si affievolì tra la gola di Abbie. 

WE CAN BE HEROES, JUST FOR ONE DAY

Amo questa canzone, è vecchia ma merita!! Comunque spero che il capitolo vi piaccia:)

Non abituatevi troppo a Abbie e David "piccipicci" perchè ci saranno colpi di scena c:

Votate, commentate e ditemi cosa ne pensate fino ad ora xD

The light of the firefliesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora